Chiarugi, molto partecipato l'incontro pubblico. L'analisi del sindaco

Il sindaco Buselli

E’ terminato intorno alla mezzanotte di ieri l'incontro pubblico indetto dal sindaco e dal presidente del Santa Chiara sul complesso e articolato tema del complesso Chiarugi.

«L'incontro – sottolinea il sindaco di Volterra Marco Buselli - è stato molto partecipato, con una rappresentanza qualificata del mondo dell'associazionismo (Lec, Volterra Jazz, Vai Oltre, Sos), ma anche da comuni cittadini, peraltro di generazioni diverse. Si è sviluppato da subito un dibattito costruttivo, che, partendo dal Chiarugi, come icona delle sfide quasi impossibili, ha abbracciato il tema del riuso degli immobili abbandonati nel Comune di Volterra, che è stato affrontato dalla nostra Amministrazione con il recupero della scuola in Piazza Inghirami (dove si è insediato il college universitario di Detroit) e di Villa Aeoli (dove col gioco di squadra Comune, Asl, Santa Chiara è stato possibile realizzare una riabilitazione psichiatrica con venti posti di lavoro), ma anche con la demolizione di volumi irrecuperabili, come è avvenuto a Fontanella. Un altro tema che è uscito più volte nella serata è quello del futuro di immobili importanti, come il Conservatorio o il Teatro Persio Flacco, sulle cui sorti la cittadinanza si fa domande. Su questo ho promesso di promuovere un incontro pubblico in futuro con l'Accademia dei Riuniti, che è la proprietaria del complesso, ma anche con la Fondazione Crv e la Cassa di Risparmio di Volterra. Sul Chiarugi, immobile di circa 11mila metri quadri e quattro piani di altezza, c'è stato l'embrione di un progetto di recupero da diciotto milioni di euro, poi svanito nel nulla. Il fabbricato è iscritto a bilancio per il Santa Chiara ad 1.400.000 euro. Non è facile pensare a soluzioni nell'immediato. Rimangono due strade aperte. La prima, più utopica, è quella del recupero del complesso, che potrebbe ospitare una molteplicità di funzioni (dall'incubatore di nuove attività alla casa delle arti e dei mestieri, dal centro di aggregazione polifunzionale ad un centro di servizi e sviluppo per le imprese locali etc) a beneficio diretto della comunità. L'altra, che prevede un beneficio indiretto, consiste nel proseguire la ricerca di una vendita dell'immobile sul mercato, anche a fini ricettivi, nonostante il momento per l'immobiliare non sia dei migliori. Un punto di debolezza, che cercheremo di risolvere urbanisticamente, è il nodo viabilità e accessibilità alla struttura. Sono emerse anche soluzioni shock, come quella ventilata dall'eclettico Nico Bruchi, che consiste nell'abbattimento del fabbricato, dopo averne “celebrato” un funerale ad effetto. Sono contento che questo tema abbia sviluppato un dibattito importante in città. Vuol dire che c'è interesse, quindi non tutto è perduto. Crediamo, contrariamente a quel che ci è stato contestato ieri da Giacomo Santi e dall'associazione Vai Oltre, che si debba prima discutere dal basso, per poi far fiorire delle progettualità, su cui poi, successivamente, impostare dei ragionamenti relativi ai costi per restituire l'agibilità al fabbricato. Perché la fattibilità, anche economica, dipende poi da cosa ci si vuol fare. Avere progetti credibili "nel cassetto" potrebbe portarci un giorno quindi a trovare la soluzione, anche in termini di finanziamenti o con progetti a rete, da costruire su scala nazionale e internazionale. La mail sindaco@comune.volterra.pi.it rimane aperta per proposte, suggerimenti, critiche costruttive, idee»

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