Guido Cagetti, annivesario di morte del pittore delle vittime di Sant'Anna di Stazzema

Quattro anni fa, il 31 marzo 2013, in Viareggio, la mattina di Pasqua, ci lasciava il pittore Guido Giulio Cesare Cagetti. Nato il 17 luglio 1935 a Seravezza, visse tra Querceta, Firenze, Lucca e Viareggio.

Diplomatosi presso l'Istituto d'Arte di Massa, frequentò, a Firenze, il Magistero dell'Istituto d'Arte di Porta Romana, fu allievo di Dazzi e Carrà, nonché il più giovane pittore del "Quarto Platano" di Forte dei Marmi.

Dipendente della Provincia di Lucca come agente di Polizia Provinciale, ha lasciato un corpus di ben 1500 opere di qualità e pregio, riguardanti molteplici tematiche come: "Autoritratti", "Il lavoro", "Donne", "Sacrificio 1944", "Il Cristo", "Sul territorio", "Animali", "Natura morta". Imponente anche la produzione relativa agli inchiostri e alle chine.

Della qualità dell'opera di Cagetti pochi sapevano fino alla mostra "Guido Cagetti.Memoria d'arte. Il simbolo e il messaggio", tenutasi da ottobre 2016 a gennaio 2017 a Seravezza presso il Palazzo Mediceo, curata dal giornalista e critico d'arte Lodovico Gierut.

Altre iniziative sono in via di definizione.

Nei quadri spicca la scelta cromatica che Cagetti, legato al paesaggio di Viareggio e della Versilia, abbina alle famose figure di donne forti dal timbro apuano, eredi degli antichi Liguri-Apuani - il Popolo delle Statue Stele -  ai cavatori, ai contadini, ai pescatori, appassionati e sereni nel duro lavoro quotidiano.

I dipinti sono caratterizzati da una straordinaria e peculiare luminosità: i rossi d'amore e di sacrificio, i gialli-luce della preghiera genuina, i blu della serenità, i verdi del regno vegetale, di quella natura che lui amava e rispettava.

Grande rilievo ha nella sua opera il ciclo dedicato alle Vittime di Sant'Anna di Stazzema del 1944.

In Cagetti sono ben visibili ferite lancinanti, dolori di singoli e di gruppi, la fede e l'amore espressi con l'intenzione sempre raggiunta di selezionare i valori che il raziocinio stesso ha voluto portare, levando alla materia il superfluo e usando l'essenza per concretizzare un'autonoma comunicazione.

 

Fonte: Guido Cagetti Arte

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