Privatizzazione Toscana Energia, i sindacati: "Epilogo sbagliato a Palazzo Vecchio"

La privatizzazione di Toscana Energia e la vendita della maggioranza delle azioni ad Italgas rischia di essere ricordata come una colossale perdita di opportunità e ricchezza per i cittadini, per il territorio e per i lavoratori.
A maggior ragione quando le motivazioni addotte per giustificare tale scelta politica sembrano cadere al primo, e unico, approfondimento possibile.

Lo ha dimostrato in modo inequivocabile la discussione svoltasi lunedì nel corso del Consiglio Comunale di Firenze davanti ad una nutrita delegazione di lavoratrici e lavoratori, rappresentanza che avrebbe potuto essere molto più ampia se “ragioni di sicurezza” (questa la motivazione addotta dai rappresentanti del Comune) non avessero sconsigliato di occupare tutte le sedie a disposizione del pubblico, garantendo così il libero accesso a tutti i lavoratori arrivati per assistere al dibattito.

La discussione in Consiglio Comunale ha chiarito infatti come non sussistesse alcun obbligo di legge a vendere (questo è ormai chiaro a tutti) né, tantomeno, è risultata credibile la giustificazione che si sarebbe comunque persa la maggioranza pubblica vista la volontà di alcuni comuni, rappresentanti meno del 2% del capitale sociale, di vendere le loro quote. E’ stato infatti necessario richiedere a Publiservizi (Pistoia-Empoli-Circondario) di alienare una piccola parte del capitale posseduto “per far raggiungere ad Italgas la maggioranza assoluta delle azioni” che altrimenti non avrebbe avuto.

Una discussione più ampia avrebbe sicuramente aiutato a chiarire ulteriori punti fondamentali ma si è deciso, inizialmente, di non comunicare tale scelta di privatizzazione e, poi, di ridurre al minimo ogni dibattito pubblico e confronto in proposito.

Addirittura si è arrivati, da parte della maggioranza del Consiglio Comunale di Firenze, a votare contro la richiesta di ascoltare in Consiglio il punto di vista dei lavoratori, come invece è accaduto per altre categorie economiche (commercianti, artigiani, …) in altri consigli comunali.

Decisione questa assunta con uno scarto minimo dei voti che ha lasciato amareggiati e profondamente delusi i lavoratori presenti.

È stata infine approvata la delibera contenente un emendamento che invita Toscana Energia e la sua nuova proprietà a discutere con i sindacati sul mantenimento dell’occupazione e delle sedi. I sindacati avevano richiesto di non procedere alla privatizzazione e comunque di stabilire garanzie reali per lo sviluppo del territorio, per la qualità del servizio, per il mantenimento delle funzioni/attività e per i lavoratori diretti e delle ditte in appalto.

Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil Toscana



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