Immigrazione, Niccoli (Possibile) propone: "Tavolo di coordinamento tra Questura e San Miniato"

Alessandro Niccoli (da facebook)

"Per la data del 7 dicembre 2017 veniva organizzata dalla Commissione Permanente Politiche Sociali del Comune di San Miniato una visita ai CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria).

Venivano quindi visitati dai membri della Commissione il Centro Accoglienza Straordinaria sito in via Cavane a Ventignano e successivamente quello in via Burroni 10 a San Donato, ove sono ospitati i rifugiati in attesa di esame circa le loro richieste di asilo, e molti altri in attesa di essere allocati in altri paesi d'Europa, che esamineranno a loro volta le loro richieste di asilo.

Molte di queste persone erano giovani, tutti erano pieni di speranza e di attenzione nel vedere la nostra presenza, i più giovani erano orgogliosi di indossare alcuni indumenti con scritte colorate, nonostante non li proteggessero dal freddo.

In alcuni dei loro alloggi si sono riscontrati problemi col riscaldamento, che spesso va fuori uso, perchè impianti vetusti, e problemi di sovraffollamento che creano difficoltà nei turni per l'uso della cucina e del bagno.

Insieme agli operatori del servizio sociale e all'interprete, abbiamo chiesto loro quali problemi avessero; ci hanno risposto solo che spesso hanno freddo, e hanno un limitato uso della cucina e del bagno, a causa delle lunghe attese nei Centri che creano sovrannumero di presenze. Quindi la cosa più importante che ci hanno chiesto tutti, per voce di alcuni ragazzi che parlavano inglese, con

speranza e affidamento, è stata quella di fare qualcosa per aiutarli a velocizzare le pratiche per la loro riallocazione nei paesi europei che li attendono per analizzare le loro pratiche di richiesta asilo.

E' emerso infatti, dagli operatori dei Servizi sociali, che molti hanno i documenti già pronti, preparati dai servizi stessi, ma che una volta arrivati alla Questura di Pisa, le pratiche invece di essere subito smistate per i paesi di destinazione, subiscono una battuta di arresto, spesso considerevole, che li lascia per mesi in attesa nei centri di accoglienza di San Miniato, lontano dai familiari e dai paesi Europei che dovranno decidere sulle richieste di asilo; con ciò aggravando inutilmente la situazione di una dignità minima di vita, circa la loro quotidianità in lunga, inutile e disagevole attesa, con i problemi sopra esposti, aggravando quindi la situazione anche di coloro che sono in attesa della risposta italiana, circa l'asilo richiesto. Nel frattempo queste persone socializzano e imparano molte cose, diventano amici, alcuni creano una famiglia, come successo per un ragazzo e una ragazza del Ghana a S.Croce, proprio nel centro di accoglienza, tra mille difficoltà. Sembra quasi di rivedere il tempo delle nostre guerre, ove il conflitto era diventata la normalità, e in tale situazione addirittura nascevano molti più figli di oggi. In tali centri di accoglienza, che sembrano i nostri rifugi, si vede quindi la speranza, ma sappiamo bene tutti che, oggi, siamo solo noi gli unici che possono fare quel poco che serve a queste persone per fargli iniziare una vita reale e dignitosa.

Il problema emerso sta proprio nella difficoltà del personale della Questura di smaltire in tempo reale pratiche già pronte, con dispendio di costi ed energie nei centri di accoglienza, le cui risorse potrebbero essere ancor meglio utilizzate proprio per migliorare la capacità degli organi addetti nel disbrigo delle pratiche, oltre che per migliorare lo stato di dignità di queste persone in fuga da parti di mondo meno fortunati del nostro; ma parti del nostro stesso mondo, che prima non volevamo vedere, ma che questi ragazzi, uomini e donne oggi ci mostrano con tutta la serenità possibile, con semplici sguardi di speranza.

Alla luce di quanto emerso, non si può non considerare la possibilità di lavorare in modo coordinato e migliore, anche sulla scorta di quanto già avviato da molti Comuni con capofila Genova e Modena, auspicando una collaborazione tra funzionari del Comune di San Miniato (con auspicio dell'intervento dei Comuni limitrofi), e personale della della Questura di Pisa, che potrebbe rafforzarsi con la firma di un protocollo che impegni gli enti ad una collaborazione futura. Tale esperienza, può acquisire grande valore, una svolta culturale nella relazione tra enti con compiti istituzionali diversi, come nel caso della Questura, che vigila sul rispetto delle leggi, e del servizio sociale del Comune che si occupa delle persone che accoglie. I Servizi Sociali che si occupano di assistere i rifugiati in attesa di valutazione delle richieste di asilo, o in attesa di allocazione in altri paesi europei, e che seguono le varie pratiche burocratiche, possono fornire un valido sostegno alla Questura oberata nell'evasione delle stesse provenienti da molti Comuni, visti i pressanti altri compiti di Polizia che ha sul territorio.

Le leggi enunciano principi generali che si possono applicare senza problemi a quasi tutta la popolazione, ma la vita delle persone, specialmente se in condizioni particolari come, spesso, gli immigrati, non collima agevolmente con il reticolo delle normative. È necessario, perché l’applicazione della norma non costituisca in alcuni casi un’ingiustizia di fatto, guardare più nel dettaglio e cercare, nel rispetto del diritto, procedure più adeguate.

L’ispirazione alla base di un auspicabile protocollo è perciò questa: cercare le soluzioni, entro i limiti di legge, che possano aiutare le persone straniere a far valere i propri diritti.

Un “tavolo di coordinamento permanente sui temi dell’immigrazione” che si riunisca con cadenza bimestrale, con ordini del giorno stabiliti di volta in volta secondo le necessità, sarebbe un grande auspicabile passo positivo per tutti, anche per il lavoro degli stessi funzionari della Questura.

La stessa composizione del tavolo può essere variabile: per affrontare questioni organizzative potranno essere presenti i dirigenti, mentre del dettaglio dell’intervento tecnico discuteranno gli operatori. L’azione concreta è uno degli obiettivi; quindi è indispensabile avere una struttura elastica, adattabile alle esigenze che si presenteranno di volta in volta. La rapidità dello scambio di informazioni, in una situazione in cui lo stesso quadro normativo è quanto mai mutevole, è un altro scopo del tavolo, come la ricerca di procedure e di forme di collaborazione sempre più adeguate ed efficaci.

Il ruolo del Comune di San Miniato, e con esso, degli altri Comuni dell'unione, nella partita dell’immigrazione, è di estrema importanza, visto che oramai moltissime persone si rivolgono agli sportelli del servizio sociale non sono italiane. Ciò oggi rende necessario un intervento flessibile perché altrimenti sarebbe forte il rischio di emarginazione di persone che non riuscissero, pur avendone teoricamente il diritto, ad essere trasferite negli altri paesi di destinazione, o ad ottenere il permesso di soggiorno, a causa di problemi di carattere semplicemente di lentezza burocratica.

Il Comune può avere un ruolo di coordinamento e di mediazione, viste le molte istituzioni, dalla Chiesa alla Provincia, dalle Comunità all’Arci o ai sindacati, che si occupano degli stranieri; ha rapporti con tutte queste realtà ed è perciò il soggetto ideale per raccogliere i loro consigli e le loro segnalazioni e per essere, a nome della società, l’interlocutore della Questura nell’interesse delle persone straniere, per favorire il loro inserimento e l’integrazione tra italiani e immigrati, per snellire il lavoro della Questura.

È un segnale per una città dei diritti dell’accoglienza e della solidarietà, da dare in un momento in cui il protagonismo di sindaci intolleranti passa con troppa leggerezza alle cronache.

Un accordo tra Comune e Questura, può offrire nuove soluzioni sulla gestione dell'immigrazione.

Dati i buoni rapporti tra il sindaco e il nuovo questore di Pisa, è auspicabile andare verso la sigla di un protocollo, possibilmente con coinvolgimento di altri Comuni, per la gestione dell'ufficio Immigrazione, aiutando e coadiuvando quest'ultimo grazie al ponte offerto tra i molteplici soggetti ed esperienze operanti da anni sul territorio e la Questura, fornendo in primis la possibilità di mettere a disposizione computer e software, come i programmi predisposti dal Ced comunale, utilizzabili anche da Questura e Prefettura per prenotare il ritiro del permesso di soggiorno e gli appuntamenti per ricongiungimenti familiari e primo ingresso.

Tale percorso rafforzerà ulteriormente il rapporto tra enti mantenendo contatti continui e costanti tra Questore, Sindaco e il Comando della Polizia municipale.

Se la Questura offrirà la massima collaborazione e disponibilità, potrà essere allo stesso tempo alleggerito il personale di Polizia dello Stato da funzioni amministrative, affinché possa essere maggiormente dedicato a mansioni operative.

E' anche auspicabile che venga modificata la normativa nazionale in modo da assegnare ai Comuni alcune competenze amministrative attualmente in capo alla Questura per razionalizzare e semplificare procedure che ora sono parcellizzate tra diversi enti.

Per questi motivi si impegnano il sindaco e la giunta ad avviare un confronto con la Questura di Pisa che abbia la finalità di sottoscrivere urgentemente un protocollo operativo per l’istituzione di un coordinamento permanente sui temi dell’immigrazione, nel rispetto della legge e nell’interesse dei cittadini stranieri, che si riunirà con cadenza bimestrale, con ordini del giorno stabiliti di volta in volta secondo le necessità. La stessa composizione del tavolo è variabile: per affrontare questioni organizzative saranno presenti i dirigenti, mentre del dettaglio dell’intervento tecnico discuteranno gli operatori; a trasmettere ai Ministeri e organi competenti la presente mozione con l'auspicio che venga modificata la normativa nazionale in modo da assegnare ai Comuni alcune competenze amministrative attualmente in capo alla Questura per razionalizzare e semplificare procedure che ora sono parcellizzate tra diversi enti."

Alessandro Niccoli, consigliere di San Miniato Possibile

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