L'onda nera che il 4 marzo si è abbattuta sulle elezioni politiche (con la nascita del “Governo Salvini”) in queste settimane è diventata una marea: Pisa, Siena e Massa, per fermarsi alla Toscana, vanno alla destra e il centro-sinistra è spazzato via dal governo della quasi totalità capoluoghi della nostra Regione.
In pochi mesi vengono così a manifestarsi nelle forme più devastanti e velenose gli effetti, soprattutto da un punto di vista sociale e culturale, delle politiche condotte in questi anni dal Partito Democratico. Pisa è uno degli esempi più lampanti e clamorosi.
Lo abbiamo ripetuto fino allo sfinimento in tutti questi anni: inseguire la destra sui suoi terreni e in molti casi anticiparla, per di più vantandosene, avrebbe avuto come esito finale la vittoria dell’originale. Alla fine così è stato.
L’elenco delle scelte fatte dalla maggioranza uscente e dal centro-sinistra in questa campagna elettorale sarebbe fin troppo lungo: sgomberi, ordinanze, la conservazione del proprio sistema di potere come metodo di amministrazione della cosa pubblica, abbandono delle periferie per favorire le grandi opere, chiusura sistematica del confronto con qualsiasi voce critica, smantellamento dell’autonomia del tessuto sociale ed associativo, scarsa attenzione alla crescita della povertà, della precarietà e delle diseguaglianze sociali.
Oggi la Lega raccoglie i frutti della desertificazione prodotta dal centro-sinistra in questi anni, che ha alimentato paure, rancori, allontanamento dalla cura della cosa pubblica. Anche per questo, purtroppo, oggi la strada per la destra leghista è in discesa.
Lo abbiamo già detto ripetutamente: la Lega e il neo-sindaco Conti non hanno uno straccio di progetto né una visione complessiva della città, come dimostra il loro programma su temi quali urbanistica, ambiente, mobilità, trasparenza amministrativa, politiche culturali e sociali, luoghi di aggregazione, formazione, lavoro. Faranno quindi leva su annunci propagandistici fondati su discriminazione e odio per le differenze culturali, sessuali e religiose per caratterizzare la loro amministrazione: la moschea, i corsi di educazione alle differenze, le politiche per l’accoglienza, la presenza dei rom, gli spazi sociali saranno i loro primi bersagli. Un mix di guerra ideologica alle diversità e iperliberismo economico a partire da politiche fiscali che favoriscono grandi patrimoni, evasori ed elusori e che non faranno che inasprire le già marcate diseguaglianze.
Diritti in comune, dentro e fuori le istituzioni, sbarrerà la strada, insieme a quella gran parte della città che crede nei valori della Costituzione, a qualsiasi tipo di provvedimento di questa natura, in quanto contrario al nostro assetto democratico. Useremo tutti i mezzi in nostro possesso affinchè slogan come “prima gli italiani” scritti nel programma di Conti non trovino spazio dentro il consiglio comunale e in città.
Esiste a Pisa una sinistra sociale e politica diffusa, di cui noi siamo parte, che in questi anni si è opposta alle politiche del centro-sinistra e che, con ancora più determinazione e voglia, non solo si opporrà alla destra ma rilancerà il suo progetto per un’altra città. Lo faremo, come lo abbiamo fatto negli anni scorsi, a partire dal dettato costituzionale: questa è la sfida dell'opposizione, oggi.
Per fare questo continueremo il nostro impegno quotidiano e capillare dentro e fuori il consiglio comunale per ritessere una comunità solidale ed accogliente, che è stata frantumata proprio a partire da quei quartieri dove la Lega ha avuto il maggior numero di consensi. Come abbiamo sempre fatto, cercheremo di dare risposte ai bisogni concreti di tutte e tutti coloro che vivono in città, ispirandoci ad una idea di società nettamente alternativa alle barbarie che il partito di Salvini, Ceccardi, Ziello e Conti portano avanti.
A Pisa una opposizione e una alternativa di sinistra a questa destra xenofoba c’è. Da qui vogliamo ripartire affinché questa amministrazione nera chiuda il prima possibile la sua esperienza, grazie a una grande e vasta mobilitazione nella nostra città così come in tutta Italia, contro il governo giallo-verde. Un primo appuntamento in cui inizieremo a parlarne e organizzarci sarà domani martedì 26 giugno alla sede di Rifondazione Comunista in via Picotti 19 alle 21:30.
Una città in comune Partito della Rifondazione Comunista Possibile
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