Capannone a fuoco nella notte, i commenti sulla vicenda

Ecco alcuni dei commenti riguardo il rogo che nella notte di ieri, mercoledì 11 gennaio, ha interessato un capannone occupato da un centinaio di persone (per la maggior parte somale) a Sesto Fiorentino, in via Avogadro 15.

Fi: "Si poteva evitare"

"Sarebbe bastata un'ordinanza del sindaco per obbligare il proprietario dell'immobile a murare porte e finestre ed evitare l'ennesima tragedia. Noi lo avevamo proposto mesi fa, attendiamo di sapere il perché non e' stato fatto". Lo scrive, in una nota, il responsabile nazionale immigrazione di Forza Italia, Giorgio Silli, commentando il rogo del capannone di Sesto Fiorentino in cui una persona ha perso la vita e due sono rimaste ferite.

"Nella scorsa primavera - ha ripreso Silli - tentammo di visitare quella fabbrica abbandonata abitata da centinaia di migranti. Un grigio stabilimento, non certo abitabile, con condizioni igienico-sanitarie precarie: una sorta di limbo dove tutti sapevano, istituzioni comprese, ma nessuno faceva nulla. Una sorta di realtà surreale dove si faceva finta che lo stabilimento fosse vuoto. Tentammo di entrare, insieme alla candidata sindaco Mariolina Tauriello ma fummo presi a sassate. Gli abitanti dello stabilimento vennero avanti con fare minaccioso fregandosene delle forze dell'ordine che ci stavano accompagnando,dileggiando i distintivi che gli agenti in borghese mostrarono".

"Doveva succedere prima o poi - ha concluso -. Sarebbe dovuto succedere. Un incendio, un morto, alcuni intossicati e avrebbero potuto essere di più. 100 sono le persone che adesso sono senza tetto e la stragrande maggioranza di queste non ha titolo di soggiorno. Adesso probabilmente qualcuno si sveglierà, ammetterà che in quello stabilimento c'erano dei migranti, dirà che 'non avevano altro posto dove andare'. Di fatto c'é un morto che le istituzioni della zona avranno sulla coscienza".

Ong Medu, situazione ingestibile

"La situazione qui è ingestibile, abbiamo circa 80 persone e due tende senza riscaldamento che ne possono contenere al massimo 20 ciascuna". Così Serena Leoni, la coordinatrice dell'organizzazione umanitaria 'Medici per i diritti umani' (Medu), che assiste le persone che da quasi due anni avevano trovato riparo nel capannone di via Avogadro, a Sesto Fiorentino, dove la notte scorsa è divampato un incendio nel quale una persona è deceduta e due sono rimaste intossicate. "Le persone hanno chiesto almeno dei bagni chimici che per ora non sono arrivati - dice ancora -, dovrebbe fornirli il Comune di Sesto Fiorentino che sta organizzando anche un pranzo". Stando a quanto affermato dall'esponente dell' organizzazione umanitaria, "il Comune di Sesto starebbe cercando un contatto con quello di Firenze per arrivare a una soluzione condivisa". "Fa freddo, qui - prosegue - si può stare uno, al massimo due giorni".

In base alle informazioni in possesso di 'Medici per i diritti umani', dal maggio del 2015 nel capannone viveva una comunità di persone di nazionalità somala ed etiope, molte delle quali arrivate dopo lo sgombero di uno stabile occupato in via Slataper, a Firenze. "Si tratta di una comunità mobile - afferma Leoni -, dentro al capannone ci stavano dalle 70 alle 150 persone a seconda del periodo dell'anno". Quanto alle cause del rogo "non conosciamo l'esatta dinamica", afferma ancora Serena Leoni.

"Di certo - prosegue - c'è che lo scorso gennaio le forze dell'ordine avevano staccato la corrente", a cui gli occupanti si erano allacciati abusivamente. A seguito dell'episodio, spiega sempre Leoni, "loro si erano ricollegati con un impianto di fortuna". All' interno, aggiunge "lo stabile era stato diviso con pannelli di compensato per creare stanze singole, quando pioveva i locali si allagavano e c'erano fili scoperti".

Il cordoglio di Forza Italia

"Tutto il Coordinamento di Forza Italia a Sesto Fiorentino, unitamente alla Capogruppo Maria Tauriello, partecipa al cordoglio per la scomparsa di Ali Muse, rimasto vittima, ieri notte, durante il rogo scoppiato all’ex Aiazzone a Sesto Fiorentino.

Lo dichiara in una nota Marco Allegrozzi, Coordinatore comunale azzurro a Sesto Fiorentino.

La tragedia di ieri notte a Sesto Fiorentino, con un incendio che ha provocato un morto, era purtroppo prevedibile ed è la conseguenza di una situazione di illegalità e degrado che noi di Forza Italia avevamo da tempo denunciato. Non è questo il momento delle polemiche e delle strumentalizzazioni, ma le responsabilità, ad ogni livello, andranno accertate ed a questa situazione dovrà essere posto definitivamente e rapidamente rimedio restituendo la dignità ai migranti che fino a ieri erano presenti nel mobilificio.

Si unisce al cordoglio anche il Coordinamento provinciale azzurro, il coordinatore Giovannini ed il Vice Gandola che aggiungono: oggi abbiamo avuto la tragica testimonianza di come il modello toscano dell’accoglienza abbia totalmente fallito". .

Arci Toscana: "Tragedia immane"

"Quello che è accaduto a Sesto Fiorentino la scorsa notte è una tragedia immane, che ci interroga nuovamente sul modello di accoglienza prevalente nel nostro Paese, e sulla sua capacità di garantire i diritti essenziali a queste persone". Questo il commento a caldo di Gianluca Mengozzi, presidente di Arci Toscana che denuncia, ancora una volta, come sia necessario ripensare il sistema di accoglienza, rimettendo al centro l'umanità: "L'intera società civile deve avvicinarsi alla questione accoglienza senza perdere di vista il fatto che siamo di fronte a persone che, in quanto tali, hanno il diritto di avere una vita il più decorosa possibile. Per questo il compito delle Istituzioni è quello di ridurre le sacche di disagio e marginalità, che aprono la strada a tragedie come questa e che sono terreno fertile per l'illegalità. Come farlo? In primis rivedendo la legge sul reato di clandestinità e, parallelamente, ripensando il sistema, dandogli un volto più umano, incentivando un modello di accoglienza diffuso, l'unico capace di creare davvero integrazione e di contrastare l'occupazione scriteriata di spazi impropri, come il capannone dove vivevano in condizioni di assoluta disumanità più di 80 persone".

Donzelli (FdI) sul rogo: "Vittima uccisa dai buonisti, l'accoglienza ha fallito"

"Il rogo divampato nel capannone occupato abusivamente a Sesto Fiorentino (Firenze), e che oggi è costato la vita ad un uomo, rappresenta lo specchio della scellerata gestione dell'immigrazione in Italia ed è il volto omicida del buonismo della sinistra che guida le istituzioni. Non possiamo accettare che nel 2017 una persona muoia in queste condizioni: oggi quelle istituzioni hanno sulla coscienza questa vittima". E' quanto afferma il coordinatore dell'esecutivo nazionale di Fratelli d'Italia e capogruppo in Consiglio regionale della Toscana Giovanni Donzelli, che stamani in un sopralluogo effettuato sul luogo dell'incendio ha espresso "profondo cordoglio per la scomparsa del giovane somalo".

"L'episodio di oggi rappresenta il definitivo fallimento del tanto decantato 'modello toscano', che in realtà ha provocato il caos totale perché mosso soltanto da fini di lucro e non si preoccupa né di salvaguardare i cittadini italiani da una clandestinità alimentata e diffusa né di consentire una vita dignitosa a persone che sono state illuse e attirate in Italia. Occorre creare urgentemente un nuovo sistema internazionale in cui chi ha diritto ad asilo politico o protezione internazionale deve essere individuato nelle aree di appartenenza e smistato nei paesi di tutta Europa. Chi non ne ha diritto non può partire - conclude Donzelli - per evitare che possa morire in mare, nelle occupazioni abusive, sia costretto a vivere in condizioni disumane o finisca nel giro della criminalità". 

La Lega Nord: "A Sesto tragedia annunciata. Era fondamentale lo sgombero della struttura"

La tolleranza sulle occupazioni abusive, genera i tragici fatti come quello della scorsa notte a Sesto Fiorentino negli ex locali dell' Aiazzone. Una situazione abitativa inadeguata che perdura da ben due anni, nonostante le costanti lamentele e denunce della Lega Nord a riguardo. Una classe politica che non effettua sgombri, si rende colpevole delle tragiche conseguenze di una situazione insostenibile.

Per evitare che si ripetano fatti di tale gravità, è necessario procedere a ripristinare la legalità nelle situazioni abitative, sgombrare le strutture abusivamente occupate e varare una politica di tolleranza zero verso qualsiasi mancanza di sicurezza anche negli stabilimenti industriali presenti sul nostro territorio.

Questa è l'ennesima morte da imputare all'incapacità di prendere le misure necessarie, per un controllo dell'immigrazione sul nostro territorio, dichiara il Segretario provinciale della Lega Nord di Firenze Alessandro Scipioni. Questo non è altro che il risultato della tolleranza e dell'accoglienza senza se e senza ma; tanta umana solidarietà per le vittime, ma cosa dire a chi ha la responsabilità di aver lasciato trascinare e crescere questo stato di illeciti? Inutile usare parole, non servono, diventerebbero riduttive di ciò che si prova. Conclude la referente della Lega nord di Sesto Fiorentino Gabriella Cittarelli.

Mugnai-Giovannini (FI): "L'incendio è l'ultimo atti di una tragedia annunciata. E' l'ora della responsabilità e della riqualificazione"

"Adesso occorre affrontare la situazione fattivamente: il Sindaco di Sesto Fiorentino chieda immediatamente che il Comitato per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal Prefetto di Firenze, si riunisca quanto prima nella Città di Sesto. Non si perda altro tempo e si inauguri, senza ritardo, una nuova stagione di legalità e sicurezza ripristinando la normalità e la vivibilità nella zona dell’Osmannoro oggi vera e propria zona franca dove degrado e occupazione dilagano.

Si esprimono così Stefano Mugnai, Capogruppo di Forza Italia presso la Regione Toscana e Paolo Giovannini, Coordinatore provinciale Forza Italia Firenze dopo aver appreso la notizia del rogo scoppiato stanotte all’ex mobilificio Aiazzone in Via Avogadro a Sesto Fiorentino.

Fino a ieri notte, gli occupanti hanno vissuto per due anni in stanze ricavate all’interno delle sale dell’ex mobilificio con cartongesso e porte in legno riciclate. Nel gennaio scorso poi scoppiò una vera e propria guerriglia in seguito al distacco dell’energia elettrica poi riattivata dagli occupanti stessi in maniera abusiva. E’ questo il modello di accoglienza del quale la Regione Toscana si fa vanto?

Adesso si avvii un censimento di chi fino a ieri occupava l’ex Aiazzone e dimora ancora oggi nelle baracche dell’ex Liquigas e si proceda ad una riqualificazione vera dell’area.

Non servono soluzioni del momento ma una riqualificazione complessiva".

Lega Nord: "A Sesto una morte annunciata. Da tempo chiedevamo lo sgombero della struttura"

"La tolleranza sulle occupazioni abusive, genera i tragici fatti come quello della scorsa notte a Sesto Fiorentino negli ex locali dell' Aiazzone. Una situazione abitativa inadeguata che perdura da ben due anni, nonostante le costanti lamentele e denunce della Lega Nord a riguardo. Una classe politica che non effettua sgombri, si rende colpevole delle tragiche conseguenze di una situazione insostenibile.

Per evitare che si ripetano fatti di tale gravità, è necessario procedere a ripristinare la legalità nelle situazioni abitative, sgombrare le strutture abusivamente occupate e varare una politica di tolleranza zero verso qualsiasi mancanza di sicurezza anche negli stabilimenti industriali presenti sul nostro territorio. Questa è l'ennesima morte da imputare all'incapacità di prendere le misure necessarie, per un controllo dell'immigrazione sul nostro territorio, dichiara il Segretario provinciale della Lega Nord di Firenze Alessandro Scipioni.

Questo non è altro che il risultato della tolleranza e dell'accoglienza senza se e senza ma; tanta umana solidarietà per le vittime, ma cosa dire a chi ha la responsabilità di aver lasciato trascinare e crescere questo stato di illeciti? Inutile usare parole, non servono, diventerebbero riduttive di ciò che si prova. Conclude la referente della Lega nord di Sesto Fiorentino Gabriella Cittarelli".

Ceccarelli (Vice capogruppo Pd): "Inopportuno che il sindaco Falchi si chiami fuori prima di un incontro in prefettura"

"A poche ore dal rogo che ha sconvolto un dormitorio abusivo a Sesto Fiorentino ci sono parse inopportune certe dichiarazioni fatte dal sindaco Lorenzo Falchi che, tra le righe, si chiama fuori dalla questione migranti. Non è un comportamento da primo cittadino, tanto più esponente della nuova sinistra, mettere le mani avanti prima ancora di sedersi ad un tavolo in Prefettura".

Il Vice Capogruppo del Partito Democratico Andrea Ceccarelli interviene sul rogo avvenuto a Sesto Fiorentino e sulle dichiarazioni del sindaco Lorenzo Falchi che ha detto di non poter far fronte da soli, come Comune, al problema di dare un alloggio per un periodo di tempo più prolungato agli extracomunitari.

"Credo – aggiunge Ceccarelli – che, oltre ad esprimere vicinanza ai familiari della persona deceduta, occorra trovare urgentemente una soluzione per gli stranieri coinvolti. Nessuno discute sul fatto che occorra una soluzione condivisa ma far capire che Sesto Fiorentino si tira fuori dal problema mi pare, francamente, inaccettabile. Non sono passate ancora 12 ore dal rogo e già inizia il gioco dello ‘scaricabarile’. Tutti i Comuni si sono trovati in difficoltà nel gestire la questione dei migranti. Firenze ha fatto la sua parte senza chiedere aiuti ai Comuni limitrofi.

Falchi – conclude Ceccarelli – dovrebbe comprendere che in questi casi la solidarietà umana e la consapevolezza del problema devono essere al centro del problema e non iniziare a dire che a Sesto non c’è più posto per queste persone che vivono in condizioni miserevoli".

Rogo capannone-rifugio, Unhcr: "Ampliare la rete dell'accoglienza"

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime il proprio cordoglio "per la morte di Alì Muse, richiedente asilo somalo che ha perso la vita nell'incendio avvenuto il 12 gennaio in un ex mobilificio di Sesto Fiorentino".

"Questa drammatica vicenda - si legge in una nota - evidenzia ancora una volta la necessità di ampliare la rete di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati assicurando un adeguato sostegno all'inserimento socio economico delle persone che fuggono da violenze e persecuzioni. Soprattutto nelle grandi città, cresce il numero di richiedenti asilo e rifugiati, incluse famiglie con minori, che vivono in situazione di grave emarginazione sociale, e sono in aumento gli insediamenti spontanei e le occupazioni di edifici abbandonati.

L'UNHCR auspica che le autorità diano una risposta che permetta di affrontare in maniera più adeguata i problemi relativi all'assistenza ed all'integrazione, garantendo ai beneficiari di protezione internazionale l'effettivo godimento dei loro diritti".

Pd Sesto Fiorentino: "Un giorno triste per Sesto Fiorentino. Legalità e dignità non più rimandabili"

"Esprimiamo profondo cordoglio per la morte di Ali Muse, di origini somale, che ha perso la vita nel rogo sprigionatosi ieri a tarda sera nella struttura dell’ex-Aiazzone all’Osmannoro e, allo stesso tempo, rivolgiamo un ringraziamento alle forze dell'ordine, a tutta la rete della protezione civile e delle associazioni di volontariato del territorio che si sono attivate per prestare soccorso e aiuto alle numerose persone coinvolte nell’incendio.

Si tratta di una tragedia che colpisce la nostra città e di un evento accaduto in un contesto di occupazione abusiva nota da tempo. Non possiamo sottrarci a domande anche "scomode" ma non più procrastinabili, evitando attacchi gratuiti e semplificazioni. 

Non possiamo permetterci nessun tipo di immobilismo di fronte a una zona del nostro Comune come l'Osmannoro dove convivono sacche di degrado, povertà, illegalità e mancanza di dignità di uomini e donne. In queste prime ore dopo l'accaduto la priorità è quella di gestire l'urgenza, ma la responsabilità sarà quella di indicare la strada per riportare dignità e legalità in tutte le zone del nostro territorio.

Auspichiamo un patto tra istituzioni di cui l'Amministrazione comunale di Sesto deve farsi promotrice in tempi brevi. Che questa vicenda, pur nella sua drammaticità, sia un monito per tutti, a partire dall’impegno per rendere anche solo un minimo di dignità all’uomo che ha perso la vita e alle numerose persone coinvolte nella vicenda".

Rogo capannone-rifugio, Medu: "Ennesima morte annunciata"

"Un'ennesima, odiosa morte annunciata": così, in una nota, in serata Medici per i diritti umani interviene sul rogo del capannone-rifugio in cui ha trovato la morte un somalo di 44 anni.

"Che si possa morire in una condizione di così grave precarietà e degrado, non stupisce. A.M. non è stato vittima solo delle fiamme, ma alla sua morte - scrive il Medu - hanno contribuito un percorso di accoglienza ed integrazione incapace di generare inclusione sociale, la mancanza di reti sociali e familiari, l'impossibilità di accedere a diritti fondamentali, come quello all'abitazione, la passività delle istituzioni. Un'ennesima, odiosa, morte annunciata e prevedibile di fronte alla quale Medu torna a chiedere con forza un'assunzione di responsabilità, quanto meno nei confronti dei sopravvissuti, da parte delle istituzioni locali, in primo luogo i Comuni di Sesto Fiorentino, Firenze e di tutta l'area metropolitana, e nazionali, garantendo una sistemazione abitativa dignitosa, rapida e sicura alle persone che attualmente si trovano in strada, anche in considerazione delle condizioni atmosferiche di questi giorni".

Medici per i diritti umani opera nello stabile dal maggio 2015 prestando assistenza sanitaria e informando sul diritto alla salute. Secondo l'associazione, l'incendio è stato causato da una stufa o da un corto circuito. Già a gennaio 2016, in seguito al taglio della corrente da parte dell'azienda Acea e al successivo tentativo di sgombero dell'edificio, Medu, si legge ancora nella nota, "aveva denunciato pubblicamente le gravi problematiche strutturali ed igienico-sanitarie dello stabile, evidenziando le pessime condizioni di vita degli abitanti e richiedendo al Comune di Sesto Fiorentino l'immediata convocazione di un tavolo con le associazioni e i movimenti che operano a supporto degli abitanti dell' ex Aiazzone, per individuare delle soluzioni abitative adeguate".

Rogo, Rifondazione Comunista: "Oltre al cordoglio servono risposte"

La tragedia che ha avuto luogo questa notte a Sesto Fiorentino si porta dietro, oltre alla rabbia, anche una forte richiesta di risposte.

Un uomo è morto. Un uomo che si era visto riconoscere lo status di rifugiato politico dallo Stato italiano e che, nonostante questo, era costretto, assieme a molti, troppi altri, a dormire in un capannone dismesso.

La questione delle migrazioni viene sempre posta come emergenziale, incrementando così l’avversione della popolazione verso chi cerca un futuro migliore in Italia, quasi a giustificare un sistema del tutto inadeguato a garantire diritti che, non per niente, sono classificati come fondamentali.

Alla tragedia di una vita spezzata si aggiunge quella di un’ottantina di persone che, a causa dell’incendio, sono state costrette a lasciare l’unico riparo dal freddo che erano riuscite a trovare.

Questa situazione richiede una risposta immediata e ragionata da parte dell’amministrazione del Comune di Sesto Fiorentino. Il Sindaco Lorenzo Falchi e l’Assessore alle politiche sociali Camilla Sanquerin hanno il dovere di trovare una soluzione, che non può limitarsi a quella dell’allestimento di tendoni e della distribuzione di coperte da parte della Protezione Civile.

Le domande relative a come si è arrivati alla tragedia sono già importanti: come è possibile che ottanta persone, di cui nemmeno tutte "irregolari", potessero trovarsi in una struttura del genere, abbandonate a se stesse? Le istituzioni erano a conoscenza della situazione?

Onde evitare che altre domande si aggiungano a quelle che già sorgono spontanee, invitiamo la giunta del Comune a prendere immediati provvedimenti affinché venga trovata una sistemazione più adeguata per queste persone. Consapevoli del fatto che la gestione dei migranti non è, data l’assurda legislazione nazionale, una questione facile per le amministrazioni comunali, invitiamo il Sindaco ad aprire un confronto il più ampio possibile, che coinvolga tutte le associazioni che si occupano del tema e che lavorano sul territorio.

Sono questi i punti che riteniamo fondamentali e che vorremmo potessero essere discussi in un incontro con il Sindaco e l’assessore Sanquerin: dalla gestione della situazione dipendono il benessere e la vita di molte persone, date anche le condizioni atmosferiche. Riteniamo che solo una risposta collettiva possa essere considerata appropriata per scongiurare gli scenari peggiori.

La posizione di Pietro Cavallo (M5S)

"Ieri, mercoledì 12 gennaio, in seguito alle vicende tragiche verificatesi all'Osmannoro, in una riunione dei capigruppo tenutasi poco prima dell'inizio del consiglio, è stato deciso all'unanimità di utilizzare l'ODG del consiglio per la discussione su questo tragico avvenimento.

Sono intervenuto per primo, sottolineando la vicinanza alle famiglie delle vittime, ringraziando tutti gli operatori che hanno fornito opera di soccorso.

In seguito ho accennato, fuori da ogni polemica, ad un termine particolare, un aggettivo conosciuto, purtroppo anche all'estero : ALL'ITALIANA.

Un termine con il quale si vuole indicare una modalità di comportamento, una prassi secondo la quale le istituzioni, di qualsiasi livello, nei confronti di un problema di varia natura, fanno finta di non vedere, non prendono decisioni risolutive; la chiamano emergenza. Poi, quando “i buoi scappano”, quando si verifica il dramma, tutti gli attori coinvolti si agitano, soprattutto a parole.

So benissimo che l'attuale amministrazione comunale ha fatto presente alle autorità superiori la situazione di difficoltà e di pericolo di certe situazioni presenti in quella zona, ma ha fatto proprio tutto ? Probabilmente, visto che queste persone non possono vivere all'aperto e che hanno bisogno in tutti i modi di un alloggio, di un “ricovero” e visto che il capannone di Aiazzone è inutilizzato (e occupato) da alcuni anni, a livello legale, sarebbe stato possibile requisire il capannone in questione e renderlo provvisioramente “abitabile”, con il minimo di spesa possibile.

Ho fatto presente anche che il degrado dell'osmannoro non è causato solo dai problemi dell'immigrazione, africana o cinese che sia, ma anche da una mentalità che si è generata e rafforzata negli anni e che ha fatto si che quella dell'Osmannoro fosse comunque una zona “persa”, che non può che essere così; un insieme di scatole realizzate velocemente e malamente per la creazione di poti di lavoro rivelatesi spesso posti di sfruttamento e di degrado sociale.

La mia “deformazione” professionale (sono un architetto) mi porta a far rilevare lo squallore generato dalle brutture costruite negli ultimi decenni in quella zona. Il fatto che sia una zona industriale e che si tratti prevalentemente di capannoni, non giustifica l'accettazione passiva e lo scarso controllo da parte dell'amministrazione comunale, della qualità architettonica degli edifici realizzati. Interventi importanti come quelli di Bricoman (2 ha. circa di superficie) vanno progettati utilizzando l'apporto di idee tramite i concorsi di architettura a livello nazionale; ora quell'edificio, insieme ad altri limitrofi, genera ancora maggiore degrado visivo, che contribuisce ad abbassare notevolmente l'energia del luogo.

Per tornare alla tragedia di ieri notte, noi del M5S riteniamo che le responsabilità principali siano a livello governativo, delle politiche sbagliate sull'immigrazione portate avanti dagli ultimi governi, che hanno favorito il nascere di situazioni emergenziali drammatiche. Solo politiche ferme e attente sull'immigrazione, come espresse più volte dai nostri rappresentanti nazionali, potranno evitare che tragedie di questo tipo possano verificarsi ancora in futuro".

Benedetta Albanese (Metrocittà): "Il primo pensiero è per chi ha perso la vita"

"Nessuno può tirarsi fuori dalle proprie responsabilità. Al tempo stesso solo uno sforzo comune può aiutare i sindaci e le comunità ad affrontare problemi come questo. Solidali con quanti vivono in condizioni di marginalità" "Nessuno può tirarsi fuori dai problemi del territorio e dei suoi abitanti, compresi quelli che vivono in situazioni limite".

Benedetta Albanese, consigliere delegato della Città Metropolitana di Firenze alle Politiche sociali, di fronte all'incendio che questa notte ha provocato la morte di un immigrato in un capannone di Sesto Fiorentino, esprime "dolore per quanto accaduto, per i cari della persona scomparsa e per quanti erano con lui nel capannone che ha preso fuoco. I sindaci non devono essere lasciati soli davanti alle emergenze nè tirarsi fuori quando le responsabilità diventano particolarmente pesanti. Il confronto con la Prefettura e con le forze dell'ordine pubblico, come anche con quanti sono impegnati nella costruzione di comunità solidali, diventa decisivo".

Madau (SI): "Polemica inaccettabile da Ceccarelli"

"Da Ceccarelli una polemica inaccettabile. Sarebbe auspicabile conoscere i fatti prima di darsi a dichiarazioni fuori luogo e inopportune. Prendiamo atto che, in tutta fretta, il vicecapogruppo Pd in Palazzo Vecchio è corso ad iscriversi al club degli sciacalli politici". Così Jacopo Madau, capogruppo di Sinistra Italiana nel Consiglio comunale di Sesto Fiorentino replica alle dichiarazioni del vicecapogruppo Pd in Palazzo Vecchio Andrea Ceccarelli. "L'amministrazione comunale di Sesto Fiorentino è interessata a trovare una soluzione che necessariamente deve essere condivisa, poiché non esistono sul nostro territorio strutture idonee - aggiunge - questa occupazione nasceva da altre occupazioni fiorentine. Si tratta di un problema che coinvolge l'intera area metropolitana: questa è la realtà dei fatti che Ceccarelli dovrebbe quantomeno conoscere prima di parlare e davanti alla quale le istituzioni hanno il dovere di assumersi le proprie responsabilità. La dignità umana e l'accoglienza non sono oggetto del contendere politico: Ceccarelli si vergogni".

Petraglia: “Nessuna speculazione politica sul rogo di Sesto Fiorentino”

Alle porte di Firenze la povertà ha bussato forte, molto forte, facendo morire per i fumi di un incendio un uomo.
"Una tragedia troppo grande che emerge dai miasmi della povertà estrema a cui sono costrette larghe sacche di popolazione” Commenta così la Senatrice di Sinistra Italiana Alessia Petraglia i drammatici fatti di ieri notte a Sesto Fiorentino dove un uomo, Ali Muse, ha perso la vita soffocato per i fumi di un incendio dello stabile dove aveva trovato riparo assieme ad altri uomini e donne in gran parte somali.

“Un uomo di origine somala, che avrebbe diritto alla tutela dell'asilo, ma che è stato cancellato dall'interesse collettivo e da quello della politica e che è stato costretto a trovare un riparo di emergenza, senza diritti e tutele, assieme ad altre cento persone nelle sue stesse condizioni. Non posso non chiedermi perché non siamo in grado di dare accoglienza a chi fugge da fame, guerre e povertà? Perché lo Stato non è in grado di farsi carico della tutela delle persone che sono asilanti o titolari di permessi umanitari?

C'è un'emergenza sociale forte che è la povertà e non è possibile che gli enti locali non abbiano fondi necessari e sufficienti a garantire assistenza e accoglienza. Un problema come questo non può essere, infine, solo scaricato sui singoli comuni. Sul caso di Sesto Fiorentino che sia l'intera Città Metropolitana, il suo assessore al sociale, il suo Presidente a farsene carico e trovare risorse. Se eliminare i costi delle Province voleva invece dire tagliare i fondi per l'emergenza sociale allora ecco che si è svelato il mistero: le politiche di austerity e tagli agli enti locali, ai territori, alle Regioni, hanno prodotto ulteriore emarginazione e non hanno saputo creare percorsi di riduzione della povertà. Oggi è accaduto a Sesto Fiorentino ma quante sono le situazioni sul territorio dell'area Metropolitana ad essere potenzialmente pericolose come l'ex capannone dell'Aiazzone? Ci sono moltissimi altri luoghi dove povertà e precarietà delle condizioni di vita possono innescare questa miscela esplosiva come, ad esempio, nell'area occupata Ex Meyer a Firenze.”

“Quanto accaduto a Sesto Fiorentino ci deve far riflettere anche su un'altra questione: l'accoglienza non è e non può essere solo CIE e HOTSPOT. Chi fugge da guerre e conflitti ed è stato riconosciuto come titolare di diritti di asilo, come chi viene da altre parti del mondo per lavorare nel nostro paese, deve potersi sentire parte integrante di una società che sia capace di riconoscersi nei propri principi e valori costituzionali. Contrastare ogni fenomeno di razzismo, intolleranza, violenza è un dovere civico per poter costruire una comunità solidale, integrata, rispettosa dei propri diritti e doveri”.

Gli uomini e le donne sfuggiti al rogo saranno ospitati per due giorni, fino a sabato, al Palazzetto dello Sport del comune di Sesto Fiorentino. “Sono due giorni nei quali si deve lavorare tutti per trovare alternative di accoglienza a lungo tempo. Per ora Prefetto e Città Metropolitana sono rimasti sordi alla richiesta di sostegno per la risoluzione della situazione di queste cento persone rimaste completamente all'addiaccio. Ma quale altro dramma si deve aggiungere per far comprendere la complessità della situazione?”, conclude la Sen. Petraglia.

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