Referendum, l'analisi: Toscana divisa in due. Dove sono le roccaforti renziane e gli antagonisti

(foto gonews.it)

«Se vince il No non cambia niente», recitava la parte finale dello spot elettorale del comitato per il Sì. Purtroppo non è stato così: solo in 3 regioni il Sì ha prevalso, e a prendersene l'intera responsabilità è stato il premier Matteo Renzi, che ha rassegnato le dimissioni ridando la palla al presidente Sergio Mattarella.

Questo referendum ha avuto una valenza politica in Toscana? Ci sono prove che rispondono affermativamente a questo quesito, come pure smentite nette. Nella patria di Renzi, Lotti e Boschi (rispettivamente area fiorentina, Empolese Valdelsa  e area aretina) non c'è stata lotta: il Sì ha prevalso con maggioranze imponenti. Da includere anche l'area senese tra le terre dove soffiava il vento del cambiamento.

L'isola felice del Pd che dice Sì è ancora l'entroterra toscano, tra cui anche l'Empolese Valdelsa e parte del comprensorio del cuoio (Castelfranco dice No, e a Santa Croce in due sezioni su dodici prevale il No). Nubi verso la Valdera: Santa Maria a Monte (50,59%) e Bientina (51,8%) seguono l'andamento nazionale, Calcinaia regge a fatica l'ondata del No (50,4%, un distacco di 56 voti). Clamoroso il caso di Pisa, dove la provincia vede prevalere il Sì per soli 119 voti ma con il capoluogo che vota da tutt'altra parte (55,2%) , affiancata da Cascina in mano leghista (51%) e Vicopisano (51,9%).

Più che ci si avvicina alla costa e più che spira il vento sardo nemico del governo (la Sardegna sotto questo punto di vista è opposta alla Toscana, tanto da essere sopra il 70%  a favore del No). Da Carrara fino a Grosseto la chiusura alla riforma Renzi-Boschi è totale. In provincia di Lucca il neo sindaco D'Ambrosio non riesce a tirare dalla parte del suo partito la maggioranza dei cittadini di Altopascio (56,5% per il No). Anche Viareggio (54,4% per il No) segue l'onda lunga della Lucchesia, roccaforte di destra.

Per i comitati che hanno affrontato la campagna referendaria con il sorriso è meglio rifugiarsi nel Chianti senese, a San Gimignano (62,1%) per esempio, o tra Bagno a Ripoli (63,1%) e Tavarnelle(64,4%), dove il Sì è forte e convinto. In coppia Prato e Pistoia seguono l'exploit di partecipazione e di consensi alla riforma. Anche Sesto Fiorentino si era detta convinta alla riforma, e ciò stride con la proposta di accentrare al potere statale le competenze sulle grandi opere. Grandi opere come la pista dell'aeroporto 'Peretola'. Ma a Sesto si è votato Sì (57,6%), annullando la valenza politica ipotizzata di cui parlavamo prima.

Insomma la Toscana roccaforte di sinistra, mantra che ormai è caduto da qualche anno a questa parte, non mantiene nemmeno per intero quello che sembrava essere uno status di appoggio a Renzi. Quattro province su dieci si rifugiano verso altri lidi, un'altra per poco non si aggrega.

Elia Billero

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