Tesori in guerra: oltre 1200 visitatori, tantissimi stranieri

Sono già oltre mille e duecento i visitatori, tantissimi stranieri (in particolare inglesi, tedeschi e americani), che si appassionano alle avventurose vicende delle opere d’arte pistoiesi nei tormentati anni della seconda guerra mondiale. Nei giorni scorsi anche la vicepresidente della Regione, Monica Barni, ha visitato il chiostro di San Lorenzo. C’è tempo fino al 20 settembre per vedere la mostra fotografica Tesori in guerra, l’arte di Pistoia tra salvezza e distruzioni evento promosso dall’Istituto storico della Resistenza di Pistoia, insieme alla Fondazione CDSE (Centro documentazione storico etnografica) con il sostegno della Regione Toscana e della Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia.

Sessanta le foto inedite in mostra, provenienti in larga parte dai fondi del Gabinetto fotografico della Galleria degli Uffizi e della soprintendenza di Firenze Pistoia e Prato. Venti pannelli documentari raccontano le avvincenti e a tratti drammatiche vicende delle opere d’arte pistoiesi inserendole nel contesto toscano. Dalla ricerca condotta dalla storica dell’arte Alessia Cecconi, curatrice del progetto regionale Resistere per l’arte, e dallo storico Matteo Grasso, direttore dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia, sono emerse vicende inedite. Quella, avventurosa e a lieto fine, che riguarda i bassorilievi monumentali più celebri della città che furono razziati dai tedeschi mentre erano custoditi alla villa medicea di Poggio a Caiano e furono ritrovati, con opere di Donatello e Michelangelo, nel castello di Neumelans a Campo Tures, in Alto Adige. Per riportare a casa la splendida lunetta del portale maggiore del Duomo con il suo elegante archivolto e la volta di Andrea della Robbia, l’altra lunetta con l’incoronazione della Vergine di Benedetto Buglioni dell’Ospedale del Ceppo, e - addirittura- lo Stemma del Comune della Scuola del Verrocchio si mobilitarono i monuments men americani e, in Vaticano, Giovan Battista Montini, futuro papa Paolo VI.

I tesori della città, a partire dall’emozionante Visitazione di Luca della Robbia, furono protagoniste di una vera e propria fuga per la salvezza. intrecciando le loro vicende a quelle dei capolavori degli Uffizi. Incalzato dai bombardamenti e dalle razzie il nucleo più significativo delle opere delle chiese e del museo civico fu trasferito almeno tre volte, Dalla Villa Medicea di Poggio a Caiano (1940) alla villa di Pian di Collina di Santomato (Pistoia) nel 1943 e poi a Firenze (1944) disseminato tra laGalleria dell’Accademia (dove nel ’44 troviamo appunto la Visitazione), Palazzo Pitti e il Museo degli Argenti. Nella villa Beretta a Pian di Collina di Santomato, nel 1943, vennero portati, per essere messi in sicurezza, una ventina di capolavori degli Uffizi, da Filippo Lippi a Beato Angelico, da Luca Signorelli a Rosso Fiorentino. Insieme c’erano anche i capolavori più preziosi delle chiese pistoiesi e del museo civico.

TESORI IN GUERRA

L’arte di Pistoia tra salvezza e distruzione

8-20 settembre 2017 - Orario 15-18

Chiostro di San Lorenzo (piazza San Lorenzo), PISTOIA

Fonte: Ufficio Stampa

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