
"Si è svolto giovedì 29 marzo un Consiglio comunale convocato dal Presidente Giuseppe Lombardo in sessione d’urgenza.
Le regole che disciplinano la convocazione, come in generale tutte le leggi e i regolamenti, sono poste a presidio della legalità e del rispetto sostanziale dei diritti e degli interessi soggettivi. Visto l’ordine del giorno del Consiglio Comunale in questione, non risultano sussistenti motivi giustificativi della convocazione d’urgenza.
L’art. 14 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, richiamato dal Presidente Lombardo nell’avviso di convocazione, recita al comma quinto “Il Consiglio è convocato d’urgenza quando sussistono motivi rilevanti e indilazionabili che rendono necessaria l’adunanza”. Secondo l’incontrastata interpretazione di siffatta norma, per “motivi rilevanti e indilazionabili” si intende alludere a “casi di calamità naturale, o a motivi di ordine pubblico, o all’osservanza di termini perentori o quando ciò risulti giustificato dall’esigenza dell’esame immediato di determinati affari per i quali il rispetto dei termini normali di convocazione possa comportare pregiudizio per il Comune o per la cittadinanza”.
Visto l’ordine del giorno del Consiglio Comunale in questione, (si discuteva, tra l’altro, di piano delle valorizzazioni e alienazioni immobiliari, programma triennale delle opere pubbliche e variazioni al bilancio preventivo 2018/2020), è evidente come la convocazione d’urgenza sia sfornita di giustificazione alcuna. L’avviso di convocazione è fra l’altro del tutto privo di alcuna indicazione circa i motivi che avrebbero giustificato la sua convocazione. È evidente come l’abuso della convocazione d’urgenza, si sostanzi in un attentato alle prerogative dei consiglieri di opposizione, che come è noto nel Consiglio Comunale sono tenuti a svolgere la basilare funzione di controllo dell’operato dell’amministrazione in carica. Basilare funzione alla cui salvaguardia deve attendere proprio il Presidente del Consiglio.
Il sottoscritto, come per la verità l’intera opposizione, era regolarmente e puntualmente presente all’apertura dei lavori del Consiglio in questione, con ciò implicitamente rinunciando a far valere ogni propria ragione, messa da parte per la sola salvaguardia del supremo interesse alla tutela dei cittadini. Tuttavia, non contento della presa d’atto di tale atteggiamento costruttivo e responsabile, il presidente del Consiglio Giuseppe Lombardo ha inteso negare la parola in apertura dei lavori allo scrivente, che intendeva in premessa esprimere la propria opinione proprio in relazione alle modalità della convocazione del Consiglio in questione. Senza nemmeno verificare, pur avendo precisato l’argomento, le ragioni per le quali la parola veniva richiesta.
Già in passato la minoranza ha dovuto prendere atto di comportamenti incompatibili con la funzione di terzietà del suo Presidente, per un periodo anche capo del PD locale. O di negazione immotivata e ingiustificata di chiari ed evidente diritti delle minoranze, come l’episodio della mancata concessione alla opposizione di un Consiglio Comunale straordinario, (poi regolarmente ottenuta grazie all’accoglimento di un ricorso alla Prefettura di Firenze).
Il fatto che il Presidente del Consiglio, in ciò sostenuto dal Sindaco e dalla maggioranza che lo ha eletto, non intenda recedere dal perpetuare un comportamento lesivo dei diritti e delle prerogative dell’opposizione, comporterà come inevitabile conseguenza l’inasprimento del sindacato della minoranza in ordine al suo operato".
Giuseppe Romano, consigliere comunale Forza Italia
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