Giulio Mangani lascia il Pd ma rimane sindaco: Montespertoli 'mosca bianca' dell'Unione

Giulio Mangani

Il terreno su cui l'ex premier Matteo Renzi continua la sua avventura politica continua a farsi incerto. A dimostrarlo la scissione interna che ha portato alla creazione di Articolo Uno-Mdp e il tentativo a sinistra di creare un progetto alternativo al PD. Il consenso è in calo e lo stilnovo renziano sembra essere messo in discussione.

Così accade il paradosso che mentre a Firenze si tiene la Leopolda, santa sanctorum del renzismo, nell'Empolese Valdelsa, roccaforte dell'ex premier, uno degli undici sindaci decide di lasciare il PD: Giulio Mangani, primo cittadino di Montespertoli, è il primo dell'Unione dei Comuni che non rinnoverà la tessera del Partito Democratico.

Sabato ha partecipato all'assemblea territoriale 'Per una nuova proposta' che si è svolta al circolo Cascine di Empoli ed è stato eletto tra i 4 delegati dell'Empolese Valdelsa che parteciperanno all’assemblea nazionale del 3 dicembre a Roma, insieme ai 1.500 provenienti da tutta Italia. L'obiettivo dell'assemblea è quello di presentarsi alle prossime elezioni con un nuovo soggetto politico di centrosinistra nella quale confluiranno soprattutto Art.1-MDP, Sinistra Italiana e Possibile. Sembra che questo soggetto sarà una lista civica supportata da una gran parte del mosaico della sinistra non renziana. Nel documento conclusivo si legge nero su bianco la "necessità di presentare un’unica lista alle prossime elezioni politiche per costituire subito dopo un unico soggetto politico civico e di sinistra [...] attraverso l’effettiva costituzione di un Quarto Polo, radicalmente alternativo alle politiche della destra, del Partito Democratico e del M5S".

Un addio che arriva da lontano

Uno scollamento netto da Renzi che arriva dopo un lungo periodo in cui Mangani sembrava essere un corpo estraneo all'interno del partito: nell'aprile 2016 si schierò contro il referendum sulle trivelle, poi nel marzo scorso partecipò alla costituzione del comitato per il sostegno alla candidatura di Andrea Orlando a segretario nazionale del PD, insieme al collega di Certaldo Giacomo Cucini.

E a ben vedere il suo sguardo è stato sempre rivolto a sinistra: nel 2014, al suo secondo mandato, Mangani fu l'unico degli 11 sindaci dell'Empolese Valdelsa ad essere sostenuto da SEL e da Rifondazione Comunista. Ancora: Montespertoli è l'unico Comune dell'Unione ad avere un assessore in quota Sel (Cinzia Farina) ed uno in quota Rifondazione (Mauro Mucciarelli).

La scelta di Magani, quindi, non è arrivata inaspettatamente e all'interno del PD era filtrata la possibile intenzione di scegliere questo nuovo percorso, anche se non ci sarebbe stata nessuna comunicazione ufficiale. Da un punto di vista formale Mangani non avrebbe ancora rinnovato la tessera PD (scadenza al 31 dicembre 2017) e a questo punto non lo farà.

A confermare questo progressivo disamore per il PD a guida Renzi è lo stesso Mangani contattato da gonews.it: "È una scelta maturata a lungo. Negli ultimi due anni la mia adesione al PD è stata poco più che formale: ho cercato di mantenere un profilo basso partecipando alle iniziative politiche strettamente indispensabili e talvolta, come nel caso delle trivelle, andando contro la linea nazionale. Ho contribuito a fondare localmente il PD di cui ero responsabile, ho lavorato per farlo nascere, ma poi si è fatto un cambio di politica e non mi trovavo più d'accordo con la linea nazionale".

Il riferimento è soprattutto alle politiche renziane sul lavoro, alla gestione dell'immigrazione, al fisco, ma anche al modo in cui il 'savoir-faire' renziano ha modificato la natura stessa del partito: "C'è stato un cambio di rotta sia nel dibattito interno e nei modi di conduzione del partito - continua Mangani -, sia nei valori politici a cui tendono le leggi proposte". Quest'ultimo chiaro riferimento alla 'centralizzazione' ideologica del PD che ha spostato la geografia politica del partito verso il centro e non senza il tentativo di stringere l'occhiolino all'elettorato di centrodestra.

Un nuovo progetto politico, ma Mangani resta sindaco

Dovremo vedere se dall'assemblea del 3 dicembre a Roma uscirà davvero un nuovo soggetto politico unitario chiamato a portare avanti l'ambizioso progetto di ricomporre il 'puzzle' della sinistra. E sarà importante capire se il futuro (probabile) di questa nuova forza politica si legherà a stretto giro con il futuro di Giulio Mangani che nel 2019 finirà il suo secondo mandato e non sarà ricandidabile.

Ma Mangani esclude di partecipare alle prossime elezioni che lo costringerebbe a lasciar vuoto l'ufficio del sindaco: "Devo portare avanti il mio mandato e escludo nella maniera più assoluta di lasciare. Ho preso un impegno con i cittadini e sono intenzionato a portarlo avanti. Io devo fare il sindaco". Insomma l'impegno di Mangani per la nuova lista sarà strettamente politico e non istituzionale.

Il sindaco di Montespertoli nutre fiducia per questo progetto che ritiene possa davvero nascere come valida alternativa di sinistra a Renzi: "Fino ad ora non avevo aderito ai singoli partiti, ma adesso ho scelto di appoggiare quella che sarà una lista civica. L'Italia non ha bisogno di altri gruppi politici frammentati, ma di una prospettiva complessiva che possa rispondere ad esigenze che il panorama politico attualmente non dà. Credo che questa sia un'opportunità di rimettere insieme un mondo frazionato e costituire il punto di riferimento necessario per alcune istanze che oggi non vengono rappresentate. È un buon punto di partenza, ma dobbiamo lavorare anche in prospettiva a lungo termine: dopo le elezioni dovremo portare avanti un programma e non litigare"

Cosa cambia nei rapporti con il PD: il consiglio comunale e l'Unione

Adesso sarà interessante come e se cambieranno i rapporti in consiglio comunale e soprattutto nell'Unione dei Comuni, dove il monopolio PD sarà interrotto con l'entrata di una forza 'antagonista'. In consiglio comunale non sembrano esserci avvisaglie di tempesta e il consenso della maggioranza per Mangani non dovrebbe subire contraccolpi. È altrettanto impensabile la 'rottura' dei rapporti con i suoi colleghi dell'Empolese Valdelsa, anche perché sulla carta l'Unione è un soggetto istituzionale (e non politico) a cui Mangani ha attivamente partecipato.

Questo è anche il pensiero del sindaco che spiega: "Spero che gli interessi di area prevalgano su quelli di bottega. Da parte mia c'è l'impegno a portare avanti il mio lavoro nell'Unione. Negli anni ho lavorato in modo assiduo e programmaticamente non cambia niente anche perché la lista a cui ho aderito crede nell'Unione. Mi auspico che si riesca a portare avanti un clima collaborativo al di là della ruggine". Insomma l'antagonismo sul livello nazionale non precluderebbe la collaborazione a livello locale.

Ci aspettiamo quindi una proficua cooperazione (sempre che da entrambe le parti non si scelga di affidarsi alle barricate ideologiche), ma certo il cambio di casacca ha un interessante valore politico. E dato che da sempre le opposizioni definiscono l'Unione come un "carrozzone politico del PD", questo sarà un banco di prova per l'Ente.

Il commento dello stesso Mangani su Facebook

"A volte nella vita si devono fare scelte non facili uscire dalla comodità e uscire all'aperto, guardando oltre. In molti hanno contribuito a fondare il partito democratico, partecipando a primarie ed eventi che io stesso in questa zona ho organizzato spendendoci una buona fetta della mia vita. Ho creduto profondamente in quel progetto e prendere la decisione che ho preso non è stato facile e la gestazione lunga. Ho sperato che la deriva presa da questo partito sul piano nazionale cambiasse a seguito dei segnali che numerosi sono arrivati in ogni circostanza negli ultimi tre anni. Ciò non è avvenuto. Il partito che ho contribuito a costruire è diventato un'altra cosa mettendo da parte i valori per i quali ho deciso di fare politica: uguaglianza, solidarietà, ambiente, giustizia sociale. Sostituendoli con un estemporaneo rincorrersi di soluzioni non strutturali o francamente populiste.  Insomma la casa che ho contribuito a costruire non è più casa mia. Ora la prospettiva di una nuova aggregazione della sinistra che riporti al centro quei valori mi ha fatto fare questo passo. Spero che con le tante persone di valore che sono rimaste nel pd e che stimo il mio sia solo un arrivederci. Continuerò a fare il sindaco rispettando l' impegno che a suo tempo ho preso con gli elettori e con i partiti che formano la mia coalizione con lo stesso impegno che ho espresso finora".

Giovanni Mennillo

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