Moschea, FdI-An: "Porre argine all'invasione islamica"

Il mondo, a partire dal 2001, è cambiato radicalmente. Le “avvisaglie”, negli ultimi 3 anni, con terribili attentati a ripetizione nel cuore dell’Europa, sono sempre più numerose e sempre più clamorose. Chi si ostina a far finta che il confronto con l’Islam non sia un problema da affrontare con serietà e rigore è chiaramente confuso o in malafede.

Oggi la priorità è quella di porre un argine all’invasione islamica, che sta dilagando in Europa e ormai anche in Italia, attraverso la rete delle moschee, delle scuole coraniche, degli enti assistenziali, tutti finanziati dai ricchi Emirati del medio Oriente. Ci siamo chiesti che interesse possano avere paesi come il Qatar a investire fiumi di denaro in Occidente per far costruire luoghi di aggregazione per i fedeli musulmani? Il rischio che questi simboli divengano in breve tempo degli avamposti, delle fortezze al cui interno si crea uno Stato (teocratico) nello Stato, sfruttando paradossalmente il laicismo pseudolibertario, è molto forte: non si capisce, altrimenti, come mai sia stata aperta una moschea addirittura in Lapponia, dove il numero di musulmani immagino sia molto ridotto...

Alla vigilia della scadenza del termine per la raccolta di firme per il referendum sulla moschea a Porta a Lucca, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Pisa intende fare il punto su un argomento che ha visto i suoi esponenti locali in prima linea fin dal primo momento, ovvero il voto, nel 2012, in Consiglio Comunale sulla variante urbanistica che ha destinato lo spazio tra via Brennero e il CUS a “luogo di culto”. Solo 3 i voti contrari, tra cui quello dell’attuale Portavoce provinciale Filippo Bedini: “Dopo 4 anni di battaglia, credo che sia il momento di tirare una riga netta sulla vicenda. Innanzitutto, voglio con forza precisare a tutti coloro che si aggrappano al discorso della necessità di garantire la libertà religiosa che è opportuno distinguere tra le persone e la loro fede, e le religioni. Ovvero, occorre distinguere tra i musulmani come persone e l’Islam come religione. È indiscutibile che si debba riconoscere pari dignità alle persone di ogni fede: rispetto per tutti indistintamente. Ma non è affatto vero che tutte le religioni siano uguali. L’Islam non è una religione che rispetta i diritti fondamentali della persona. Tanto è vero che è l’unica confessione che non ha siglato i normali accordi con lo Stato italiano. Per l’islamico il Corano non è solo il testo religioso di riferimento, ma il codice dei codici, su cui modulare anche il diritto pubblico e il diritto privato. Questo ci impone dei distinguo!”.

Secondo FdI – AN Occorre, inoltre, tenere presente che le moschee non sono l’equivalente delle chiese o delle sinagoghe. È notizia recente che le moschee sono monitorate addirittura negli stessi paesi islamici, in quanto considerate dagli stessi governanti musulmani come luoghi da tenere sotto stretta sorveglianza: in Egitto e in Tunisia, per esempio, si è fatta molta attenzione anche ultimamente alla gestione delle moschee e ne sono state chiuse a centinaia.

VENENDO ALLA QUESTIONE RELATIVA ALLA COSTRUZIONE DELLA MOSCHEA A PISA, i cui lavori sono iniziati in questi giorni con il taglio degli alberi nell’area dell’ex sfasciacarrozze, Bedini ha voluto prendere nuovamente posizione: “Considero assodate le perplessità di ordine pratico espresse al tempo della variante urbanistica in merito a come quello prescelto non sia assolutamente il luogo adatto, perché situato su una delle arterie principali di accesso alla città, peraltro in quel punto sprovvista di marciapiede, con alle spalle una zona già purtroppo abbastanza degradata come il “Villaggio”, e nelle adiacenze la scuola materna Parmeggiani, il CUS e il parcheggio Paparelli, due volte a settimana mercato cittadino, con già gravissimi problemi di parcheggio selvaggio proprio in prossimità dell’area in questione”.

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Pisa, infine, pone all’attenzione della cittadinanza pisana, che invita a firmare per il referendum in questi ultimi giorni di raccolta, alcune domande di ordine generale alle quali nessuno, dall’imam al Sindaco, ha avuto il coraggio di rispondere con chiarezza.

  1. Si chiede la moschea, presentata in un primo momento come un semplice luogo di culto con annesso centro culturale, con tanto di minareto di 25 metri, adducendo come motivazione principale l’integrazione: mi sembra decisamente paradossale, perché notoriamente, sulla base delle esperienze di altre città italiane e non solo, le moschee sono un luogo dove tutto si fa tranne che favorire l’integrazione dei fedeli musulmani nel tessuto sociale “occidentale” nel quale questi hanno voluto venire a vivere. Ecco, dunque, alla prima domanda: quali attività si svolgeranno nella moschea di via del Brennero per “favorire l’integrazione”?
  2. Pisa è la città dei diritti umani: nella sua storia vanta pagine e personaggi importanti in questo campo. E giustamente afferma la libertà di culto. Il problema, però, va declinato con attenzione: l’Islam come religione mira a pervadere ogni ambito della vita dell’uomo, purtroppo proponendo una società e una cultura in cui i diritti fondamentali della persona non sono sempre rispettati, in cui i non-musulmani non sono uguali ai musulmani, in cui le donne (e qui la domanda è estesa al Consiglio Cittadino delle Pari Opportunità…) non sono uguali agli uomini; in cui gli omosessuali (altra categoria che quando si parla di altro a Pisa è molto tutelata) sono condannati con violenza. Chi ci dice che nella moschea di Pisa non si predicheranno idee di questo tipo, così contrarie alla tradizione e ai valori “sposati” dalla nostra città? Del resto in quasi la metà delle moschee censite in Italia sono state sospettate infiltrazioni di predicatori salafiti, ovvero gli aderenti alla corrente più “purista” dell’islam, cui appartengono la maggior parte dei terroristi.
  3. Pisa, nonostante chi l’amministra sembri non accorgersene, ha un problema sicurezza. E non mi riferisco solo alla micro-criminalità: si ricordi, per esempio, cosa è nato a Pisa ai tempi dell’insorgere del terrorismo rosso… Ora: sono convinto, perché ne conosco molti, che i musulmani non siano terroristi; ma è pur vero che tutti i terroristi islamici, anche quei 50 che dall’Italia si sono andati ad arruolare nell’Isis, sono diventati terroristi dentro le moschee. Chi garantisce che a Pisa si predicherà, in italiano?, la pace e la fratellanza e non altre cose, che pure sono presenti nel Corano?
  4. Si parla di milioni di euro per erigere la moschea. Da chi provengono le donazioni che permetteranno una simile spesa? O dobbiamo pensare che sia tutto sulle spalle dei fedeli musulmani residenti a Pisa? E ancora: la comunità pisana è affiliata a qualche associazione islamica attiva in Italia? E se si, a quale? Forse l’UCOI, come emerso qualche giorno fa da un question time in Consiglio Comunale? Sarebbe gravissimo!
  5. Ogni giorno di più davanti ai nostri occhi si palesa la violenza che l’odio professato da taluni “califfi”, che vogliono estirpare i non-musulmani dalle loro terre. Questo acuisce il problema della reciprocità, che in Italia alcuni in confusione, altri in malafede si ostinano a negare. Cosa pensano coloro che si apprestano a gestire la moschea pisana del fatto che mentre qui viene loro concesso di aprire un proprio luogo di culto, ai cristiani in Siria, in Iraq, in Nigeria e in molti altri paesi a maggioranza islamica, vengono incendiate le chiese e addirittura le case in nome di Allah? Siamo stufi di essere accusati di razzismo noi che diciamo no alle moschee, mentre chi si fa saltare in aria in una chiesa mediorientale o africana è uno shahīd, un martire che testimonia il Corano. La reciprocità è fondamentale!

Il portavoce del partito della Meloni conclude l’intervento sulla questione-moschea paventando il rischio di sottovalutare il significato della vicenda politica che ruota attorno al referendum: “Desidero ricordare a Filippeschi, che grossolanamente e goffamente tenta di screditare i pisani che hanno firmato con noi per opporsi anche tramite un quesito di tipo urbanistico due cose. Parla di “pasticcio”, ma visto che sulla particella del terreno della moschea sono state fatte 3 o 4 varianti in pochi anni, il pronunciamento dei cittadini non arriva così a sproposito: evidentemente l’amministrazione non sapeva proprio che farne di quell’area… Il Sindaco parla anche di “discriminazione”, ma si ricordi che continuare a tirare di fioretto di fronte a chi predica “con le vostre leggi vi conquisteremo, con le nostre leggi vi domineremo” è un errore che i Pisani non intendono più fare!”.

Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale

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