Conferenza regionale su disabilità. Saccardi: "Costruire una regione davvero per tutti"

Sono già 987 gli iscritti alla seconda Conferenza regionale sulla disabilità, intitolata Toscana Accessibile, che si svolgerà giovedì 15 settembre alla Fortezza da Basso, precedendo la 5a Conferenza nazionale in programma nei giorni 16 e 17. A corredo dei lavori della conferenza regionale, che quest'anno sarà focalizzata sui temi dell'inclusione lavorativa, dell'accessibilità, della scuola inclusiva, della mobilità integrata, del progetto di vita, del progetto regionale di adattamento domestico e dell'utilizzo del Fondo Sociale Europeo, ci sarà una fitta serie di eventi sia in Fortezza, nella giornata del 15, che sul territorio regionale - nell'arco del mese di settembre – con il coinvolgimento attivo e in tanti casi la promozione stessa delle iniziative da parte dei tanti soggetti p ubblici e privati attivi a diverso titolo in questo settore.

"Tutti segnali di una risposta importante – afferma l'assessore regionale Stefania Saccardi (diritto alla salute, sociale e sport) - da parte della collettività intorno a questo appuntamento che abbiamo pensato come momento di bilancio, ma soprattutto di focus sui nuovi progetti e prospettive intorno a un tema come quello dell'accessibilità, che abbiamo posto al centro delle politiche sociali della Regione Toscana, per sottolineare la volontà di di costruire insieme una regione davvero per tutti. Tra le tante iniziative mi preme ricordare il portale Toscana accessibile, strumento di diffusione di informazioni su politiche regionali e servizi disponibili per migliorare l'integrazione sociale, la qualità di vita, l'accessibilità delle persone, e le tante sperimentazioni avviate nell'ambito della disabilit&agrav e;. Azioni che abbiamo attuato e stiamo attuando in stretta sinergia con le associazioni del settore che hanno costituito spesso le vere e proprie promotrici di molte delle nostre attività. A questo fine ormai da quasi un anno è operativo un tavolo di confronto con le Federazioni e i Coordinamenti delle associazioni delle persone con disabilità di livello regionale".

"Come già la giornata preparatoria del 16 giugno – ha concluso l'assessore - la conferenza regionale vuole essere una giornata all'insegna della condivisione e partecipazione, un incontro di una intera comunità, per tracciare le linee di una politica regionale più vicina e attenta alle esigenze di tutti. In questi anni abbiamo fatto tanto, ma tanto abbiamo ancora da fare, per le persone con disabilità, per rendere i nostri servizi più accessibili, più comprensibili, più appropriati ai bisogni di ciascuno. Perché non ci sono disabili ma persone con disabilità".

La conferenza è organizzata dal CRID (centro per l'accessibilità della Regione Toscana) con il fondamentale supporto del settore "Politiche per l'integrazione socio-sanitaria della RT".

Il programma dettagliato della giornata del 15 settembre alla Fortezza da Basso.

Funaro: «Firenze orgogliosa di ospitare l’evento»
L’obiettivo è favorire il confronto e lo scambio di buone prassi e metodologie affinché dalla conoscenza reciproca possano emergere soluzioni e servizi utili da replicare. La 5ª Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità si terrà a Firenze, alla Fortezza da Basso, il 16 e 17 settembre prossimi. Parteciperanno istituzioni, enti del terzo settore e organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie. La conferenza è organizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, presso il quale è attivo l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, in collaborazione con il Comune di Firenze e la Regione Toscana.
L’iniziativa è stata presentata, questa mattina a Palazzo Vecchio. dalla sottosegretaria al Lavoro e delle Politiche Sociali Franca Biondelli, l’assessore regionale al welfare Stefania Saccardi, l’assessore al welfare Sara Funaro e Raffaele Tangorra, direttore generale per l'inclusione e le politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,
“Firenze è orgogliosa di ospitare l’evento che rappresenta una grande opportunità di confronto a livello nazionale sulle politiche legate alla disabilità e sulla promozione dei diritti e l’integrazione delle persone che ne sono affette - ha detto l’assessore al Welfare del Comune Sara Funaro -. Siamo felici che la conferenza si svolga nella nostra città a pochi mesi di distanza dell’approvazione da parte del governo Renzi della legge ‘Dopo di noi’, che introduce il sostegno e l’assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono e nel decennale dell'approvazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Anche noi come amministrazione abbiamo posto il tema della disabilità al centro della nostra azione di governo”.
“Siamo anche orgogliosi della risposta della città - ha continuato l’assessore Funaro – 350 persone offerte volontarie insieme a 30 associazioni. Questa è la dimostrazione che si tratta di un tema importante e sentito sul quale dobbiamo lavorare tutti insieme per garantire sempre più risposte”.
“Le giornate di Firenze rappresenteranno un momento importante per fare il punto della situazione e indicare gli obiettivi futuri - ha detto l’assessore regionale per il Diritto alla salute e al Welfare Stefania Saccardi -. Da sempre la nostra regione pone le politiche sociali e l’attenzione verso chi è in difficoltà al centro delle proprie politiche. Ultimamente abbiamo assistito ad alcune scelte del governo che hanno rappresentato un deciso cambiamento di direzione, ovviamente in positivo. Mi piace pensare che le esperienze della nostra regione e di Firenze siano state decisive per questo risultato”.
Come accaduto nella precedente edizione del 2013, che si è tenuta a Bologna, la conferenza avrà come focus la discussione del Programma biennale di azione sulla disabilità, elaborato dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, che sarà definitivamente approvato entro il mese di ottobre.
Sarà, inoltre, l'occasione per discutere dell'attuazione, da parte del Governo, del precedente programma nonché, più in generale, dello stato delle politiche in favore delle persone con disabilità. Verranno affrontati i temi più significativi per quel che riguarda l'area della disabilità quali la scuola, la salute, la vita indipendente, il lavoro, l'accessibilità, il riconoscimento della condizione di disabilità, il reporting e la cooperazione internazionale.
In particolare, il 16 settembre, dopo l’intervento della sottosegretario Biondelli in apertura dei lavori (previsto alle 10.15), Carlo Francescutti, coordinatore del comitato tecnico-scientifico, illustrerà il ‘Programma d’azione biennale e lavori dell’Osservatorio’. Nel pomeriggio, dalle 14 in poi, toccherà ai gruppi di lavoro, otto in tutto (riconoscimento della condizione di disabilita&768;; reporting e statistiche).
Sabato, invece, si partirà alle 9 con la sessione plenaria coordinata dalla sottosegretaria Biondelli che prevede le relazioni dei rapporteur dei gruppi di lavoro.
Alle 13 le conclusioni del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti.
A identificare la quinta edizione della Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità sarà il logo multicolore disegnato dai ragazzi con disabilità del centro L.I.N.A.R. (Laboratorio invalidi Nave a Rovezzano) gestito dall'associazione dei genitori e dalla cooperativa sociale Matrix. I ragazzi hanno giocato intorno al concetto di diversità: intrecciando forme e colori diversi hanno formato stilizzazioni di persone diverse tra loro (una persona seduta in carrozzina, un uomo e una donna), ma tutte derivanti dalle stesse origini.
La conferenza sarà corredata da eventi collaterali, che vedono il coinvolgimento delle varie Regione che avranno degli stand alla Fortezza da Basso.

PROPOSTA DI II PROGRAMMA DI AZIONE BIENNALE
PER LA PROMOZIONE DEI DIRITTI
E L'INTEGRAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
IN ATTUAZIONE DELLA LEGISLAZIONE NAZIONALE E INTERNAZIONALE
AI SENSI DELL'ART. 5, CO. 3, DELLA LEGGE 3 MARZO 2009, N. 18
SINTESI
Settembre 2016

Con il Decreto del Presidente della Repubblica del 4 ottobre 2013 l’Italia ha adottato il primo “Programma d’Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità” che ha aperto, di fatto, un nuovo scenario di riferimento politico e programmatico su tema. Per la prima volta, infatti, la condizione di disabilità di tanti cittadini del nostro Paese è stata rappresentata nella sua interezza e per il suo valore, non solo come un problema assistenziale confinato entro il perimetro delle politiche di “welfare” ma come un imprescindibile ambito di tutela dei diritti che investe la politica e l’amministrazione in tutte le sue articolazioni, nazionali, regionali e locali.
Questo era, peraltro, l’impegno che l’Italia aveva assunto di fronte alla comunità internazionale con la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità (Legge 18 del 2009) e che ha segnato il definitivo passaggio da una visione delle persone con disabilità “come malate e minorate” ad una visione della condizione di disabilità basata sul rispetto dei diritti umani, tesa a valorizzare le diversità umane – di genere, di orientamento sessuale, di cultura, di lingua, di condizione psico-fisica e così via – e a considerare la condizione di disabilità non come derivante da qualità soggettive delle persone, bensì dalla relazione tra le caratteristiche delle persone e le modalità attraverso le quali la società organizza l’accesso ed il godimento di diritti, beni e servizi.
Il secondo Programma d’Azione, alla cui redazione preparatoria ha provveduto, come previsto dalla normativa vigente, l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità (OND), non può quindi che ispirarsi agli stessi principi che hanno dato spessore e contenuto al Primo Programma:
il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone;
la non discriminazione;
la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società;
il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa;
la parità di opportunità;
l’accessibilità;
la parità tra uomini e donne;
il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità.
Il secondo Programma cade nel decennale della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e riprende in larga misura la struttura del precedente e vuole soprattutto sottolineare l’impegno puntuale a suggerire opportunità concrete di innovazione di cambiamento, secondo una logica pragmatica, una prospettiva progressiva che tiene fermo il valore ideale “alto” e “impegnativo” dei principi ma è consapevole che gli obiettivi più ambiziosi possono essere raggiunti solo attraverso un’azione costante di medio-lungo periodo. Il Programma impegna senz’altro il Governo nazionale ma, allo stesso tempo, stimola il Parlamento, nonché l’azione coordinata e sinergica dei governi locali e, soprattutto, delle Amministrazioni Regionali.
Il richiamo forte, chiaro e ineludibile all’eguaglianza delle persone con disabilità con il resto della popolazione, affermato dalla Convenzione ONU, impone di ridurre tutte le forme di diseguaglianza aggiuntive e tra queste si pongono in tutta evidenza quelle geografiche.
Il Programma si occupa di persone con disabilità ma, proprio nella misura in cui accoglie e cerca di rispondere alla richiesta di “cittadinanza piena e integrale” dei soggetti più fragili e vulnerabili, offre suggerimenti e indicazioni per ripensare complessivamente una società più giusta, coesa e rispettosa delle tante diversità che compongono la comunità nazionale. E’ nello spirito del Programma d’Azione la visione di un giustizia che si misura nella risposta a chi si trova nella condizione di maggior discriminazione.
Da ultimo va sottolineato come il Programma d’Azione nasca da un serio e lungo lavoro preparatorio, che ha visto il coinvolgimento delle più importanti Istituzioni dello Stato, delle Autonomie locali, delle Organizzazioni delle Persone con Disabilità, delle principali Forze sociali, di esperti e ricercatori. Il metodo di lavoro dell’Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità, altamente partecipativo e rispettoso delle disposizioni convenzionali onusiane che richiedono il coinvolgimento attivo delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità, può essere considerato esempio di “buona politica”, nutrita di competenze, partecipazione e visione del futuro.
Dal punto di vista operativo il Programma d’Azione può giovarsi di una imponente mole di documenti, sviluppata in tre anni di lavoro dall’Osservatorio, che approfondiscono e dettagliano le azioni programmatiche indicate. Si tratta di una buona base di partenza per tradurre operativamente le proposte delineate. Il materiale è custodito dall’Osservatorio e dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali e a breve sarà pubblicato sul sito internet dell’organismo, a disposizione di tutti i soggetti interessati e chiamati all’attuazione del Programma d’Azione.
Il presente Programma di Azione biennale, di cui all'articolo 3, comma 5, lettera b), della Legge 3 marzo 2009, n. 18, si pone in continuità con quello approvato con il DPR 4 ottobre 2013 e, come il precedente, si organizza attorno ad alcune aree prioritarie di promozione e tutela dei diritti delle persone con disabilità. Si colloca in una prospettiva coerente ed unitaria rispetto alla politica nazionale e locale, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali della Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 e della Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità, in linea con il quadro delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa in materia di disabilità.
Le priorità di azione sono state declinate in otto linee d’intervento: sette riprendono quelle già sviluppate nel primo Programma, cui si aggiunge una linea di lavoro specifica sul tema dello sviluppo degli strumenti di conoscenza della condizione delle persone con disabilità e dell’attuazione delle politiche a sostegno delle persone con disabilità.
Il Programma rinnova, o propone per la prima volta, interventi largamente necessari e fortemente sentiti da tutti gli interessati: Persone con Disabilità e loro organizzazioni, tecnici ed esperti di settore, funzionari pubblici ed esponenti del mondo del lavoro e dell’impresa. È utile, perciò, riportare sinteticamente i principali spunti che sono sviluppati nel testo nelle otto linee di intervento.

Linea 1 - Riconoscimento/certificazione della condizione di disabilità
Il Programma d’Azione si apre rilanciando il tema di una riforma ampia e strutturale dell’attuale sistema di certificazione della condizione di disabilità, sistema che già il precedente Programma aveva ampiamente descritto come obsoleto, complesso, generatore di possibili diseguaglianze, in ogni caso lontano dallo spirito e dalla lettera della Convenzione ONU. Il Programma d’Azione chiede una legge delega che affronti la tematica in modo globale, superi le norme sull’invalidità civile e la condizione di handicap e ponga le basi per una sinergia tra le responsabilità di riconoscimento della disabilità, che resterebbero a livello nazionale, e l’azione valutativa specifica degli enti territoriali. Alle regioni e alle loro articolazioni operative sarebbe con maggior chiarezza affidato il ruolo di accompagnare le Persone con Disabilità nello sviluppo di un “progetto personalizzato” di intervento con la ricomposizione di tutti i sostegni necessari all’inclusione sociale e all’esercizio dei diritti.
Linea 2 - Politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l’inclusione nella società
Corollario di un nuovo approccio alla condizione di disabilità è il riorientamento dei servizi verso l’inclusione sociale e il contrasto attivo alla istituzionalizzazione e segregazione della Persona con Disabilità. La promozione della vita indipendente e il sostegno all’autodeterminazione non sono più da considerare “settori” dell’intervento di welfare quanto piuttosto criteri ispiratori complessivi del sistema. Deve essere realizzato uno sforzo straordinario di innovazione e di formazione degli operatori. Il Programma d’Azione propone nuovi criteri di qualità e accreditamento dei servizi, l’adozione di linee guida per promuovere i processi di vita indipendente e la deistituzionalizzazione e una revisione dei nomenclatori di servizi e prestazioni per accogliere una nuova generazione di interventi per la promozione della partecipazione e eguaglianza delle persone con disabilità. Il Programma d’Azione riprende e sostiene con forza la proposta di abrogazione dell’interdizione.
Linea 3 - Salute, diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione
Coerentemente con una visone bio-psico-sociale della disabilità il Programma d’Azione riconosce l’importanza cruciale delle tutela della salute delle Persone con Disabilità. Il Sistema Sanitario Nazionale deve fare ancora molta strada per garantire pieno accesso alle cure, qualità degli interventi e rispetto della natura e condizione specifica delle Persone con Disabilità. Il Programma individua tutta una serie di azioni specifiche e puntuali per arricchire e consolidare i Livelli Essenziali di Assistenza e l’integrazione sociosanitaria. Si sottolineano alcuni temi in particolare come il Nomenclatore tariffario delle protesi, la necessità di un intervento specifico e mirato in tema di qualità della diagnosi e intervento a favore della popolazione con disabilità intellettiva e disturbo psichiatrico, l’attuazione della recente Legge sull’Autismo e delle indicazioni delle linee guida sull’Autismo emanate dall’Istituto Superiore di Sanità.
Linea 4 - Processi formativi ed inclusione scolastica
La linea di intervento su scuola e formazione delinea una ricca serie di azioni che vanno tutte nel senso di consolidare e rendere più efficace il processo di inclusione scolastica, di cui il Paese è guida a livello internazionale, anche con un maggiore impegno di monitoraggio e controllo da parte degli organi preposti. Tra gli interventi innovativi si distinguono i progetti per l’ingresso precoce dei bambini con disabilità nel sistema formativo, l’estensione su base di eguaglianza dell’educazione domiciliare per gravi impedimenti alla frequenza; le proposte per garantire una uniforme erogazione del servizio di assistenza nelle scuole. Altri punti si soffermano in vario modo sulla formazione degli insegnanti di sostegno ma anche dell’intero personale scolastico. Un altro tema di grande interesse fatto proprio dal Programma d’Azione è poi quello della continuità tra orientamento/formazione e transizione al lavoro e l’accesso degli adulti con disabilità a percorsi d’istruzione e formazione permanente.
Linea 5 - Lavoro e occupazione
Il nostro Paese ha una lunga e importante tradizione di interventi per l’inclusione lavorativa. Il Programma d’Azione riconosce questo patrimonio e propone una serie importante di interventi volti a aggiornare puntualmente aspetti specifici della la normativa per renderla più efficace nell’offrire occasioni di lavoro e la sicurezza dei lavoratori. Linee di lavoro specifiche riguardano la qualità dei servizi di collocamento mirato su tutto il territorio nazionale. Alle grandi imprese di propongono iniziative quali l’istituzione dell’Osservatorio aziendale e il “disability manager” con l’obiettivo di promuovere l’inclusione dei lavoratori con disabilità nei luoghi di lavoro.
Linea 6 - Promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità
L’accessibilità è un tema ubiquitario e trasversale a tutto il Programma d’Azione, principio chiave per sostenere processi inclusivi e la piena partecipazione delle Persone con Disabilità. La linea progettuale specifica indica la necessità di procedere ad una importante revisione delle normativa italiana in tema di accessibilità dell’ambiente fisico, urbano ed architettonico, che, sebbene a suo tempo innovativa e all’avanguardia, necessita oggi di essere aggiornata per consentire una piena adozione e diffusione dei principi della progettazione universale. Viene raccomandato con indicazioni operative il processo di adozione della normativa europea in tema di accessibilità dei trasporti. Indicazioni specifiche riguardano poi l’accessibilità dell’informazione a partire da quella delle Pubbliche Amministrazioni e si promuove la diffusione delle specifiche tecniche sulle postazioni di lavoro. Di grande rilievo le proposte per rendere accessibili i luoghi turistici e di interesse culturale
Linea 7 - Cooperazione internazionale
L’Italia ha sviluppato un quadro di esperienze, conoscenze scientifiche, tecniche e professionali in tema di disabilità che ha trovato e può trovare sempre più in futuro una importante diffusione nei progetti di cooperazione internazionale. Il Programma d’Azione sostiene l’azione di formazione, diffusione e confronto su temi cruciali quali la gestione delle emergenze, progettazione inclusiva, e la sensibilizzazione e informazione rivolta alla società civile e alle sue forme organizzate. Il Programma d’Azione suggerisce poi il valore strategico di dare visibilità e omogeneità e consolidare la posizione italiana in tema di disabilità sul piano internazionale e propone specifici interventi per raggiungere questo obiettivo.
Linea 8 - Sviluppo del sistema statistico e di reporting sull’attuazione delle politiche
I futuri sviluppi delle politiche e degli interventi devono basarsi su una sempre migliore conoscenza della condizione delle persone con disabilità. Questo Programma d’Azione è accompagnato da una prima versione di un sistema di indicatori per il monitoraggio basati su un utilizzo sistematico dei dati del sistema statistico nazionale. Il Programma d’Azione propone una consolidamento delle indagini correnti ma anche lo sviluppo di nuove statistiche in particolare in un settore cruciale come quello della salute mentale e della disabilità intellettiva. Viene sottolineata l’urgenza di procedere speditamente nell’utilizzo a fini statistici delle basi dati amministrative (prime fra tutte quelle dell’INPS), questione non più rimandabile. Il Programma poi si sofferma sulle proposte per rendere più efficace il ritorno informativo sull’attuazione delle politiche e sugli esiti degli interventi di istituzioni centrali, regionali e locali che è ancora gravemente carente.

Fonte: Ufficio Stampa

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