Preti e religiosi denunciano le politiche dell'immigrazione di Salvini: "La Chiesa prenda posizione"

Alcuni preti, religiosi e religiose da tutta Italia hanno sottoscritto un atto di denuncia pubblica nei confronti della politica sull'immigrazione del neo Ministro dell'Interno Matteo Salvini, nonché "del silenzio assordante degli altri partner e membri del Governo che avalla di fatto questa assurda politica". L'idea è nata dal parroco abruzzese Aldo Antonelli.

A Firenze l'atto è stato accolto dalla Comunità Delle Piagge e firmato da padre Alessandro Santoro, la suora domenicana Stefania Baldini, e il parroco Fabio Masi.

Nella nota che accompagna l'atto di denuncia si fa anche appello affinché le istituzioni della Chiesa non restino in silenzio di fronte alle ultime vicende in tema di immigrazione: "Il silenzio della nostra Chiesa - si legge - non è meno preoccupante e con la diffusione di questo documento nella città e diocesi di Firenze speriamo che altri sacerdoti, religiose e religiosi e le varie comunità possano esprimersi e, se vorranno, scegliere di "sostenere" con noi questo atto di denuncia".

Il testo dell'atto:

Siamo preti, religiosi e religiose impegnati da anni in un lavoro di coscientizzazione con persone di ogni genere: uomini e donne, giovani e anziani, professionisti e operai, abbienti o meno.

Abbiamo sempre denunciato, senza infingimenti, l’invasione clericale della chiesa in ambito politico, per rispetto di quella laicità, a noi cara, che riconosce dignità e autonomia ad un mondo adulto non più bisognoso di tutele adottive e/o protezionistiche.

Abbiamo affrontato critiche e condanne ai tempi in cui Montecitorio era telecomandato dal Vaticano ed abbiamo salutato con gioia e con orgoglio la Chiesa del Concilio Vaticano II che ha dismesso le vesti ieratiche del comando rivestendo il grembiule del servizio in una società riconosciuta adulta ed emancipata.

Se quindi oggi interveniamo con questa nostra denuncia non è per una nuova invasione di campo, ma per rivendicare quei valori di DEMOCRAZIA e di LAICITA’ che in questi ultimi tempi vengono rinnegati e calpestati.

Vediamo la Democrazia calpestata da una bulimia populista tutta presa dalla ricerca spasmodica

del consenso che l’attuale classe politica al governo persegue,titillando le tendenze più volgari, diffondendo paure  e seminando odio in una popolazione massacrata da una crisi di cui non si vede la fine. Ignari, questi politici di avventura, che la democrazia non è semplicemente una questione dei numeri  da incassare, ma è costituita da cultura e sensibilità senza le quali un popolo rimane gregge. 

Denunciamo questo imbarbarimento culturale, convinti che oggi, nella società aperta e multiculturale, non si può più essere uomini restando chiusi nei confini angusti della propria tradizione. 

Ogni giorno ci tocca assistere al dileggio di quella cultura umanistica di cui Matteo Salvini va facendo strame. «L’educazione umanistica, ci ricorda Umberto Galimberti, non vuol dire solo imparare a ragionare con la pro­pria testa evitando sia il menefreghismo sia la delega in bianco, ma vuol dire anche oltrepassare l'angusta fedeltà al gruppo per interessarsi alla realtà di esistenze lontane. Non pensarsi innan­zitutto come italiani, tedeschi, francesi, europei, americani, ma come esseri umani» (I miti del nostro tempo;  p.378).

Vediamo la laicità rinnegata da un’invasione barbara arrovesciata da parte di un politico che esibisce il vangelo sui palchi e lo calpesta nella pratica. 

Giù le mani da quel vangelo coartato a consacrazione di chiusure egoistiche e narcisiste!

Giù la mani dal vangelo usato come chiavistello per violentare la buona fede dei molti credenti sprovveduti e carpirne il consenso.

Denunciamo alla pubblica opinione il gioco cinico e baro di chi, senza scrupoli di sorta, rivendica radici cristiane e fornica con l’ideologia fascista della razza e della sicurezza.

Condanniamo senza se e senza ma l’ipocrisia di una politica fatta di proclami capziosi, che alimentano sogni illusori ed uccidono le speranze.

Additiamo al pubblico disprezzo la barbarie di battezzare problemi e situazioni disumane con nomi di una volgarità inaudita: “Pacchia”, “crociera” ecc.

In ultimo denunciamo l’uso personalistico di istituti statali come la scorta a persone a rischio, concessi o revocati secondo le simpatie e i capricci del momento!

Noi, di fronte a questo sfacelo, non staremo zitti e,  soprattutto, non staremo con le mani in mano.

Ci sentiamo in dovere, come cittadini e come educatori, di sollecitare le nostre e le altrui coscienze per una resistenza pura e dura.

Costi quel che costi!

Firmatari

ANTONELLI ALDO (Avezzano – AQ)

GIORGIO DE CAPITANI (Milano)

ANTONELLO SOLLA (Vercelli)

GRAZIELLA VIRZI (Lavagna – GE)

PAOLO FARINELLA (Genova)

GIORGIO ANTONIO PISANO (Portici Napoli)

PASQUALE ACETO (Crotone)

RAFFAELE GAROFALO (Sulmona – AQ)

CARLO SANSONETTI (Orte - VT)

LORENZO TASCA (Trevignano – TV)

CLAUDIO MIGLIORANZA (Castelfranco Veneto – TV)

FRANCESCO MUSCATO (Asti)

ALESSANDRO SANTORO (Firenze)

PAOLO TORNAMBE’ (Avezzano – AQ)

LUIGI CONSONNI (Pioltello – MI)

GIUSEPPE D’AMATO (Roma)

PIERO MONTECUCCO (Voghera – PV)

ANNALISA ROMANI (Roma)

MAURO STABELLINI (OLTREPO PAVESE – PV) 

STEFANIA BALDINI (Firenze) 

FABIO MASI (S. Stefano a Paterno – FI)



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