Documenti non in tempo, Romano (FI) abbandona il Consiglio comunale

Giuseppe Romano (foto da Facebook)

Nel corso del Consiglio Comunale del 31 maggio si è consumata l’ennesima prevaricazione di una maggioranza che a corredo del proprio comportamento inadempiente, anziché cospargersi il capo di cenere, per la violazione in cui è oggettivamente incorsa, assume un atteggiamento seccato, saccente e per certi versi anche sostanzialmente ritorsivo.

I fatti. All’ordine del giorno del predetto consiglio comunale, ai punti 3) e 4) figurano rispettivamente “Bilancio Preventivo 2018/2020 – Variazioni”, e “Opere Pubbliche, Programma triennale 2018/2020 ed elenco annuale 2018. – Deliberazione C.C. N. 10 del 19/02/2018. Variazione”. La trattazione di siffatte materie, la cui delicatezza è intuitivamente di rilevante evidenza, è stata preclusa dall’inoltro ai consiglieri comunali della confacente documentazione violando i termini regolamentari previsti e vigenti.

Il fatto è oggettivo e pacifico. Il regolamento prevede la messa a disposizione dei consiglieri comunali, della documentazione necessaria, entro 5 giorni di tempo, modifica apportata in senso estensivo rispetto agli originari 3 giorni, (a seguito di un certosino lavoro in Commissione realizzato con il positivo concorso dell’opposizione). La documentazione afferente la discussione sui due anzidetti punti, è stata ricevuta dai consiglieri comunali solo 48 ore prima dello svolgimento del Consiglio. Quindi, non solo in violazione della normativa regolamentare vigente, ma anche in violazione, (eventualmente) di quella anzitempo esistente (tre giorni).

E’ di intuitiva evidenza come la messa a disposizione nei tempi proceduralmente previsti della necessaria documentazione, è questione che è posta a garanzia del ruolo di controllo svolto dai consiglieri di opposizione. La lesione di questi termini si traduce nella impossibilità da parte dell’opposizione di attendere al proprio delicatissimo ruolo in maniera efficace.

Non si  tratta, evidentemente, di un formalismo fine a se stesso, ma del presupposto dello svolgimento di un ruolo democratico. La maggioranza non è stata oggettivamente in grado di garantirlo e poiché la vicenda consumatasi non costituisce un unicum, in qualità di consigliere comunale di opposizione ho spiegato in Consiglio sinteticamente le ragioni qui esposte e a nome del gruppo ho abbandonato i lavori dell’aula. Ovviamente limitatamente ai due punti in questione.

Lo scandalo tuttavia non risiede soltanto nell’oggettiva inadempienza consumatasi, ma nelle dichiarazioni successivamente rese dal capogruppo PD e dal Vice Sindaco. Il primo ha invocato una “flessibilità” (?) nella interpretazione del Regolamento che nel caso di specie non si capisce in cosa possa poi concretamente tradursi, poiché i regolamenti o si rispettano o non si rispettano. Utilizzando a mò di minaccia ritorsiva, quella di astenersi, eventualmente per il futuro, dal portare in Consiglio argomenti potenzialmente trattabili in Giunta. Il secondo ha tra le altre cose sostenuto la asserita pretestuosità delle argomentazioni sollevate dal sottoscritto, ergendosi a difensore della efficienza degli uffici Comunali.

La minoranza fa sapere che la democrazia è nel rispetto delle regole. Se la maggioranza non è nella condizione di garantirle se ne deve assumere la responsabilità in tutte le sedi. Non solo in quelle strettamente politiche. Non è compito della minoranza quello di suggerire le modalità d’azione della maggioranza. Ma quest’ultima, una volta operata una scelta, (nel caso, Consiglio o Giunta), deve essere consequenziale, deve rispettare la Legge.

Il tentativo di ergersi difensore della operatività ed efficienza degli uffici operato dal Vice Sindaco è del tutto inutile oltre ad essere semplicemente gratuito, poiché dalla minoranza è venuta solo la presa d’atto di una violazione di cui la maggioranza PD ed essa soltanto se ne deve fare carico.

La reazione quindi a questi giusti e motivati rilievi dell’opposizione, giunti dal gruppo dei moderati in Consiglio, è stata ancora più grave del comportamento violativo consumato, in se e per se considerato. La minoranza di centrodestra, tuttavia, non si lascia intimidire dalle argomentazioni della maggioranza per la semplice ragione che sono del tutto prive di alcun fondamento sia fattuale che regolamentare.
Posso solo aggiungere che il tasso di inflessibilità nei confronti della maggioranza, a tutela degli interessi dei cittadini, è destinato ad aumentare in maniera cospicua, da qui all’epilogo del mandato consiliare.

Giuseppe Romano, consigliere comunale Forza Italia



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