Museomix a Montelupo Fiorentino, le parole di una creativa: "Ottima palestra che permette di fare rete"

Carlotta Mazzoli (foto da Facebook)

Si è concluso ieri l'evento Museomix al Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino, seconda edizione italiana di un grande appuntamento che coinvolge in tre giorni 13 musei di 8 nazioni diverse. Ne abbiamo parlato in questo articolo di presentazione, ieri sono stati votati dalla cittadinanza i 'prototipi', ossia le creazioni finali, pensati per aumentare la fruibilità del museo da parte di persone di tutte le età e di qualsiasi estrazione sociale. Abbiamo intervistato Carlotta Mazzoli, 28 anni, originaria di Montelupo Fiorentino ma curatrice d'arte a Firenze. Per lei che ha 'giocato' in casa, l'esperienza Museomix è stata un vero successo. Ecco la sua testimonianza.

Raccontaci le tue ultime esperienze artistiche e come sei arrivata a Museomix.

Dopo la laurea magistrale in storia dell’arte lo scorso anno, ho collaborato con alcune realtà fiorentine, tra cui la Limonaia di Villa Strozzi e la Fondazione Biagiotti Progetto Arte. Con la Fondazione Biagiotti lavoro stabilmente da alcuni anni come coordinatrice dei progetti, ma lo scorso anno ho avuto anche l’occasione di curare una mostra collettiva, Ecosistemi. Proprio in occasione di questa mostra ho conosciuto una “mixer”, l’altra curatrice della mostra, che aveva partecipato lo scorso anno a Museomix al Museo Zauli e che mi ha fortemente consigliato questa esperienza.

Cosa propone il vostro prototipo?

Il nostro prototipo, che abbiamo chiamato C’eraMix, mira ad integrare le tre anime del MMAB, museo, archivio e biblioteca. Partendo da questo spunto, abbiamo sviluppato un unico percorso circolare che unisce queste tre realtà, già presenti nello stesso edificio, ma distanti fisicamente. Per fare questo, abbiamo pensato di “contaminare” le sale tematiche del museo con alcuni testi monografici tratti dalla biblioteca e, viceversa, lasciare in biblioteca, tra gli scaffali a consultazione libera, alcune mattonelle in ceramica, sulle quali abbiamo riportato a spolvero alcune immagini tratte dai pezzi della collezione del museo, con l’invito ad andare a cercare l’opera originale nelle sale espositive. La chiave del nostro progetto, invece, è un pozzo "parlante", che rimanda al Pozzo dei Lavatoi, e che racconta ai visitatori che gli si avvicinano alcune storie tratte dall'archivio storico di Montelupo, dalla biblioteca e storie che riguardano i pezzi più interessanti della collezione del MMAB.

Nel tuo team quali personalità e professionalità hai?

Il mio team è composto da 5 mixer, affiancati da un numero variabile di facilitatori e mediatori dell’organizzazione che ci aiutano e ci supportano nella realizzazione del nostro prototipo. La chiave vincente di Museomix, a mio parere, sta proprio nel lavoro di squadra e nella collaborazione tra figure professionali diverse: nel mio gruppo sono presenti un curatore nel ruolo di esperto dei contenuti, e un’architetta, che invece svolge il ruolo di mediatrice, oltre ad un ingegnere, il nostro programmatore tuttofare, e un giornalista, che ha curato la parte relativa alla comunicazione. Il mio ruolo era quello della designer, ma nella pratica tutti noi abbiamo svolto in concerto un po’ tutti i ruoli e le mansioni richieste per la progettazione e realizzazione del nostro progetto, cosa che ha senz’altro aiutato tutti i partecipanti a approfondire aspetti nuovi delle nostre rispettive professioni.

Un giudizio finale su questa esperienza.

Esperienza assolutamente consigliata: a mio avviso, una delle migliori iniziative in Italia per quanto riguarda questo ambito specifico. Museomix, infatti, non solo è un’ottima palestra e banco di prova con cui sperimentare le proprie capacità e competenze, ma anche un ottimo modo per fare “rete” e conoscere altre figure professionali da tutta Italia. Nonostante l’impegno che richiede e la massiccia dose di stanchezza, posso senza dubbio dire che rifarei Museomix la prossima settimana! È stata davvero una bellissima esperienza, alla quale ha collaborato non solo lo il gruppo di persone, mixer e organizzatori con cui ho avuto modo di collaborare, ma anche tutto il MMAB, che ci ha accolto e ci ha fatti sentire benvoluti e a casa fin dal primissimo contatto.

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