All'Empoli il primo derby stracittadino della storia della serie "A"

Il 30 novembre 1986, si giocò il primo derby fiorentino. L'Empoli se lo aggiudicò grazie a una rete dello svedese Johnny Ekström


Ekstroem

Gli anni ’80 del secolo scorso furono il decennio dei derby toscani in serie A. Fu allora che la Fiorentina, a lungo la sola rappresentante toscana nella massima categoria, fu raggiunta quasi stabilmente da altre formazioni della nostra regione. Primo fu il Pisa, che salì dalla cadetteria nel 1982, dopo una fugace apparizione nella stagione 1968-69. Condotti dal vulcanico presidente Romeo Anconetani, i neroazzurri fecero la spola fra la “B” e la “A”, disputando cinque campionati nella prima divisione – vi avrebbero giocato un’altra volta nel 1990-91, in quella che rimane a oggi l’ultima presenza pisana fra i grandi del calcio italiano.

Fiorentina-Pisa era comunque un derby regionale. Per un breve periodo, all’inizio dei medesimi anni ’80, parve che la Rondinella Marzocco potesse farsi strada fino alla serie “A”, il che avrebbe posto Firenze sullo stesso piano di Milano, Torino, Roma e Genova, che avevano da tempo le loro sfide stracittadine. Invece, dopo varie promozioni fino alla serie C1, la Rondinella declinò fino a sprofondare nei gironi infernali del calcio dilettantistico.

Un po’ a sorpresa, toccò all’Empoli issarsi fino alla serie “A”, pur con la complicità di qualche fattore extra-sportivo. Furono così poste le condizioni per il primo derby calcistico della provincia di Firenze, che andò in scena il 30 novembre 1986, all’undicesima giornata di campionato. Le due squadre vi giunsero con diversi stati d’animo. La Fiorentina allenata da Eugenio Bersellini pareva esser uscita da un avvio di torneo in tono minore con la vittoria sulla Roma di Sven Goran Eriksson, grazie al 2-1 firmato da Ramon Diaz e Nicola Berti. Gli azzurri di Gaetano Salvemini erano più indietro, terz’ultimi ultimi con 6 punti, e venivano dallo 0-4 subito contro il Napoli al San Paolo, quando avevano segnato Maradona, Carnevale due volte e Bagni.

La settimana che precedette la sfida con i viola trascorse in un clima di comprensibile trepidazione, per la situazione di classifica e per l’emozione del primo derby fiorentino. Esisteva tuttavia la speranza di ben figurare con i cugini viola, i quali avevano avviato una fase di rifondazione della squadra dopo le cessioni di Daniel Passarella all’Inter e di Daniele Massaro e Giovanni Galli al Milan. Giancarlo Antognoni era al passo d’addio e avrebbe tenuto a battesimo un giovanissimo Roberto Baggio, che sarebbe però tornato solo la primavera successiva da una lesione al menisco. Inoltre, la Fiorentina si presentò al Castellani in formazione completamente autarchica, poiché il cannoniere gigliato Diaz, già autore di quattro reti nel primo scorcio di campionato, fu squalificato dal giudice sportivo.

Salvemini inserì Settimio Lucci e fece spazio al diciottenne Francesco Baiano, arrivato in prestito dai partenopei. Il giovane attaccante campano prometteva di completarsi alla perfezione con lo  svedese Johnny Ekström, giunto a rinforzare l’organico azzurro dall’IFK Goteborg, dove si era guadagnato una reputazione di livello europeo: rapido e abituato a svariare e a partire da lontano, il primo avrebbe aperto spazi alla ciclonica progressione del secondo.

Proprio questa fu la chiava tattica della partita. La Fiorentina tenne in mano il pallino del gioco a centrocampo, fidando sul possesso di Oriali, Battistini e Onorati, senza però pungere più di tanto con l’isolato Paolo Monelli. L’Empoli operò in contropiede e grazie a una veloce azione di rimessa segnò l’unico gol della partita allo scadere del primo tempo: Claudio Gentile perse il pallone a vantaggio di Francesco Della Monica, che servì in avanti Baiano, che fece proseguire in direzione di Ekström; questi anticipò l’intervento di Celeste Pin e depositò in rete dal limite dell’area, approfittando di una scellerata uscita di Marco Landucci.

Nella ripresa, la sterile pressione viola non sortì effetto alcuno, se non un inasprimento degli scontri di gioco, come per solito avviene nelle sfide stracittadine. Luigi Agnolin faticò non poco per tenere sotto controllo l’incontro, che si concluse con ben 8 ammoniti. Il nervosismo continuò negli spogliatoi. Gentile ebbe un alterco con il dirigente Antonio Benassai, che aveva accusato l’ex juventino di aver colpito un avversario rimasto a terra.

Nella gara di ritorno, al Comunale di Firenze, l’Empoli strappò un pareggio per 1-1 (Valter Casaroli su rigore replicò all’iniziale vantaggio di Antognoni), aggiudicandosi il doppio confronto con la Fiorentina: quei tre punti strappati ai cugini si sarebbero rivelati decisivi per la salvezza degli azzurri.

Paolo Bruschi