"Questa mattina ho accolto il giuramento per l’acquisizione della cittadinanza italiana di una giovane mamma residente a Montaione da molti anni. Nello specifico si tratta di Entela, di origini albanesi, di cui pubblico con il suo consenso la foto ricordo insieme al marito, anch’esso neo cittadino italiano da pochi mesi, genitori di due bei ragazzi, montaionesi dalla nascita".
Comincia così il post su Facebook del sindaco Paolo Pomponi, parlando delle nuove generazioni di italiani di origine straniera. Questo nuovo conferimento è anche l'occasione per fare il punto della situazione sulla cittadinanza italiana del piccolo borgo.
"Da quando sono sindaco - commenta Pomponi - da fine maggio 2014 gli stranieri residenti a Montaione che hanno acquisito la cittadinanza sono 55 di cui buona parte rappresentano figli minori di genitori stranieri diventati cittadini italiani.
Di questi 28 sono originari dell’Albania, 18 del Marocco, 4 della Bulgaria, 2 della Romania, e 1 della Cina, del Perù e del Senegal. Questo dato (si tratta in poco più di due anni di un numero che rappresenta il 1,5% della nostra popolazione residente) è un ulteriore conferma della multi etnicità della comunità di Montaione.
Vorrei però sottolineare come l’immigrazione rappresenti oggi, non solo per Montaione o la Valdelsa, una necessità (basti pensare agli impatti sul sistema pensionistico) e allo stesso tempo una grande risorsa (se si pensa a tanti lavori che oggi solo gli immigrati vogliono fare), anche se purtroppo troppe volte l’immigrazione è percepita da vasti settori dell’opinione pubblica prevalentemente in termini di disagio, di male da combattere, di disgrazia da evitare. Come se la presenza degli immigrati dovesse comportare necessariamente aumento della criminalità o sottrazione di posti di lavoro se non conflitti culturali e perdita di identità".
In conclusione il primo cittadino lancia una valutazione positiva: "Credo che Montaione anche su questo fronte saprà dimostrare che la stragrande maggioranza degli immigrati riesce a vivere nel rispetto delle regole civili dentro processi positivi di integrazione.
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