Palio di Fucecchio: Sant'Andrea, il cuore insuese della città

Continua lo speciale sul Palio di Fucecchio: andiamo alla scoperta della contrada Sant'Andrea


Prima ancora del Palio di Fucecchio c'erano gli insuesi e gli ingiuesi. Non ci vuole l'algebra per capire chi fossero gli uni o gli altri, al massimo servirebbe la geografia. L'eterna lotta tra insuesi e ingiuesi coinvolgerà anni dopo anche Indro Montanelli, non proprio un fucecchiese qualsiasi, e ancora oggi è piuttosto sentita. Per conferma chiedere alla Nobile Contrada Sant'Andrea, il cuore di Fucecchio e il centro storico della città. Segni particolari: al cento per cento insuese.

Con cinque palii a referto (1987 – 1991 – 2009 – 2012 - 2017 , Sant'Andrea è una contrada a suo modo naturale come possono esserlo le frazioni. Si può fregiare del vanto di poter essere una delle poche contrade "visibili" pure da lontano, dato che è tutta sul colle storico del Comune. Culturalmente e turisticamente non la batte quasi nessuno: il Palazzo della Volta, il Palazzo Pretorio, la Chiesa di San Giovanni Battista, l'Abbazia di San Salvatore, la rocca e il Parco Corsini sono tutti in Sant'Andrea.

Si tratta di una contrada che trasmette il passato glorioso della città e dalla quale si ha una visione a trecentosessanta gradi di tutte le altre rivali del Palio. A proposito di rivali, ufficialmente Sant'Andrea non ne annovera nessuna. A parte gli ingiuesi, ovviamente.

Sant'Andrea: l'araldica e la storia

Chi è stato a Fucecchio sa chi sono i Della Volta. E proprio questa famiglia ha dato il via alla nascita della contrada, che prende il nome dal patrono. La chiesa di Sant'Andrea è nell'attuale piazza dell'ospedale e precede storicamente la costituzione della contrada. C'è chi fa risalire l'edificio religioso al XIII secolo, mentre alcuni documenti parlano della costruzione avvenuta quasi cento anni prima. Tra il 1200 e il 1300 si parla già di Contrada Sant'Andrea, dato che il borgo costituitosi attorno alla chiesa era stato per l'appunto rinominato Borgo Sant'Andrea.

Le famiglie ricche e potenti dell'epoca risiedevano nella parte più alta, praticamente presso piazza Lavagnini. Tutto il poggio era dominato dal Castello di Salamarzana, la cui Porta Nuova in corrispondenza della torre di Castruccio fungeva da ingresso al borgo. L'antica pieve di San Giovanni invece era vicina alla Volta omonima, in pratica un'ampia curva che scendeva dall'ospedale a piazza Vittorio Veneto. Questa Volta dette nome alle famiglie magnatizie riunitesi in consorteria nei pressi della curva: i Della Volta, e tutto torna.

Con l'attuale rassegna Salamarzana, Fucecchio ha voluto rievocare lo spirito dell'epoca. E quindi da una parte le botteghe che vendevano il pesce di Usciana - o meglio, Gusciana - e dall'altra il gioco dei dadi e le meretrici. Il tutto nel centro storico che, oggi come allora, è il centro nevralgico del Comune.

Lo stemma di Sant'Andrea è un trinciato di verde e di rosso con la classica croce ancorata dell’uno all’altro e bordata d’oro; sul tutto profilo di torre, inoltre è cimato di corona di nobile. Fede e valore, ma anche nobiltà e vittoria sono i capisaldi della contrada, che festeggia il suo patrono (Sant'Andrea, appunto) il 30 novembre.

Sant'Andrea: 2012 - Palio bagnato, Palio fortunato

Il 20 maggio 2012 il trentaduesimo palio di Fucecchio va a Sant’Andrea. Giuseppe Zedde ha tagliato per primo il traguardo con Nanneddu, regalando alla contrada rosso-verde il quarto successo, dopo quelli conquistati nel 1987, 1991 e 2009. Pista bagnata, eccome. La pioggia non sembra arrendersi, anzi. Ma il palio ha il suo vincitore. Il terreno della Buca di Andrea regge e le contrade non si fanno attendere sul prato e sulle tribune  del ‘circuito’ fucecchiese, colorato dagli ombrelli dei tantissimi presenti in buca. La prima e la seconda batteria vanno via tranquille, nonostante il maltempo e qualche bizza di troppo.

Alle 18.15 appuntamento con i due giri e “un po’” che assegneranno il cencio firmato da Fabrizio De Poli. Con qualche minuto di ritardo Renato Bircolotti chiama i finalisti al canape: entra per primo Torre, con Antonio Siri su Nottifrimmesmai, seguito da Sant’Andrea, con Giuseppe Zedde su Nanneddu, San Pierino, con Alessio Migheli su Plutarco de Bonorva, Porta Raimonda, con Francesco Caria su Ninos, Ferruzza, con Virginio Zedde su Misteriosu, Cappiano,  con Giovanni Atzeni su Narcisco, Porta Bernarda, con Silvano Mulas su Intiveddau, e di ricorsa Samo, con Simone Mereu su Manna de Ozieri. Mossa ‘lampo’, pochi minuti tra l’ingresso e il via alla corsa che ha portato in contrada Sant’Andrea il cencio 2012.

"È giusto e più che meritato festeggiare questa vittoria..un’ennesima prova di tenacia, volontà, abilità che paiono davvero nel sangue di chi nasce e vive nell’’in’ su: se ripercorriamo la storia, dai Della Volta, ai primi volontari che compierono il miracolo di ritirar su dalle rovine il Palazzone fino allo stesso Montanelli e alle vittorie recenti (al buio nel 2009, con la pioggia battente oggi): sarà anche una casualità, ma forse vale veramente la pena di dire che con gli insuesi non c’è proprio niente da fare" furono le parole di Giovanni Malvolti.

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