Manieristi e Caravaggeschi, il Buon Secolo a Siena


Mette finalmente in luce gli interpreti della pittura senese nel periodo che va dagli inizi del '500 alla metà del '600, il grande progetto espositivo che dal 18 marzo al 30 giugno coinvolgerà tre famosi centri della Val d'Orcia: Montepulciano, San Quirico d'Orcia e Pienza. Esposte circa 80 opere, provenienti da raccolte pubbliche e private, allo scopo di approfondire o far riscoprire la produzione, disseminata su tutto il territorio, di straordinari maestri della Maniera e del Caravaggismo quali furono Domenico Beccafumi, il Sodoma, il Riccio, il Rustichino. Con il titolo 'Il buon secolo della pittura senese. Dalla maniera moderna al lume caravaggesco', l'importante rassegna nasce da un'idea della Fondazione Musei Senesi che i comuni interessati hanno fatto propria, soprattutto per valorizzare il ricco patrimonio artistico custodito in chiese, palazzi, musei.

A curare l'evento nel suo insieme è stato un comitato di esperti (presieduto da Antonio Paolucci), che ha supportato gli studiosi impegnati nelle tre sezioni in cui la mostra si è articolata nelle terre di Siena. Si tratta di un progetto nato dalla volontà di numerose istituzioni, con l'obiettivo appunto di raccontare il 'buon secolo', individuando l'attività di artisti di notevolissimo livello, ancora oggi poco conosciuti. Caratteristica importante del progetto è che tutte le sezioni si aprono al territorio, stimolando il visitatore a ricercare gli altri capolavori custoditi in pievi, monasteri, conventi, piccoli borghi della Val d'Orcia. Le rassegne, in cui il progetto è cronologicamente suddiviso, partono quindi dalla presenza nelle singole località di opere d'arte rappresentative di alcuni maestri del tempo.

Così si parte con il Museo Civico Pinacoteca Crociani di Montepulciano che ospita 'Domenico Beccafumi, l'artista da giovane'. Curata da Alessandro Angelini e Roberto Longi, questa prima mostra prende le mosse dalla tela con Santa Agnese Segni, lì conservata e di recente attribuita al Beccafumi quale opera giovanile. L'allestimento illustra le testimonianze che hanno reso possibile tale riconoscimento e offre uno spaccato sulla storia politica della Montepulciano rinascimentale, nonché sugli esordi finora assai incerti del maestro senese e dei rapporti con altri artisti, quali Girolamo Genga, Fra' Bartolomeo o il Marrina. La seconda mostra è quella ideata a Palazzo Chigi Zondadari di San Quirico d'Orcia e intitolata 'Dal Sodoma al Riccio: la pittura senese negli ultimi decenni della Repubblica'.

Grazie alla curatela di Gabriele Fattorini e di Laura Martini, l'esposizione metterà insieme pale d'altare, dipinti per devozione privata e di soggetto mitologico per focalizzare l'attenzione sulla produzione artistica senese nel periodo che va dal Sacco di Roma (1527) alla fine della Repubblica (1559). Qui lo spunto é stata la monumentale 'Madonna col Bambino e i santi Leonardo e Sebastiano' (conservata nell'oratorio della Misericordia) di Bartolomeo Neroni detto il Riccio, cui la selezione riserverà un focus affiancato alla tarda attività del Sodoma. Ma non mancano altri maestri del tempo, da Giorgio di Giovanni a Giomo del Sodoma, da Domenico Beccafumi a Marco Pino.

L'itinerario d'arte nelle terre di Siena si concluderà a Pienza, nel Conservatorio San Carlo Borromeo, dove sarà allestita la rassegna 'Francesco Rustici detto il Rustichino, caravaggesco gentile', curata da Marco Ciampolini e Roggero Roggeri. Lo spunto questa volta è la presenza, nella chiesa di San Carlo Borromeo, di una pala del Rustichino raffigurante la 'Madonna col Bambino e i santi Carlo Borromeo, Francesco, Chiara, Caterina e Giovanni Battista', mediante la quale sarà possibile indagare il naturalismo caravaggesco fiorito a Siena.

La mostra presenterà numerosi capolavori di quelle personalità artistiche che tanta importanza ebbero nell'evoluzione stilistica del Rustici come Orazio Gentileschi e Antiveduto Gramatica. Ad essi si affiancheranno le opere realizzate da altri pittori senesi, quali Rutilio e Domenico Manetti, Bernardino Mei, Astolfo Petrazzi e Niccolò Tornioli che, in misura diversa, subirono l'influsso della pittura naturalista.

Fonte: ANSA (di Nicoletta Castagni)

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