CambiaMenti San Miniato, nasce il movimento civico per la corsa alle elezioni. "Pilastri trasparenza e partecipazione"

(foto gonews.it)

CambiaMenti San Miniato: questo il nome del comitato elettorale che darà vita a una lista civica in discontinuità con l'amministrazione Pd per le prossime comunali del 2019. La presentazione si è tenuta oggi, sabato 24 marzo, nella sede di via Diaz a Ponte a Egola. I dieci fondatori sono l'architetto Federico Faraoni, presidente, il vice Matteo Squicciarini, il segretario Francesca Saponetta, il tesoriere Marzia Bartoli, ex consigliere comunale, Laura Cavallini, consigliere comunale de La Sinistra, Francesco Lupi, anch'egli consigliere ma eletto nel Pd ed entrato in Articolo Uno-Mdp, Manola Guazzini, ex assessore ai lavori pubblici, Massimo Baldacci, ex segretario dell'Unione comunale Pd San Miniato, Mattia Mosconi, Giulia Terrosi e 'partecipante permanente' anche se fuori dal nucleo di formazione Chiara Benvenuti, consigliere comunale M5S.

Un gruppo eterogeneo unito, come afferma il nome, dalla voglia di dare una svolta alla vita politica e collettiva di San Miniato. "Siamo una scatola che vuole racchiudere idee, un filo che unisce tutti i cittadini di tutte le frazioni", spiega Faraoni, all'esordio nell'agone politico. Le prime riunioni sono nate a settembre 2017 e da inizio anno è stata inaugurata la sede, pagata con i liberi contributi giunti finora. Affermano di voler porre un cambiamento partendo da una forte spinta civica, giocando sui campi della trasparenza dell'attività di governo e la discussione con i cittadini.

Proprio su quest'ultimo punto gioca l'incontro di oggi: manca ancora più di un anno all'appuntamento elettorale e l'intenzione è quella di proporre un programma dove punto per punto si affrontino in maniera alternativa le questioni irrisolte della città della Rocca. "Il momento di rimboccarci le maniche è ora, sono stato attratto da questo movimento proprio perché innovativo", racconta Mosconi, mentre Lupi specifica che le elezioni del 4 marzo scorso hanno dato un grande impulso al cambiamento del quadro politico, motivo in più per sperimentare il terreno 'civico'.

I fondatori non si sbilanciano sui temi specifici, però qualcosa emerge. "Dobbiamo fare un salto quantico sulla cultura - racconta Faraoni -, abbiamo territori vicini che vanno a un'altra velocità, da noi abbiamo mille eventi slegati l'uno dall'altro, ognuno pensa al proprio orticello. E poi, siamo la città del teatro e non abbiamo un teatro".

Oppure l'urbanistica, su cui tanto ha puntato nelle aule di palazzo comunale Laura Cavallini: "Il territorio è fatto da ruderi, ci sono scuole abbandonate, i soldi pubblici non sono stati spesi in maniera non corretta. È indispensabile un cambiamento della cosa pubblica, l'amministrazione attuale negli anni è stata molto chiusa verso i cittadini". Naturale il riferimento alle scuole, ossia il liceo 'Marconi' nella sede ancora temporanea di La Scala e del caso della scuola di Cigoli, chiusa per criticità strutturali e sulla quale i lavori sono ancora in corso.

"In 9 anni di consiliatura - afferma ancora Cavallini - mi è parso tutto gia preordinato e deciso. Nessun significato veniva attribuito al contributo che portavi. È un grosso limite quello di non riuscire a recepire critiche, mentre noi non abbiamo paura di critiche".

L'eterogeneità del gruppo fondatore può dare adito a qualche dubbio: riusciranno a non prevalere gli 'egoismi' di partito per dare vita a un movimento veramente trasversale?

Chiara Benvenuti: "Mi sono affacciata a CambiaMenti perché qui ci sono le basi che sono le fondamenta anche del mio gruppo politico, la natura del comitato è la mia stessa natura. Anche nei lavori in Consiglio comunale ho condiviso tanti argomenti e tante opinioni con Cavallini e Lupi. A noi interessa il territorio, chi di noi cittadini può dare un contributo al cambiamento?". Benvenuti ha inoltre affermato che sarà improbabile una sua candidatura per le prossime elezioni con il Movimento 5 Stelle.

Lupi: "La mia adesione sta nei principi del movimento, c'è l'esigenza di un segnale chiaro anche a San Miniato, serve discontinuità nella gestione della cosa pubblica. Gli strumenti della sinistra sono ormai insufficienti e il segnale elettorale dimostra la volontà di un'alternativa. Ci interessa raccogliere queste istanze, la lista poi averrà in una fase successiva. Fatto sta che non siamo un comitato che si può adattare a ogni tipo di politica".

Infine Cavallini: "Siamo consapevoli di partecipare a un percorso di costruzione dell'alternativa. Nulla contrasta la nostra provenienza. Possiamo portare contributi indispensabili come quelli di ogni cittadino".

La sfida è lanciata sulla lunga distanza, la maratona in vista delle elezioni 2019 sembra dunque aperta. Non si fanno nomi anche per eventuali candidati perché non ve ne sono, secondo quanto affermato. Se le ultime Politiche dovessero ratificare risultati simili anche a livello locale, gli elettori potrebbero far interrompere la tradizione di sinistra che perdura dal secondo Dopoguerra.

Elia Billero

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