Mps, Antonveneta e altre questioni nell'audizione di Carmelo Barbagallo

foto d'archivio

Il capo della Vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo è stato chiamato in audizione alla commissione parlamentare di inchiesta sulle banche italiane. Dal suo commento su Mps sono emersi molti dettagli interessanti: nella crisi ha avuto un ruolo preponderante la Fondazione, che "ha inteso mantenere una posizione di rilievo anche quando non c'erano più le condizioni, erodendo il proprio patrimonio",oltre ai "comportamenti gravi e fraudolenti posti in essere sin dal 2008 dai precedenti esponenti di vertice" e ai "rischi finanziari che hanno messo in grave difficoltà Mps".

Secondo Barbagallo gli npsl hanno minato "in profondità l'equilibrio economico-patrimoniale" generando "perdite nell'ultimo decennio per circa 26 miliardi". Infatti, nel biennio 2009-2010 i crediti hanno raggiunto "il picco di circa 160 miliardi".

Il caso Antonveneta

"Le perdite sui crediti arrivano da tutto il territorio nazionale, non solo dalla ex Antonveneta", spiega Barbagallo, cercando di porre nella giusta ottica la situazione. Però quando i vertici Mps andarono a novembre di 10 anni fa presso Antonveneta "per verificare la situazione tecnica e organizzativa, avrebbero potuto tornare indietro nel caso in cui avessero trovato problemi rilevanti".

La Vigilanza doveva sorvegliare sull'acquisto di Antonveneta? "La definizione del corrispettivo rientrava nell'esclusiva responsabilità delle parti - racconta - e il prezzo era stato stimato usando il dividend discount model, verificato attraverso un confronto con i multipli di mercato, secondo quanto specificato nel comunicato della banca".

Bankitalia specificò che Mps avrebbe dovuto rafforzare il patrimonio dell'istituto e mettere mano a delle criticità di Antonveneta pochi mesi dopo il controllo, spiega ancora. Ma la banca veneta non aveva problemi di solidietà.

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