Palazzo Pretorio, Romano (FI): "Facciamo chiarezza sul restauro"

"Palazzo Pretorio, uno dei simboli di Certaldo, l’edificio più importante della parte medievale del paese e i lavori di restauro e consolidamento strutturale dell’edificio. Restauro e preservazione di tutte le opere artistiche, pittoriche e murarie. Questo è il contesto in cui si inseriscono tutte le successive vicende, sulle quali è giunto il momento di fare completa chiarezza.

Restauro e consolidamento per il quale si parla di una spesa ripartita tra Amministrazione e Regione Toscana per circa un milione e mezzo di euro. Cosa ne è in questo momento della complessa situazione giudiziaria in essere che riguarda lo storico Palazzo? Effettuare un percorso a ritroso nella congerie di oggettive anomalie che hanno accompagnato questi lavori diventa un esercizio difficoltoso ed estenuante. Perché il cantiere è stato originariamente diviso in tre lotti ? Come si è potuti giungere alla situazione surreale per cui nel 2015 lo stesso Ufficio Tecnico, non l’organo politico, prende addirittura atto del mancato inoltro al Genio Civile del progetto strutturale? Il 3 aprile si è riunita la Commissione Garanzia e Controllo in relazione alle indiscrezioni che nei mesi scorsi avrebbero visto il Comune agire in giudizio nei confronti dell’Ingegnere Gennaro Tampone, progettista e direttore dei lavori. Scopo dell’iniziativa giudiziaria, conseguire una ragguardevole somma a titolo di risarcimento in ordine alle difformità di esecuzione dei lavori stessi.

Nel corso della riunione sono però emersi ulteriori profili degni di accertamento. Innanzitutto, quali sono le ragioni che hanno indotto l’Amministrazione a chiedere il risarcimento? L’Ingegnere Gennaro Tampone è l’unico responsabile delle difformità riscontrate? Come si è articolata la difesa del professionista, recentissimamente deceduto? Si è, per così dire, limitato a difendersi o ha effettuato delle chiamate di corresponsabilità? Domande legittime, considerato che il decesso non sarà privo di conseguenze in ordine al teorico riconoscimento giudiziale della pretesa azionata dal Comune, sia avendo riguardo al merito che ai tempi. E’ infatti una questione di cui possono essere investiti i teorici eredi del professionista, con tutte le conseguenze del caso.

Come se non bastasse esiste anche un ulteriore contenzioso tra Amministrazione e l’impresa esecutrice. Impresa che ha agito in giudizio in sede civile, per conseguire il dovuto e che nel contesto della pertinente battaglia legale, perché di questo si tratta, è arrivata a procedere addirittura ad un pignoramento nei confronti del Comune. Come si è potuti arrivare a questo grave estremo procedurale? Considerato che prima di un pignoramento occorre che, in questo caso il Comune, riceva delle intimazioni ad adempiere ad un debito riconosciuto come esecutivo, (provvisoriamente o meno)? Ma come se tutto ciò non bastasse si è avuta anche notizia di un ricorso al giudice amministrativo proposto sempre dall’impresa nei confronti del comune, avente ad oggetto il provvedimento in autotutela del Comune stesso, con il quale quest’ultimo “congelava” proprie determinazioni.

Poiché in questa vicenda non pare proprio che si sia fatti mancare nulla, preso atto che la discussione sarebbe potuta risultare proficua solo al cospetto delle carte processuali, ho chiesto al Presidente della Commissione Garanzia e Controllo di disporne l’acquisizione. Tutte le carte processuali di tutte le vicende in itinere riguardanti Palazzo Pretorio. E discuterne al loro cospetto in una successiva riunione. La richiesta è stata accolta e la Commissione è stata convocata, carte alla mano, per il giorno Giovedì 19 aprile h. 18,30 presso la sede Municipale. Il rispetto istituzionale per la Commissione, la necessità di considerare l’interesse del Comune nelle vertenze in essere, (e quindi dei cittadini), la necessità di valutare prima i documenti, (in arrivo), impongono al momento di non aggiungere altro. Ma ovviamente l’Amministrazione non si aspetti sconti, né conti su distrazioni da parte della minoranza. L’argomento è troppo serio e per troppi motivi".

Giuseppe Romano, consigliere comunale FI

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