Scuole paritarie, Fism: "Comitati per vigilare su tutela libera scelta educativa"

“Un comitato di genitori in ognuno dei 118 comuni in cui sono presenti le nostre scuole, per mantenere aperto il dialogo e il confronto fra cittadini e Enti locali, e la richiesta di un intervento cogente della Regione Toscana per la distribuzione equa dei fondi sullo “zerosei” a tutela della libera scelta educativa”. Sono le prime iniziative per garantire libertà di insegnamento e di scelta del percorso educativo dei figli da parte delle famiglie, annunciate da Leonardo Alessi, presidente della Federazione Italiana Scuole Materne della Toscana, nel corso dell’annuale congresso organizzato dalla Fism al PalaCongressi di Firenze.

“E’ ora di cambiare passo – ha spiegato Leonardo Alessi, davanti a una platea di oltre mille persone, fra genitori, insegnanti operatori scolastici e rappresentanti delle istituzioni – se vogliamo realizzare un vero sistema integrato di scuole pubbliche statali e paritarie, in cui le famiglie siano realmente libere di scegliere il percorso educativo dei propri figli, senza dover pagare due volte un servizio dovuto”.

Nel momento particolare attraversato dal sistema integrato di educazione-istruzione, con calo delle nascite e crisi economica che hanno fatto sentire il loro effetto anche sul mondo delle scuole paritarie, servono sempre più scelte eque nella distribuzione delle risorse.

“Il D.lgs 65 del 2017 per lo sviluppo del sistema educativo integrato “zerosei”- ha proseguito il presidente della Fism regionale- ha riconosciuto alla Toscana un contributo di circa 14 milioni di euro, che sono stati poi affidati ai Comuni dalla Regione. Alcuni di questi hanno distribuito equamente le risorse fra realtà paritarie comunali e del privato sociale, altri hanno dirottato tutto o quasi solo sui propri nidi e scuole. In perfetto stile “Robin Hood all’incontrario”, si sono garantiti forti sconti anche a famiglie con redditi alti che frequentano le strutture comunali, lasciando nidi e materne paritarie del privato sociale con le stesse tariffe, senza aiuti per le loro famiglie, neanche quelle con difficoltà economiche. Per questo chiameremo i cittadini a vigilare sull’equa distribuzione delle risorse, in ogni Comune dove sono presenti le nostre strutture, e nel contempo abbiamo chiesto alla Regione una delibera di indirizzo che sia la più cogente possibile rispetto all’utilizzo dei contributi. Risorse che devono essere impiegate in maniera equa, sia per le famiglie che frequentano i servizi pubblici che quelli privati accreditati e paritari, in modo da non avere situazioni di forte disparità tra cittadini di un Comune o di un altro. Solo così si potrà implementare un vero sistema integrato pubblico-privato”.

Un richiamo forte, anche a fronte di un numero crescente di famiglie in difficoltà all’interno degli istituti paritari, come testimoniano le oltre 3.500 richieste di buono scuola regionale da parte di nuclei familiari con redditi Isee bassi.

“Al fondo della questione educativa vi è, in sintesi, un problema di libertà, come il vostro convegno per l’appunto esprime – ha riconosciuto Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nel suo saluto di apertura -. È infatti in gioco anzitutto il diritto incomprimibile dei genitori a scegliere l’educazione scolastica più adatta per i propri figli. Lo ha ricordato anche Papa Francesco nell’Amoris Laetitia.

Un sistema che ancora oggi nega, di fatto, una reale parità per le famiglie, risente evidentemente di una visione culturale arretrata ed ideologica. Siamo in un’epoca in cui l’Italia è oramai stata superata anche dai paesi che appartenevano al blocco sovietico che, terminate le ideologie del ‘900 hanno saputo valorizzare la libertà di iniziativa del privato, cattolico e non, riconoscendo anche economicamente i vantaggi di un sistema plurale”.

Parole che richiamano con decisione il diritto alla libertà di scelta educativa. “E’ una grave ingiustizia – ha proseguito l’arcivescovo di Firenze - quella per cui ancora oggi, a 18 anni dall’approvazione di una legge cosiddetta “di parità”, la vera parità non sia stata ancora raggiunta e le famiglie debbano pagare ciò che gli è dovuto, una libertà garantita dalla Costituzione e da tutte le dichiarazioni sui diritti del fanciullo. E’ tempo che questa ingiustizia finisca e che la possibilità di una educazione libera sia garantita a tutti”.

“Noi non dobbiamo rinunciare – ha concluso l’arcivescovo - a chiedere con forza e incessantemente ciò che è giusto, lavorando per la parità anche economica senza stancarci di dire chi siamo e di dire ciò che è giusto”.

“La nuova normativa sullo “zerosei” - ha riconosciuto Vittorio Bugli, assessore regionale al Bilancio, Partecipazione e Immigrazione – è un elemento importante per il sostegno alle politiche di educazione-istruzione per l'infanzia e nel 2017 sono arrivati in Toscana circa 14 milioni aggiuntivi. Credo che la delibera regionale, con cui si affidano queste risorse agli enti locali per la loro distribuzione, debba essere chiarita meglio in corso d'opera, perchè certe azioni o si fanno bene o non si fanno e noi dobbiamo muoverci coerentemente con il dettato della norma e con i principi che l'hanno ispirata. La Regione Toscana ha sempre creduto in un sistema integrato e abbiamo mantenuto il sostegno alle scuole paritarie, nonostante la forte diminuzione dei trasferimenti statali. Parliamo di circa 20 milioni fra il 2011 e il 2018, abbiamo deciso di confermare il nostro intervento anche quest'anno, a cui si sommano i 6,5 milioni destinati alle famiglie a basso reddito dal 2013 a oggi. Abbiamo fatto una scelta convinta di sostenere un servizio essenziale, che ci consente di garantire a tutti i nostri bambini il diritto di frequentare la scuola dell'infanzia”.

Nel corso del convegno sono intervenuti anche il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Domenico Petruzzo, e il presidente dell’AGeSc nazionale, Giancarlo Frare, mentre la seconda parte della mattinata, dopo un emozionante video realizzato all’interno degli istituti paritari, con interviste a docenti, alunni e genitori, ha visto gli interventi di Franco Nembrini, insegnante e saggista, oltre che fondatore della esperienza educativa della scuola “La Traccia” di Bergamo, e Mariella Carlotti, scrittrice, esperta di storia dell’arte e preside della scuola “Conservatorio San Niccolò” di Prato.

Fonte: Fism servizi



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