I funerali di Raghi Cioni a Cigoli: l'ultimo saluto nel pomeriggio

Dopo il rilascio della salma in seguito ai controlli autoptici all'istituto di medicina legale di Pisa, verranno celebrati quest'oggi i funerali di Raghi Cioni, il 30enne morto mentre viaggiava in bicicletta dopo essere stato investito da un pirata della strada in via Maremmana, tra Ponte a Egola e La Serra di San Miniato, nel pomeriggio di giovedì 15 dicembre.

"I santi sogni di Raghi Cioni sono stati spazzati via da un'auto pirata in via Maremmana. Insieme ai genitori, al fratello e la sorella,lo piangono tutti coloro che gli hanno voluto bene", recita il manifesto funebre.

Per chi vorrà donare l'ultimo saluto al giovane, le esequie si terranno nella Pieve di Cigoli (il Santuario della Madre dei Bimbi) alle 15 di oggi, sabato 17 dicembre. La salma arriverà intorno alle 12. I familiari hanno espressamente chiesto non fiori ma opere a favore dei poveri.

IL DOLORE E LA RABBIA

Non può non far parte dei familiari il sentimento di rabbia nei confronti del pirata della strada che ha lasciato il trentenne a terra dopo averlo urtato con il proprio mezzo (in un primo momento si è pensato a un furgone). Gli inquirenti stanno ancora indagando con i pochi indizi a disposizione su come risalire al colpevole, che verrebbe accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso.

A esprimere a nome proprio tutto il risentimento per i tragici fatti di via Maremmana è il fratello di Raghi Cioni, che in un lungo post su Facebook ripercorre queste tremende giornate culminate con il riconoscimento della salma e oggi i funerali.

"Una giornata tranquilla, ceno e mi metto sul divano, appena seduto suonano il campanello.
Apro e vedo i carabinieri, li faccio entrare e restano in silenzio, mi guardano come se volessero prepararmi a qualcosa di brutto.
Non capisco cosa succede, guardo mia madre per capire qualcosa e poco dopo a voce docile e rispettosa ci dicono che è stato investito mio fratello nel pomeriggio e che chi lo ha investito non l'ha soccorso ed è fuggito lasciandolo in una fossa.
Ci dicono che è a medicina legale, È MORTO.
Il silenzio più assordante che abbia mai vissuto.
Guardo fisso negli occhi i carabinieri e non capisco, non so cosa fare, guardo mia madre ed è con le mani sul viso, sta male, non sa neanche lei come fare o cosa dire.
I carabinieri fanno le condoglianze e tornano in caserma, io e mia madre ci sediamo e restiamo in silenzio per 15 minuti col fiato sospeso.
Iniziano a chiamarci, la gente piange, non ci crede, chiedono piu volte conferma.
Da noi non scende una lacrima, siamo frastornati, non ci capacitiamo di quello che stiamo vivendo , iniziamo più tardi a realizzare, a capire, a non vederlo tornare a casa, inizia il dolore, arrivano le prime persone a casa, la gente piange e ti butta giù più di quanto non tu lo sia in quel momento, senti male e stringi forte le persone a te care ma non c'e niente da fare.
Non dormiamo, tanti sospiri, lacrime.
Mi addormento alle 4:30 e alle 5.00 vengo svegliato da mia sorella che piange e ripete ad alta voce "è morto mio fratello".
Non avrei mai pensato di entrare in medicina legale a 24 anni per vedere mio fratello morto su una grata di ferro.

Una cosa chiedo, la voglio e la esigo.
Che venga fuori chi ha ucciso mio fratello perchè di questo adesso si tratta, chi è la persona che per 20 metri l'ha trascinato sul cofano della macchina e che l'ha lasciato al freddo con un un imponente trauma cranico, ferito con lacerazioni escoriazioni senza che nessuno potesse soccorrerlo, lasciandolo morire.
Chi ha visto qualcosa parli, chi ha telecamere e registrazioni le porti dai carabinieri.
Chi ha commesso reato vada a costituirsi.
È una vergogna, chi l'ha investito ha fermato la vita di una persona, di un ragazzo giovane assieme alla sua famiglia. Grazie a tutti per esserci vicini".

Tutte le notizie di San Miniato

<< Indietro
torna a inizio pagina