Al 'Welcome to Pisa' il nuovo lavoro di Ozmo: Ritratto di Galileo Galilei

Sono in questi giorni cominciati i lavori per la quinta creazione del festival “Welcome to Pisa”. “Ritratto di Galileo Galilei” di Ozmo, è l’ultima realizzazione, in ordine di tempo, del festival di arte pubblica, dopo “Re-Nasci” di Gaia, Pisa 01”  di Moneyless, Arno, 30 toni di Alberonero e “River Stories” di Tellas. Ozmo, artista pisano, realizzerà un murales sulla parete esterna di un palazzo privato, situato in via Conte Fazio.

Ciò che rende unica questa quinta realizzazione è il soggetto. Un’opera iconografica dedicata allo scienziato e astronomo pisano Galileo Galilei. Un grande profilo del maestro è incorniciato in basso dagli strumenti usati per lo studio del cielo, tra i quali il telescopio inventato dallo scienziato.  Dal profilo, inoltre, emergono il cielo notturno e i pianeti che per lunghi anni Galileo ha osservato. Il murales è una sorta di medaglia – simbolo della città di Pisa e della sua storia di polo per lo studio delle scienze. Un’inclinazione alle scienze e all’avanguardia, confermata nel nostro secolo, con la costruzione a Pisa del primo computer italiano nel 1957 presso l’Università; e, ancora oggi, confermata dalle eccellenze nel campo della robotica, tra cui spiccano le ricerche del Sant’Anna e l’impegno della città e delle sue istituzioni alla organizzazione del Festival Internazionale della Robotica.

«L’idea del ritratto di Galilei deriva dalla mia volontà di cercare soggetti specifici per la città in cui dipingo, il suo territorio e la sua storia.  Dato il legame dello scienziato con la città, Galileo Galilei è a Pisa un elemento iconografico e simbolico per l’osservatore– dichiara Ozmo -. L’opera vuole essere un simbolo per la città e un monumento a Galileo Galilei». Ozmo, artista contemporaneo che ha gettato le basi della moderna street art, le sue opere sono state ospitate presso il MACRO e il Museo del Novecento a Milano. Ozmo è originario di Lari e a Pisa ha realizzato l’opera muraria “Il ritratto di PI” presso l’SMS, nel gennaio 2013.

«Sono molto soddisfatto perché è stata proprio la famiglia Fontani – Gemignani a proporsi per la realizzazione del Murales -  spiega il curatore Gian Guido Maria Grassi  ̶ . Quest’opera che è realizzata su una casa privata, si inserisce nel quartiere, nell’ambiente abitato dalle persone. In questo modo l’arte non solo riqualifica l’ambiente urbano ma diventa partecipata, perché sta nei luoghi dove le persone vivono quotidianamente. Tutto ciò è rivoluzionario».

Con quest’ultimo murales arriva a compimento il progetto di Welcome to Pisa nel centro di Porta a Mare. Proprio via Conte Fazio conta ben tre opere: “River Stories” presso il circolo Acli, “Ritratto di Galileo Galilei” sull’abitazione privata di Fontani – Gemignani Galatini, “Pisa 01” sulle pareti del deposito della polizia idraulica (lato Conte Fazio). In più, sempre sul deposito della polizia idraulica, lato Lungarno San Giovanni al Gatano, si trova “Arno, 30 toni”. Infine, si ricorda l’opera più imponente, “Re-nasci” situato sulle mura esterne della Sant Gobain su via Aurelia.

«Il festival si chiude con il riferimento alla figura di Galileo, certamente molto evocativa. Un simbolo di cambiamento e di rottura dei paradigmi   ̶   sottolinea Andrea Ferrante, assessore alla cultura   ̶ . L'idea che un quartiere possa trasformarsi anche così, coinvolgendo la sua comunità in un progetto di arte pubblica, è in effetti una novità recente».

Il festival di arte contemporanea “Welcome to Pisa” è promosso dal Comune di Pisa, in collaborazione con il curatore Gian Guido Maria Grassi e il coinvolgimento del quartiere e del Consiglio Territoriale di Partecipazione 2. La direzione esecutiva dei lavori è affidata a Roberto Pasqualetti, dirigente alla qualità e al restauro dei beni storico artistici. “Welcome to Pisa” ha un partner di primo livello nell’Università di Pisa, che permette ai suoi studenti di effettuare tirocini formativi presso l’organizzazione del festival. L'iniziativa gode anche di un entusiastico e rilevante contributo di sponsor e sostenitori privati Caparol centre, Soci Unicoop, Confesercenti, Cna, e Met, di Luca Benedettini per la fornitura delle attrezzature elevatrici.

OZMO (Gionata Gesi), nato a Pontedera nel 1975, si forma all’Accademia di Belle arti di Firenze e nel 2001 si trasferisce a Milano dove partecipa come protagonista alle idee innovatrici e alle correnti di rottura della sua generazione, gettando le basi insieme a un gruppo di amici di quella che sarebbe diventata la street art italiana; di questi anni rimane come emblema il Leoncavallo, dove ha dipinto parte di quella che Sgarbi ha definito la “Cappella Sistina della modernità”; ama però tornare in Toscana e ha già omaggiato la propria città con “il ritratto di PI”. La sua ricerca visiva figurativa si esprime variamente (con graffiti, installazioni, tele,…) ed è  immaginifica; attinge dalla tradizione con una sensibilità “rinascimentale” e fa frequente riferimento a fonti e citazioni che “remixa” con fantasia in chiave personale e contemporanea elevandole spesso a simboli e riferimenti enciclopedici: “la fantasia è il collante invisibile che lega tutto. Gli elementi X, per i quali attingo dalla tradizione non necessariamente artistica, sono cose che preesistono indipendentemente dai miei disegni, che incontro nella vita di tutti i giorni e poi anche nella pratica artistica. Alla base però c’è la fascinazione per le immagini, è un qualcosa che subisco sin da bambino ed è l’attitudine che muove tutto. Per alcuni anni ho anche smesso di disegnare a mente, nel senso che il fatto di poter attingere non solo dalla mia fantasia ma anche da immagini esterne è stata un’idea che mi ha dato un sacco di spunti e mi ha permesso di agire in maniera abbastanza neutra… un po’ come se le figure che copiavo fossero dei ready made. E poi c’era anche l’aspetto del furto, ossia di appropriarsi indirettamente prima di tutto degli spazi urbani e poi anche delle fonti, riprendere dei quadri famosi…”.  Tra le sedi prestigiose che hanno ospitato, in Italia e all’estero, le sue numerose esposizione ricordiamo il Museo del Novecento di Milano e il MACRO sul quale ha realizzato un’opera permanente.  http://www.ozmo.it/

 

Fonte: Ufficio Stampa

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