'L'Ultima Cena' di Callossi alla chiesa de Le Botteghe, don Cristiani: "Un affresco che durerà in eterno"

L'affresco 'L'Ultima Cena' (foto gonews.it)

"Si arricchisce una località con un'opera di spessore" commenta l'assessore Cei. L'inaugurazione sarà il 10 febbraio


Venerdì 10 febbraio alle 21.15 alla Chiesa Nostra Signora di Lourdes de Le Botteghe (Fucecchio) sarà inaugurato l'affresco 'L'Ultima Cena' del Maestro Massimo Callossi. Oggi, mercoledì 8 febbraio, l'opera è stata svelata per la prima volta alla presenza dell'artista, di don Andrea Pio Cristiani, dell'assessore alla cultura del Comune di Fucecchio Daniele Cei e del critico Emanuele Barletti, nonché direttore del Museo Annigoni. Si tratta di un affresco che porta la firma di Callossi ma è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione Mario Marianelli e all'aiuto della comunità de Le Botteghe, che ha collaborato in vario modo a rendere più bello il tutto.

Il Maestro Callossi, artista fiorentino considerato l'erede di Pietro Annigoni, ha lavorato al cartone dell'opera per sette mesi e poi in soli sei giorni ha prodotto nella rinnovata chiesa della frazione un affresco che ha già ricevuto il plauso di molti. Sono raffigurati Cristo e gli apostoli durante l'ultima cena ma ci sono alcuni elementi di novità e tratti stilistici particolari, come la presenza di Maria attraverso la Luna e la sua luce, oppure il padule da sfondo che altri non è che il Padule di Fucecchio, teatro di molti lavori del Maestro. Sotto il Pane e il Vino de 'L'Ultima Cena' è inoltre incastonato il tabernacolo ed è quasi un simbolo dell'invito di Gesù Cristo.

"Si arricchisce una località con un'opera di spessore, l'amministrazione è sempre favorevole verso queste iniziative che rendono vivo e attivo il territorio" ha detto l'assessore Cei. L'affresco ha anche una valenza importante stando a don Cristiani, il quale ha contrapposto il messaggio dell'opera al momento che stiamo vivendo: "Un'opera così va in controtendenza con l'attualità. I valori di fraternità e amicizia dell'affresco assumono importanza alla luce della cattiveria, del razzismo e dalle parole dei potenti di oggi. Questo spettacolo di Callossi invece durerà in eterno".

Nel 2017 si continua a fare affreschi e questa è una grande notizia secondo lo storico Barletti: "La tecnica è complicata e difficile, ricalca quella degli storici artisti toscani. Così la parola diventa immagine, ha un impatto immediato ed è fruibile da tutti". Barletti inoltre ha poi colto l'occasione per lanciare l'allarme per il ciclo di affreschi di Annigoni a Ponte Buggianese, dato che le tecniche usate all'epoca adesso si stanno rivelando fallaci dal punto di vista della resistenza.

Quelle di Callossi invece sono frutto di anni e anni di studi e di lavori, alcuni dei quali con Annigoni stesso. "L'opera viene fatta con calce antica, poi si distribuisce il colore con l'acqua. È una specie di cottura a freddo, il fattore tempo è di importanza vitale perché per ogni trenta centimetri di spazio si ha un'ora per dipingere e quindi bisogna essere precisissimi" ha detto Callossi, che ha presentato anche il cartone da cui ha tratto spunto per l'opera.

Gianmarco Lotti

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