Salone dei Duecento: nessun rischio per il soffitto, ma Amato (AL) non ci sta

Salone dei Duecento - Palazzo Vecchio

Il soffitto del Salone dei Duecento è costantemente monitorato e non c’è alcun rischio per la sua conservazione o stabilità. E' quanto riferiscono i tecnici della Fabbrica di Palazzo Vecchio, il servizio che si occupa della manutenzione dei beni culturali comunali.

Il soffitto viene controllato periodicamente: l'ultimo sopralluogo qualche giorno fa. Sono stati rilevati distacchi di frammenti di vernice a causa della dilatazione termica causata dalle temperature degli ultimi giorni, rigide e poi più miti, ma questo fenomeno non pregiudica l’integrità del manufatto.

L'intervento di Amato (AL)

"Il soffitto del Salone dei Dugento perde pezzi. Frammenti sono caduti sui banchi dei consiglieri ed altri sono sparsi per tutta la sala prima della seduta odierna: quali sono le cause e che cosa si intende fare?". Così Miriam Amato, consigliera di Alternativa Libera, commenta l’episodio di oggi, di cui è stata testimone diretta all’arrivo nel Salone dei Dugento prima della seduta consiliare.

"Ho trovato molte scaglie di legno e numerosi frammenti sulla pedana e sui banchi occupati dai consiglieri – aggiunge Amato – e ho subito presentato una interrogazione urgente per sapere le cause della caduta di pezzi e quali siano gli eventuali interventi che si rendono necessari per far fronte alla situazione e per evitare nuove cadute di frammenti dal soffitto decorato a cassettoni che è di pregio artistico ed opera di Giuliano e Benedetto da Maiano".

La consigliera ricorda che "il recente nuovo allestimento e la ristrutturazione della Sala che ospita il Consiglio comunale, è costato 640 mila euro, anche se in gran parte sostenute dagli sponsor e che, oltre a non essere all’altezza del salone stesso, ha aggiunto un impianto di riscaldamento e climatizzazione. Un’altra pecca del nuovo allestimento sono i tavolini improvvisati per la stampa ma, soprattutto, la presenza di barriere architettoniche – conclude Amato – ed infatti un disabile non riuscirebbe a raggiungere gli scranni".

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

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