Pietre e bottiglie contro le forze dell'ordine: in 500 in piazza a protestare

Si è conclusa con un fitto lancio di pietre, bottiglie e lattine e la conseguente carica delle forze dell'ordine la manifestazione di protesta cominciata nel tardo pomeriggio di ieri a Sesto Fiorentino, alla quale hanno partecipato almeno 400-500 cittadini di origine cinese, dopo i controlli della Asl in una ditta gestita da orientali. Non è chiaro cosa abbia innescato il lancio di oggetti. Probabilmente la stessa pressione della folla arginata da cordoni di Polizia e Carabinieri. Poco prima il console cinese aveva tentato, usando anche l'altoparlante di un'auto della Polizia, di placare gli animi. E' la prima volta che si registra un fatto del genere nella piana tra Firenze e Prato, l'area dove si è da anni insediata una delle più popolose comunità di cittadini cinesi in Italia. Tutto sarebbe iniziato con qualche spintone nel corso del controllo dell'azienda, proprio a ridosso del negozio Ikea di Sesto: il titolare, con un bimbo di 10 mesi in braccio, avrebbe vivacemente protestato per le modalità del controllo. L'intervento delle forze dell'ordine non è passato inosservato e sul posto si sono radunati centinaia di cittadini orientali, alcuni giunti anche dalla vicina Prato, per protestare. Dopo qualche tafferuglio la situazione sembrava essersi calmata anche con l'intervento del console. Poi, verso le una e trenta, qualcosa deve aver fatto scattare una molla a lungo compressa e fatto partire il lancio di oggetti verso le forze dell'ordine. Quando la calma è tornata, nello stradone di periferia l'asfalto era un tappeto di cocci di bottiglia, pietre e lattine dopo il fuggi-fuggi generale durante il quale qualche manifestante è rimasto contuso.

Sarebbe stato un tam tam provocato anche da una serie di sms a richiamare ieri sera a Sesto Fiorentino un gran numero di cinesi della comunità fiorentina e pratese. A riferirlo uno dei componenti dell'Associazione Cervo Bianco che a Prato ha organizzato iniziative per la convivenza civile e la promozione dell'integrazione fra la comunità italiana e cinese. "Noi - spiega uno degli associati raggiunto al telefono - siamo andati lì per calmare la gente, per tranquillizzare e chiedere di affidarsi alle autorità". "Normalmente i cinesi - aggiunge - sono persone calme e non violente. Forse a scatenare quello che è accaduto è stato il fatto che un anziano e un bambino sono rimasti feriti, ma noi ripetiamo che bisogna rispettare le regole"

Due arresti, proseguono gli accertamenti

I carabinieri hanno eseguito due arresti di altrettanti cinesi accusati di resistenza a pubblico ufficiale ieri durante i tafferugli a Sesto Fiorentino. Si tratta del titolare dell'impresa controllata che avrebbe tentato di impedire l'ispezione e di un altro connazionale, che dopo i primi disordini nel capannone, avrebbe cercare di impedire l'uscita di mezzi e ambulanze bloccando il cancello e aprendo il portellone di una delle ambulanze. Proseguono intanto gli accertamenti anche da parte della digos per ricostruire la dinamica dei disordini e le eventuali responsabilità dei singoli manifestanti. La situazione a Sesto Fiorentino è tornata alla normalità dopo le due della notte scorsa. I cinesi che hanno dato vita ad una rivolta a cui sono seguiti tafferugli sono stati dispersi dalla polizia e altri si sono allontanati da soli nelle vie limitrofe a piazza Marconi. Dopo l'ultima carica sono rimasti contusi in modo lieve due poliziotti e un carabiniere. La protesta era cominciata verso le 18 di ieri sera con i primi tafferugli tra agenti e alcune decine di cinesi ed ha poi assunto toni concitati con il passare delle ore.

Rivolta dei cinesi: manifestanti davanti al palazzo giustizia

Un gruppo di manifestanti cinesi, meno di un centinaio, si sono riuniti davanti al palazzo di giustizia a Firenze dove è in corso il processo per direttissima per due connazionali arrestati ieri durante i tafferugli avvenuti a Sesto Fiorentino. I cinesi, da stamani, si sono prima radunati all'interno del palazzo di giustizia fuori dall'aula dove si doveva tenere la direttissima, poi la maggioranza è uscita fuori dal tribunale dando vita ad un presidio nel corso del quale hanno issato uno striscione con le loro firme e la scritta "La legge è uguale per tutti, vogliamo giustizia". I manifestanti si sono quindi allontanati dicendo di voler andare a protestare davanti al consolato cinese a Firenze. Pochi dei presenti sono stati in grado di spiegare, in corretto italiano, ai cronisti il motivo della loro protesta. Molti hanno ripetuto di fare il presidio in solidarietà con i due loro connazionali arrestati. "Troppi controlli", ripetono alcuni riferendosi alle ispezioni nei luoghi di lavoro.

L'idea di un corteo domenica

I manifestanti cinesi intendono chiedere al console a Firenze di poter organizzare un corteo di protesta per domenica prossima. E' quanto si apprende davanti al consolato dove un gruppo che prima protestava al tribunale si è successivamente spostato. "Invece di arrestare chi ruba, la polizia controlla chi lavora", dice uno di loro, tra i pochi a parlare in italiano, rivolto ai cronisti.

Il giudice convalida l'arresto dei due cinesi

Il giudice ha convalidato l'arresto dei due cinesi arrestati ieri durante i tafferugli a Sesto Fiorentino. Nei loro confronti confronti è stato disposto l'obbligo di firma quotidiana per i reati di resistenza e lesione a pubblico ufficiale. La data del processo è stata fissata per il prossimo 26 luglio. I due arrestati sono il proprietario dell'azienda controllata e un suo connazionale che ha chiuso il cancello impedendo ai mezzi di soccorso di passare.

Don Momigli: "Capire i cambiamenti della comunità"

"Non ci si può limitare a leggere solo le dinamiche dell'accaduto, quanto è successo va collocato in un contesto complesso. Ci sono una serie di concause legate alla vita interna della comunità cinese, al cambiamento generazionale e dei rapporti all'interno della stessa comunità". Don Giovanni Momigli, fautore del dialogo con la comunità cinese e fino a poco tempo fa alla guida della parrocchia di San Donnino, comune della cintura fiorentina con un gran numero di cinesi residenti, interpellato sulla rivolta avvenuta a Sesto Fiorentino, invita a puntare l'attenzione sui cambiamenti che ci sono stati nel tempo nella comunità cinese fiorentina e pratese e chiede di non abbassare la guardia sulla necessità di una "reale integrazione". "I controlli sono indispensabili e importanti ma è necessario anche capire quali sono stati i cambiamenti intercorsi nella comunità cinese, fino a venti anni fa gli immigrati erano silenziosi, oggi chi protestava parlava l'italiano", fa notare don Momigli. Ad avviso del sacerdote, "è ancora lunga la strada della reale integrazione" ed è necessario "saper capire" come nel tempo si è trasformata la comunità, perchè - sottolinea - "i cinesi si sono moltiplicati e sono diventati più articolati e meno identificabili in un solo corpo". Per loro "c'è la necessità di stare insieme ma la solidarietà è zero", aggiunge don Momigli che si chiede ancora: "Chi ci dice che qualcuno abbia avuto interesse a far nascere una cosa così?".

Chiesta manifestazione, 'troppi controlli'
I cinesi chiederanno di fare una manifestazione domenica pomeriggio "per la legalità e la giustizia" e "contro le rapine e i furti" nella zona dell'Osmannoro. Lo hanno detto alcuni degli esponenti della comunità che oggi pomeriggio sono stati ricevuti dal console cinese a Firenze il quale, spiegano i manifestanti, ha dato il suo sostegno all'iniziativa. Secondo la delegazione, ieri, durante il controllo nel capannone a Sesto Fiorentino, alcuni di loro sarebbero stati "picchiati" nel parapiglia. In particolare, l'anziano titolare della ditta, poi arrestato, sarebbe stato aggredito mentre usciva dal capannone per portare fuori il nipotino di 10 mesi. Fra i motivi della protesta, anche i "troppi controlli delle forze dell'ordine".

 

Le parole del sindaco

Rossi: "I controlli vanno avanti"

Nardella: "Inammissibili zone franche"

Gemelli (FdI): "La piana non è il Far West"

Tauriello (FI): "Solo da noi la denuncia"

Paolieri (Pd): "Nessuna giustificazione"

Gandola (FI): "Quella zona bomba a orologeria"

Stella (FI): "Ritirare i permessi di soggiorno"

Donzelli (FdI) minacciato di morte

Confcommercio solidale

Cisl: "Giusto combattere il lavoro nero, solidarietà alle forze dell'ordine"

Scontri in piazza, Tommasini (FdI): "Chi non riconosce il nostro Stato di Diritto può tornare a casa sua"

Rivolta cinesi, la Fondazione Caponnetto: "Forse non spontanea. Forte odore di triadi"

Petraglia (SI): "No all'illegalità e a chi finge di non vedere il diffuso disagio"

La Filctem Cgil: "Servono filiere trasparenti"

 

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