Toscana prima regione a equiparare i liberi professionisti alle imprese

La Toscana è la prima regione italiana ad equiparare i liberi professionisti alle imprese, dando così loro la possibilità di accedere ai fondi comunitari e a tutti i bandi. Anche i liberi professionisti, così come le micro, piccole e medie imprese, potranno dunque accedere al Programma del FESR, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. La Regione Toscana ha approvato una delibera che fissa i requisiti necessari per l' accesso dei liberi professionisti ai bandi e agli avvisi per le agevolazioni alle imprese del POR FESR 2014-2020.

“Una decisione importante - commenta Franco Pagani, che oltre ad essere il Vice presidente della Commissione regionale dei soggetti professionali della Toscana che aveva promosso l’attenzione sul tema, ha una visione sul livello nazionale quale vice presidente nazionale Confassociazioni - decisione che apre finalmente le porte al riconoscimento dell’attività svolta dai liberi professionisti alla crescita economica del nostro Paese. Non dimentichiamo che i professionisti rappresentano il 10% degli occupati toscani e circa il 20% del pil. Ma al di là di tutto i professionisti costituiscono un elemento imprescindibile per la crescita del sistema delle imprese e rappresentano un’interfaccia fondamentale con le istituzioni. Questo riconoscimento apre a un nuovo sviluppo delle professioni, che necessitano di fare un passo in avanti e aprirsi all’internazionalizzazione e ai processi di condivisione. Molto importante anche l'altra novità annunciata, che riguarda la modifica della legge regionale 73/2008 per l’istituzione, tra le altre modifiche, dell'osservatorio delle professioni intellettuali presso l’Irpet (agenzia regionale); questo permetterà di mantenere un quadro prospettivo aggiornato sulle professioni e capire, valorizzare e interpretare al meglio il dinamismo che caratterizza di ciascuna di esse. Uno strumento importante - aggiunge Pagani -   anche per orientare l’accesso alla professione da parte dei giovani, in un settore così dinamico e fondamentale per lo sviluppo del paese, evitando l’inutile dispendio di competenze in filiere formative che non danno più effettivi sbocchi occupazionali, concentrando l’attenzione su quelle maggiormente attrattive con ricaduta positiva sistemica propria dei servizi altamente qualificati delle professioni intellettuali”.

Fonte: Ufficio Stampa

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