Giannoni (Nursind): "Quasi il 90% degli operatori di pronto soccorso vittima di aggressioni"

“Quasi il 90% degli operatori del Pronto Soccorso ha subito aggressioni di natura fisica o verbale nel corso degli ultimi 5 anni. Un fenomeno in crescita in Toscana, così come in tutto il territorio nazionale, che va affrontato prima di tutto attraverso una maggior informazione dei cittadini”. A dichiararlo è Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, presentando le iniziative in programma per venerdì 12 maggio, Giornata Internazionale dell’Infermiere, dedicata quest’anno al tema della prevenzione della violenza.

Diversi i punti informativi aperti al pubblico in tutta la Toscana, in occasione della Giornata: a Firenze gli infermieri del Nursind allestiranno alcuni stand all’Ospedale di Careggi, al nuovo Ospedale S. Giovanni di Dio (Torregalli) e al Meyer dalle ore 10 alle 16; all’Ospedale di Empoli dalle ore 10 alle 16, all’Ospedale di San Donato di Arezzo dalle ore 8 alle 14.

“Chi lavora nelle unità più a rischio – spiega Giannoni – conosce bene la gravità del problema. Nei reparti di Pronto Soccorso, Psichiatria e Geriatria in particolar modo le minacce fisiche e verbali nei confronti degli operatori contribuiscono ad un costante clima di tensione. Il fenomeno è in aumento, come abbiamo avuto modo di denunciare più volte. Solo nell’ultimo mese in Toscana abbiamo registrato almeno una decina di casi di pazienti violenti nei confronti di infermieri e altri pazienti. Casi che spesso non vengono neanche denunciati dai diretti interessati”.

“Denunciare è fondamentale – prosegue il coordinatore del Nursind Toscana – ma è la prevenzione la direttrice principale su cui dobbiamo muoverci per aggredire la violenza nelle corsie è la prevenzione. Recenti studi nazionali e internazionali evidenziano che, al di là delle patologie che colpiscono i pazienti aggressivi, una delle molle scatenanti è la scarsa conoscenza da parte dei cittadini di come funziona il sistema emergenza urgenza”. Di qui la campagna di informazione e sensibilizzazione avviata dal Nursind.

“Sono necessari interventi ad ampio raggio – continua– che vadano dalla formazione del personale al rafforzamento delle piante organiche, da una maggior presenza delle forze dell’ordine nei presidii ospedalieri all’adeguamento delle strutture, fino alla sottoscrizione di protocolli specifici per intervenire rapidamente in casi del genere. Anche perché – conclude Giannoni - le aggressioni verbali e fisiche influiscono negativamente sul rischio clinico, in un ambiente in cui l’infermiere è già sottoposto a un forte carico di stress”.

Ufficio Stampa Nursind Toscana

Fonte: Nursind - Ufficio Stampa

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