Donatore samaritano, la catena passa anche da Cisanello e Le Scotte

L'ospedale Cisanello

Ha attraversato anche la Toscana la catena virtuosa di donazioni e trapianti innescata dalla donazione "samaritana" di un donatore di Milano, e conclusasi a Bergamo. Nei giorni scorsi, due trapianti e due prelievi sono stati fatti all'ospedale Cisanello, Aou pisana, un trapianto e un prelievo alle Scotte, Aou senese. Non è la prima volta che in Italia viene fatta una donazione samaritana (cioè una donazione di rene da vivente, che offre l'organo alla collettività e non ad uno specifico ricevente, senza alcun tipo di remunerazione o contraccambio; una donazione motivata solo dalla generosità, dall'altruismo, dal desiderio di salvare la vita a un'altra persona). E anche la volta scorsa, nell'aprile 2015, la Toscana era significativamente presente: su 6 trapianti e altrettante donazioni di rene, ben 4 vennero fatti in Toscana, 2 a Siena e 2 a Pisa.

"E' davvero molto bello che la Toscana abbia partecipato a questa catena di generosità e solidarietà, che è servita a salvare la vita a tante persone - è il commento dell'assessore al diritto alla saluteStefania Saccardi - Il primo grazie va alla signora che con il suo gesto altruista e disinteressato ha innescato questa catena. E poi via via a quanti hanno donato il proprio rene. E, naturalmente, a tutte le équipe che con il loro lavoro e la loro professionalità, hanno reso possibile questo evento straordinario. Anche in questo caso, i fatti dimostrano la qualità del sistema sanitario toscano e il livello dei suoi professionisti. Grazie davvero a tutti".

La catena virtuosa di donazioni e trapianti

La catena di trapianti incrociati di rene da vivente in modalità cross-over (incrociato tra due coppie, per problemi di incompatibilità all'interno della stessa coppia) è stata eseguita nei giorni  scorsi, consentendo di donare e trapiantare quattro pazienti. E' stata possiible grazie a una donatore samaritano, che ha innescato un virtuoso effetto domino, che ha permesso a tre coppie di donare e ricevere un rene. La catena si è conclusa con il trapianto di un paziente iscritto nella lista di attesa da cadavere.

Il rene proveniente dal donatore samaritano è stato trapiantato a Pisa, sulla ricevente di una prima coppia il cui donatore era incompatibile. Questo donatore ha donato, sempre a Pisa, il proprio rene ad un ricevente di una seconda coppia, con donatore incompatibile, il cui donatore ha donato il proprio rene perché fosse trapiantato a Siena sul ricevente di una terza coppia, ancora con donatore incompatibile. Quest'ultimo donatore ha donato il proprio rene ad un ricevente in lista per donazione da cadavere a Bergamo.

Questa catena, durata 33 ore e mezzo, ha coinvolto il coordinamento nazionale (CNT) e il coordinamento operativo (CNTO) nella gestione delle procedure di prelievo e trapianto. Tre i centri in cui sono stati prelevati i quattro reni, tre i centri di trapianto che hanno ricevuto gli organi donati, 4 équipes e circa 55 persone coinvolte tra medici, infermieri, rianimatori, operatori della Polizia di Stato, che ha assicurato il rapido trasporto degli organi con personale della Polizia Stradale a bordo della Lamborghini Hurricane, una processo seguito in diretta tramite il gruppo di Whatsapp creato dal CNT Operativo per un aggiornamento costante h24.

Tutte le persone operate stanno bene e stanno seguendo il decorso post operatorio.

A Pisa, gli interventi sono stati eseguiti dai chirurghi dell'Unità operativa di chirurgia generale diretta dal professor Ugo Boggi, dagli anestesisti dell'unità operativa di anestesia e rianimazione diretta dal dottor Gianni Biancofiore, dagli infermieri del blocco operatorio edificio 6, coordinati da Marilise Ibba. Nelle fasi di valutazione clinica e immunologica delle due coppie pisane, sono stati coinvolti anche l'Unità operativa di nefrologia e trapianti diretta dalla professoressa Maria Francesca Egidi, l'Unità operativa di medicina trasfusionale e biologia dei trapianti diretta dal dottor Fabio Scatena, gli infermieri del  Coordinamento trapianti di rene e pancreas coordinati da Daniela Bellissimo.

A Siena, la duplice operazione ha visto impegnati, il professor Mario Carmellini, direttore dell'Unità operativa chirurgia trapianti di rene, i chirurghi Andrea Collini, Gabriele Ugolini e Giuliana Ruggeri, il chirurgo specializzando Stefano Pizzoleo, gli anestesisti, tutto il personale di sala operatoria, terapia intensiva e dell'UOC Nefrologia Dialisi e Trapianti diretta dal dottor Guido Garosi

Cos'è la donazione samaritana

Per donatore "samaritano" si intende un donatore vivente di rene che offre l'organo alla collettività e non ad uno specifico ricevente, senza alcun tipo di remunerazione o contraccambio. La donazione samaritana è considerata un atto supererogatorio (apprezzabile dal punto di vista etico) ma non preteso sul piano morale e/o giuridico. La decisione di donare un rene alla collettività deve essere libera, gratuita e informata. La donazione cosiddetta "samaritana" è ammessa solo per il rene. Data la specificità di questo tipo di donazione, non può considerarsi sostitutiva alla donazione di rene da vivente "standard" e a quella da cadavere.

La donazione  samaritana è attualmente ammessa in Paesi europei, quali la Spagna, l'Olanda e il Regno Unito, e negli Stati Uniti.

Come avviene la donazione samaritana: l'iter da seguire

Nel caso di via libera definitivo da parte del Centro Nazionale Trapianti, il Centro Regionale Trapianti e il centro trapianti coinvolti seguiranno le procedure previste per il protocollo di donazione di rene in modalità "cross over". La sede del prelievo del rene messo a disposizione dal samaritano sarà concordato tra il centro trapianti del ricevente e quello a cui si è rivolto il donatore. Se necessario, e sempre nella piena garanzia dell'anonimato, al donatore samaritano può essere chiesto di eseguire il prelievo presso il centro trapianti del ricevente. Il donatore samaritano rientrerà, come avviene in caso di donazione di rene da vivente "standard", nei programmi di follow-up.

Cos'è il trapianto cross-over

Per "trapianto incrociato di rene da donatore vivente (cross-over)" si intende l'evento in cui il donatore e il ricevente non sono compatibili per la presenza di anticorpi anti HLA o anti- ABO o per altri motivi di incompatibilità ed è, pertanto, preclusa la procedura standard di trapianto da donatore vivente. In tal caso, e in presenza di almeno un'altra coppia in situazione analoga, i donatori e i riceventi delle due diverse coppie, se biologicamente compatibili, si "incrociano".

Il comunicato della AOU Senese

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese è stata protagonista nella catena di trapianti secondo modalità incrociata, partendo da una donazione samaritana, annunciata in conferenza stampa a Roma dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. La catena, definita cross-over, è stata possibile grazie ad un donatore samaritano della regione Lombardia che, innescando questo effetto domino, ha permesso a tre coppie di donare e ricevere un rene. La catena si è conclusa con il trapianto di un paziente iscritto nella lista d’attesa da cadavere. Alle ore 17,38 di martedì 5 luglio è stato consegnato a Siena, dalla Polizia di Stato, il rene donato al Centro Trapianti di Pisa, che alle 19,18 è stato trapiantato su un paziente di 46 anni originario della provincia di Viterbo: “L’uomo che ha ricevuto il trapianto – spiega il professor Mario Carmellini, direttore UOC Chirurgia Trapianti di Rene – era in lista di attesa da tre anni ed era in dialisi da sette anni. La sua situazione si è sbloccata grazie a questa donazione samaritana, avendo con la moglie una incompatibilità insuperabile”. Alle ore 8,32 di mercoledì 6 luglio è iniziato il prelievo del rene alla moglie dell’uomo, una 42enne originaria della provincia di Viterbo. Alle 16,42 il rene è arrivato a Bergamo per chiudere la catena samaritana, iniziata a Milano il giorno precedente e che ha visto le tappe di Pisa e Siena nell’arco di poche ore. “Abbiamo prelevato il rene alla moglie dell’uomo con una tecnica robotica laparoscopica – spiega il dottor Andrea Collini, chirurgo della UOC Chirurgia Trapianti di Rene – Si tratta di un prelievo mininvasivo che permette un decorso post operatorio rapidissimo. La mattina successiva all’operazione, la signora ha mangiato ed è andata a trovare il marito convalescente”. Una duplice operazione che ha visto impegnati, oltre al professor Carmellini e al dottor Collini, anche i chirurghi Gabriele Ugolini e Giuliana Ruggeri, il chirurgo specializzando Stefano Pizzoleo, gli anestesisti, tutto il personale di sala operatoria, terapia intensiva e dell’UOC Nefrologia Dialisi e Trapianti diretta dal dottor Guido Garosi. “Essere protagonisti in una catena samaritana come questa – conclude Pierluigi Tosi, direttore generale AOU Senese - è per noi motivo di orgoglio. Inoltre si tratta di una conferma importante del lavoro che stiamo facendo con i trapianti di rene. Siamo il centro toscano di riferimento e tra i primi cinque centri in Italia per risultati e per le differenti modalità di trapianto che offriamo ai nostri pazienti”.

Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa

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