Il decreto che ha portato alla nascita della Nuova Banca Etruria, se da un lato garantisce la continuità dell’attività aziendale e, per ora, tutela i dipendenti, dall’altro pesa come un macigno sulle spalle dei vecchi azionisti e titolari di obbligazioni subordinate.
Forza Italia si è già attivata in difesa dei risparmiatori sia a livello locale, con la presentazione di un atto di indirizzo in Consiglio Comunale, che a livello parlamentare grazie all'impegno e all'interessamento dell'On. Bergamini, recatasi ad Arezzo per conoscere di persona la situazione creatasi all'indomani delle decisioni del Governo. In concreto, Forza Italia ha già presentato un emendamento, a firma dell'On. Bergamini, al decreto 183/2015 per introdurre una salvaguardia a favore di azionisti e obbligazionisti subordinati.
Dopo tante ipotesi venute fuori negli ultimi mesi, alla fine le decisioni calate dall’alto dall’Unione Europea hanno prevalso e hanno penalizzato i risparmiatori italiani, tra cui figurano molti investitori aretini. Il Governo ha dimostrato ancora una volta di non saper difendere (nemmeno ci ha provato) gli interessi nazionali e locali, le dichiarazioni di soddisfazione di esponenti politici, anche aretini, stridono in maniera assordante con la realtà che si è venuta a creare.
Salvare il futuro di Banca Etruria era una questione di vitale importanza per la nostra economia e certamente siamo soddisfatti che si sia avviato finalmente un percorso in tal senso, e facciamo gli auguri di buon lavoro ai nuovi vertici aziendali, ma questo non doveva avvenire a scapito dei risparmiatori che non hanno alcuna responsabilità sui misfatti dell’Istituto di Credito. C’era la possibilità di agire in maniera diversa, come più volte esposto anche sugli organi di stampa, e le perplessità dell’Unione Europea potevano e dovevano essere mediate: certamente, se si fosse agito prima anziché aspettare l’ultimo momento, tutto sarebbe stato più facile.
La risoluzione della crisi della Banca è stata decisa, dopo un’informativa di Banca d’Italia, tramite il decreto legge 183/2015, varato di domenica pomerggio in 20 minuti e sul quale gravano anche serie ipotesi di incostituzionalità: auspichiamo che in sede di conversione ci sia la volontà dell'intero Parlamento di tutelare gli azionsiti e gli obbligazionisti che dal giorno alla notte hanno visto azzerarsi i propri investimenti. Le strade per rimediare a quella che secondo noi è una palese ingiustizia ci sono, visti anche i possibili maggiori ricavi dai crediti in sofferenza ora in pancia alla “bad bank” creata ad hoc, svalutati dell’80% in maniera altamente prudenziale. Purtroppo non lascia ben sperare il fatto che il Governo Renzi abbia inserito il provvedimento di domenica scorsa all’interno del gran calderone della legge di stabilità.
L’art. 1 del decreto prevede, al primo comma, la costituzione di quattro enti-ponte bancari ai quali sono trasferibili azioni, partecipazioni, diritti nonché attività e passività delle banche in risoluzione. Concretamente ciò comporta la cessione di "attività non in sofferenza" agli enti-ponte bancari neocostituiti lasciando in capo alle banche in risoluzione la gestione delle "attività in sofferenza". La ratio del nostro emendamento, condiviso con l'On. Bergamini e con il nostro Coordinatore Regionale nonchè capogruppo in Regione Toscana Stefano Mugnai, è che le plusvalenze derivanti dalla cessione delle attività monetizzatili (le neo banche sul mercato e i crediti in sofferenza) possano essere destinate, anziché al Fondo di risoluzione e alle cc.dd. “bad bank” enti non più bancari, ai portatori di capitale di rischio delle banche in risoluzione, in primis, gli obbligazionisti subordinati e, in secundis, gli azionisti.
Facciamo appello a tutti i parlamentari del territorio, anche quelli del PD, di farsi portavoce degli interessi e dei diritti dei cittadini che li hanno eletti e di aderire all'iniziativa dell'On. Bergamini sottoscrivendo i relativi emendamenti.
Fonte: Coordinamento Provinciale Forza Italia Arezzo
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