Piaggio male in Borsa dopo l'ipotesi di aumento dei dazi Usa. I sindacati: "Una sciagura"

foto d'archivio

Piaggio in perdita dell'1,5% a 1,842 euro, in Piazza Affari (mentre l'All share guadagna lo 0,1%), dopo le indiscrezioni del Wall Street Journal sulle intenzioni dell'amministrazione americana di imporre dazi punitivi del 100% sugli scooter Vespa, oltre che su prodotti di altri marchi, in risposta al bando Ue sulla carne di manzo usa di bovini trattati con gli ormoni. Ieri il titolo della Piaggio ha chiuso a 1,87 euro.

Piaggio ancora giù in Borsa, -3% su timori dazi Usa
Continua la discesa della Piaggio in Piazza Affari, dopo le indiscrezioni sui dazi che l'amministrazione americana potrebbe imporre sugli scooter Vespa. Il titolo cede il 3% a 1,815 euro.

Ore 13, aggiornamento

Dopo aver perso, in mattinata, fino al 4% a 1,785 euro, in Piazza Affari il titolo Piaggio sembra essersi stabilizzato su una flessione attorno al 3% a 1,81 euro. A influire sull'andamento degli scambi sono i rumors sull'intenzione dell'amministrazione americana di introdurre dazi 'punitivi' per l'importazione della Vespa. Dopo aver guadagnato il 22% dal primo marzo al 28 marzo, quando ha toccato il picco del mese a 1,904 euro, già nella seduta di ieri, con i primi rumors, il titolo ha cominciato a perdere, chiudendo in ribasso dell'1,8% a 1,87 euro.

Ore 18: chiusura a -0,5% dopo i timori dei dazi

Piaggio riduce le perdite in Borsa e chiude le contrattazioni in calo dello 0,5% a 1,86 euro, dopo le indiscrezioni sui dazi che l'amministrazione americana potrebbe imporre sugli scooter Vespa. Il titolo ha avviato la seduta in calo dell'1,5% per poi allungare le perdite fino al 3%. Nel pomeriggio il recupero con la chiusura a -0,5%.

Piaggio: cede 4% in Borsa, analisti al momento 'cauti'

Il titolo Piaggio perde il 4% in Borsa, a 1,79 euro. A pesare è la possibilità che gli Stati Uniti introducano dazi 'puntivi' sugli scooter Vespa. Sia sul Ftse Mib sia sull'All Share nessun altro titolo sta subendo particolari contraccolpi. La notizia "non è positiva - commentano gli analisti Mediobanca - ma restiamo cauti fino a quando" non sarà ufficializzata. Il report ricorda che "le vendite di Piaggio negli Usa ammontano a circa il 5% del giro di affari annuale" e che sono "tutte rappresentate da importazioni, in quanto la società non ha fabbriche negli Stati Uniti". Gli analisti di Banca Akros ritengono la notizia "potenzialmente negativa", ma ricordano che "non è la prima volta che circolano rumors analoghi".

I sindacati: "Una sciagura"

"Se questa indiscrezione venisse confermata per Pontedera sarebbe una sciagura". Non usa mezzi termini, Graziano Barsotti, delegato Uilm all'interno della Piaggio, per commentare le indiscrezioni giornalistiche relative alla minaccia di dazi punitivi che Donald Trump starebbe studiando nei confronti dei prodotti Ue, tra i quali anche la Vespa Piaggio. "Nello stabilimento di Pontedera - sottolinea Barsotti - produciamo 15-20 mila Vespe l'anno destinate al mercato americano e una sensibile riduzione di questo mercato avrebbe ripercussioni gravissime anche sulla pianta organica della fabbrica che già è in difficoltà: qui alla Piaggio da anni andiamo avanti con i contratti di solidarietà e la mobilità volontaria e lavoriamo appena 7-8 mesi l'anno.

Domani avremo un incontro con l'azienda e chiederemo spiegazioni precise anche su questo punto". Benedetto Benedetti, segretario della Uilm di Pontedera, chiama invece in causa anche il Governo: "Da anni aspettiamo che la politica batta un colpo, ma purtroppo in Italia è sparita quasi del tutto la politica industriale: di fronte a questi scenari però servono risposte forti". Le stesse che invoca il segretario provinciale della Fiom Cgil, Marco Comparini: "Per anni ci hanno propinato che la globalizzazione sarebbe stata la soluzione dei problemi, ora ora si torna alla localizzazione. Prima ci hanno portato via le produzioni in nome della globalizzazione e del costo del lavoro sempre più basso, adesso minacciano di portarcele via per trasferirle dove si vendono i prodotti. Purtroppo la politica, soprattutto in Europa, è completamente supina ai mercati finanziari e non è più in grado di dettare nessuna regola e, a prescindere chi governa, le scelte sono condizionate dalla Troika. Non basta una risposta del governo italiano, servono risposte forti a livello europeo".

Il sindaco di Pontedera: "Ue contrasti scelte Trump"

"Penso che di fronte a queste situazione anche l'Europa dovrebbe fare sentire con forza la propria voce. E' necessario contrastare certe scelte di Trump, non solo sul terreno politico ma anche culturale. Prima i muri adesso il protezionismo". Lo ha detto all'ANSA il sindaco di Pontedera (Pisa), Simone Millozzi, commentando le indiscrezioni relativi alla possibile introduzione di dazi punitivi per i prodotti europei, tra cui la Vespa della Piaggio, allo studio dell'amministrazione Usa. "Questa situazione - ha aggiunto Millozzi - è molto preoccupante e necessita di una risposta altrettanto netta, perché è chiaro che certe soluzioni protezionistiche potrebbero innescare un guerra commerciale al ribasso che avrebbe riflessi negativi sui lavoratori ma anche sui consumatori. Inoltre, da anni invito i governi nazionali ad attivare politiche di sostegno alla manifattura italiana, anche se la scarsa attenzione su questo comparto mi pare che continui ad esserci".

Piaggio: "I dazi non preoccupano, Usa pesa meno 5% ricavi"

La notizia dei dazi del 100% sui prodotti europei non coglie di sorpresa e, in particolare, non preoccupa la Piaggio che, secondo quanto riferiscono fonti vicine all'azienda. A metà febbraio l'azienda ha partecipato assieme al CEO dell'AMA (American Motorcyclist Association) e ai responsabili di BMW, Ducati, KTM, Husqvarna a un 'public hearing' presso gli uffici dell'U.S. Trade Representative per spiegare le possibili ricadute sull'economia e sull'occupazione locale. Per il gruppo Piaggio peraltro il mercato americano complessivo corrisponde a meno del 5% del fatturato.

Inoltre, si sottolinea, la fetta dei veicoli esportati verso gli Stati Uniti, inferiori ai 500cc è ancora inferiore. Sul mercato la notizia, di cui erano circolate indiscrezioni già a febbraio, si può immaginare già scontata e secondo gli operatori possono considerarsi prese di beneficio sul titolo dopo che nell'ultimo mese è salito di quasi il 20%. Non ultimo, ricordano in ambienti finanziari, il braccio di ferro sui dazi è una tecnica usata ciclicamente dalle amministrazioni americane, ogni 10 anni (accadde nel 1998 e 2008).

La produzione indiana rispetta le norme delle emissioni

Già da alcuni mesi Piaggio ha avviato "la produzione di veicoli 2, 3 e 4 ruote conformi alla nuova normativa sulle emissioni, Bharat Stage IV, che entrerà in vigore dal prossimo primo aprile" in India. Lo rende noto il gruppo in un comunicato. "Nello specifico - viene spiegato - lo scooter Aprilia SR 150 immesso sul mercato indiano lo scorso agosto rispondeva fin dagli esordi della produzione alla normativa stringente in tema di emissioni, mentre i modelli di Vespa e i veicoli commerciali a tre e quattro ruote prodotti nello stabilimento di Baramati (nello stato del Maharashtra), vengono prodotti conformi agli standard Bharat Stage IV già dal febbraio scorso". Piaggio, viene aggiunto, "è riuscita a rispettare con anticipo la nuova normativa senza rischiare di avere ricadute in termini di produzione e vendita. I concessionari presenti nel Sub-Continente indiano dispongono già di veicoli del Gruppo Piaggio 'Bharat Stage IV', e l'eventuale stock dei dealer residuo (al massimo equivalente a poche settimane di vendita) verrà gestito in conformità con la direttiva sulle emissioni emanata della Corte Suprema indiana".

Bagnoli (Rsu Piaggio): "Una ritorsione, già tanti indignati"

Se Donald Trump porterà in fondo l'idea dei dazi "sarà solo una ritorsione perchè noi non vogliamo le carni con gli ormoni, ma ho visto che già negli Stati Uniti sono tanti gli appassionati della Vespa che si sono indignati. Vedremo". Simone Bagnoli della Rsu (Fiom-Cgil) della Piaggio è in pausa lavoro e fuori dai cancelli parla della notizia arrivata stamani dagli Usa: "Per la verità in fabbrica pochi ne erano a conoscenza: ognuno pensa sempre di più al proprio orticello", dice con amarezza. Ma l'idea dei dazi rilanciata da Trump non è proprio una sorpresa: "Nell'ultimo incontro, circa due mesi fa, fu proprio Colaninno - spiega - ad avanzare questa ipotesi, evidentemente era già nell'aria". Certamente gli Stati Uniti non sono uno dei maggiori mercati per la Vespa, "ma chi ama questo marchio continuerà a comprarla" aggiunge il sindacalista della Fiom. "Il problema è che non si capisce dove vogliono andare gli Stati Uniti, che fino a poco tempo fa erano i portabandiera del neoliberismo e ora Trump fa questa inversione di rotta. Forse - conclude Bagnoli - qualche problema in più anche per la Piaggio ci sarà, ma il problema è che negli ultimi dieci anni abbiamo avuto un calo del 50% per la crisi dei mercati e non sarà facile riprenderlo".

Davanti a cancelli Piaggio timori. Ma c'è anche chi plaude e dice: "Facciamolo anche noi"

Davanti ai cancelli della Piaggio dopo l'annuncio dato da Trump di voler mettere i dazi sulla Vespa i sentimenti sono diversi, anche se a prevalere è quello della paura, del timore che questo "possa portare nuovi problemi alla storica fabbrica di Pontedera", dice Danilo uscendo in pausa. Ma c'è chi, senza mezzi termini, plaude come Stefano all'idea di Trump: "Fa bene, e dovrebbe farlo anche l'Italia". Al cambio di turno chi esce non sempre è informato della novità, anche se in fabbrica stamani certamente era uno degli argomenti all'ordine del giorno. "Il vero problema sarà per i giovani - aggiunge ancora Daniele - perchè sempre meno lavoro loro riusciranno a trovare qui a Pontedera". In realtà la cittadina alle porte di Pisa già da qualche anno risente della crisi del mercato delle due ruote: "Sono due anni che a Pontedera non viene quasi più nessuno, eppure qui tutti passavano, venivano a vendere e a comprare. Ora si dura fatica ad andare avanti", commenta amareggiato Umberto Bilancia, da 32 anni proprietario del ristorante 'Il Cavallino Rosso', da sempre uno dei punti di ritrovo dei dirigenti Piaggio, dei tanti ospiti che arrivavano a Pontedera e dei rappresentanti che arrivavano in fabbrica per vendere i loro prodotti.

Garzotto (Fim): "Il problema non è lui ma l'Italietta"

Il problema non è Trump ma la reazione, o meglio la non reazione "è se non continuiamo a fare l'Italietta". Claudio Garzotto, segretario della Fim/Cisl, più che dai dazi di Trump sembra preoccupato da quelle che eventualmente potrebbero non essere le reazioni dell'Italia e dell'Europa, "un'Europa dove, tra l'altro, le regole continuano ad essere diverse. Basta pensare che in Francia gli scooter di cilindrata 125 si guidano con la patente A, qui ci vuole quella di categoria B", aggiunge. Il problema dei dazi "ce l'abbiamo già con l'Asia: loro ci fanno arrivare qualsiasi prodotto, per noi se portiamo qualcosa là, ci sono subito i 'balzelli'", conclude Garzotto.

Sonetti (Pd): "Sarebbe scelta sciagurata"

Il solo pensiero di imporre pesanti restrizioni al mercato della Vespa Piaggio, come per altri storici marchi italiani, riporta alla mente momenti più bui della storia quando imperversavano protezionismi nazionalisti e si preparavano le future guerre - così il segretario Pd Massimiliano Sonetti alla notizia di possibili dazi doganali al mercato delle due ruote da parte degli Stati Uniti d'America -. Mi unisco all'appello del sindaco di Pontedera Simone Millozzi all'Unione Europea e nella critica al presidente statunitense Donald Trump, che sta cercando di eliminare anni di scambi economici e culturali tra l'Europa e gli Usa. Prima la costruzione dei muri e il seminare odio razziale e culturale, poi lo smantellamento degli importanti risultati ambientali dell'amministrazione Obama, con il ritorno ad un uso estremo del carbone, ora l'imposizione di dazi per affossare il mercato dei prodotti dell'alta qualità italiana ed europea. Da segretario provinciale Pd, ma anche da cittadino pontederese che ha avuto l'onore di servire il suo comune, considero tutto questo un insulto. Un insulto a chi ha reso grande la Piaggio, a coloro che con il sudore, ieri come oggi, si sono guadagnati da vivere e ad una cittadina che, grazie anche a politici locali lungimiranti, ha sempre difeso, tutelato e rilanciato la fabbrica, simbolo dell'alta qualità nostrana nel mondo".

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