Tra danze sufi e fuori programma etnici chiude il Palio di San Rocco 2017

Qualche parola per tirare le somme della nona edizione del Palio di san Rocco Pellegrino / Festival del pensiero popolare (8-16 agosto 2017), voluta fortemente dal Comune di San Miniato e da San Miniato Promozione e organizzata dalla Filarmonica Giuseppe Verdi, dal Movimento Shalom e dalla Casa di riposo Del Campana Guazzesi. “Un’edizione importante, sulla quale riflettere e partire a lavorare per il futuro – così dice Andrea Mancini, della Conchiglia di Santiago -. Vorremmo andare avanti nel nostro progetto, ribadire la sua importanza e la sua unicità. Anche in articoli sulla stampa nazionale è stata segnalata la particolarità del nostro festival, che unisce teatro e cinema, incontri e mostre, ricreativo e culturale… come si diceva in una vecchia battuta. Del resto anche alcuni politici hanno detto proprio questo, in particolare: l’assessore e il sindaco di San Miniato, Giacomo Gozzini e Vittorio Gabbanini, e anche il presidente del Consiglio Regionale, Eugenio Giani, che ha voluto partecipare alla nostra festa”.

Quest’anno il Palio era dedicato ai giovani e nei nove giorni della manifestazione si sono susseguiti spettacoli, concerti e soprattutto incontri di altissimo livello. Il Festival del pensiero popolare è partito dal rapporto con la politica, insieme alla più giovane consigliera regionale della Toscana, cioè Alessandra Nardini, che ha parlato delle leggi soprattutto toscane verso le nuove generazioni. Poi si è discusso della violenza verso i giovani. Un incontro di grande valore, con la scrittrice Marilina Veca, don Andrea Cristiani e Silvia Della Monica, senatrice della Repubblica e soprattutto magistrato impegnata con Falcone e Borsellino, ma anche nel processo al mostro di Firenze. Gli altri pomeriggi hanno avuto tanti altri temi e persone di spessore, dalle ragazze dell’Empoli Ladies, appena promosso in serie A, all’IHP, Italian Horse Protection di Alberi, impegnato nella cura dei cavalli maltrattati, dai giovani produttori di carciofi agli allevatori di capre, da Simone Migliorini, attore premiato con il San Rocco 2017 al vescovo Migliavacca, che ha parlato del suo recentissimo viaggio in Terrasanta, insieme a un gruppo di 44 giovani che hanno portato la loro testimonianza, insieme a lui.

Ma il rapporto con i giovani è andato a parare anche in tante altre forme, in particolare quelle dello spettacolo: dall’”Agamennone” di Eschilo, realizzato da un gruppo di giovani attori, agli straordinari concerti di FuoriTempo, un folto gruppo di giovani che da Trento sono venuti a mettere in gioco la loro arte di esecuzione, ma anche di direzione, giacché anche il maestro era un ragazzo giovanissimo.

Di grande intensità anche molte altre performance in programma dalle “Consonanze” di Caterina Trombetti e Antonella Natangelo, al “Don Milani” di Claudio Ascoli e Monica Fabbri, dal “Cammin di Sigerico” di Alessio Guardini e del suo gruppo Gandalus, fino al “Pan…crazio” di Simone Migliorini; poi alle esibizioni dei Vincanto e del gruppo CoRe, con gli anziani delle case di riposo della zona. Tutti hanno fatto capire quanto il teatro possa essere difficile, ma allo stesso tempo “popolare” e adatto a tutti i pubblici.

Insomma nove giorni intensissimi, completati da tanti altri momenti ludico ricreativi, dalle bellissime cene della Filarmonica Giuseppe Verdi alle serate danzanti con la Michele e Sabrina Band, dall’omaggio a Paolo Villaggio fino ai bellissimi giochi che hanno visto la piazza Buonaparte piena di bambini festanti, questo il 16 di agosto, festa appunto di San Rocco Pellegrino.

Ultima cosa almeno da segnalare sono le mostre, tutte importanti, sia quelle fotografiche, con Pasquale Moffa, Andrea Lippi, fino alle bellissime immagini dedicate al lavoro di un cuoco come Paolo Fiaschi, realizzate da Daniele Alamia. Poi quella più documentaria a cura di Manuela Parentini (che ha guidato anche una seguitissima visita della città), dedicata alla San Miniato della Prima Guerra Mondiale. Arrivando infine alle due mostre d’arte, quella di Giulia Bilardo, una singolare esposizione di scultura, di chiocciole robot realizzate in pietra, in marmo e in gesso; e l’altra, ospitata nella chiesa di San Rocco, di Daniela Billi, che ha lavorato con grande ispirazione sulla figura di “Jesus, un uomo di oggi”, un bellissimo ciclo pittorico tutto ispirato al dio sceso sulla terra.

La Billi è stata anche autrice dell’opera che il sindaco Vittorio Gabbanini ha donato a Simone Migliorini per il suo impegno culturale: Nella stessa serata si sono voluti premiare anche Silvia Russo, una signora austriaca che per il quinto anno consecutivo partecipa al Palio di San Rocco: Francisco Sancho Ramirez, un grande camminatore spagnolo, che ha attraversato l’Europa in lungo e in largo e Chech Dibah, un giovane medico senegalese, tra i richiedenti asilo ospitati nella casa Shalom di Collegalli.

Proprio la presenza dei richiedenti asilo ha dato forza alla festa, come dice ancora Mancini: “Forse la serata più emozionante è stata proprio quella quasi improvvisata dei ragazzi di Collegalli, un intenso fuori programma, tra narrazione, canti e danze etniche, un vero viaggio nel mostro mondo, perché accanto agli africani, di varie nazioni sub sahariane, c’erano alcuni pakistani, e a loro si è unito Kassim Bajatly, professore all’Università di Mosul, in Iraq, o meglio in un container a sessanta chilometri da una città devastata dalla guerra; alla serata hanno partecipato in molti, italiani e stranieri, tra l’altro Beatrice Blake e suo marito, che hanno voluto tradurre dall’inglese e dal francese, usato da alcuni degli attori”.

Il momento più intenso della serata è stato quando Kassim Bajatly si è alzato, iniziando a ballare il Sufi, questa inquietante danza religiosa, tipica di quelle zone. “Bajatly è uno studioso e maestro di queste danze – dice ancora Mancini -. Per questo l’ho invitato ad entrare in scena. Lui si è messo a girare in tondo, non sapevo cosa sarebbe successo. Ma la danza è un linguaggio universale. Patrick, un giovane camerunense, ha iniziato a muoversi davanti a lui, mimando i movimenti della tigre. Il pubblico ha capito la magia dell’azione, da lì in poi anche altri sono entrati in gioco. Ne è nato uno degli spettacoli più emozionanti a cui ho assistito nella mia vita”.

Fonte: La Conchiglia di Santiago

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