L'imitatore Dario Ballantini si 'svela' artista a Cerreto Guidi: ecco la sua mostra. Stasera anche il suo spettacolo

Entra nel vivo l'Estate cerretese. Ad impreziosire il vasto cartellone di eventi che culminerà nella cinquantesima edizione del Palio del Cerro, arriva l'artista e imitatore toscano Dario Ballantini.

Conosciuto per aver vestito i panni di Valentino, Gianni Morandi, Renzi o Trump, Ballantini sarà a Cerreto in una veste che per alcuni potrà apparire insolita: non tutti sanno, infatti, che il comico livornese è anche pittore e scultore.

Oggi, sabato 14 luglio, è stata inaugurata la personale di Ballantini al Museo della Memoria di Cerreto Guidi, con 13 dipinti esposti appartenenti a diversi periodi della sua vita. Alla conferenza stampa di presentazione ha partecipato lo stesso Ballantini, con il sindaco Simona Rossetti, il presidente della Pro Loco Marco Iullucci e il curatore della mostra Massimo Licinio.

Nato in una famiglia di artisti (il padre e lo zio dipingevano, il nonno era un attore e lo zio un tenore) ha accostato all'amore per il palcoscenico e la tv, quello per la pittura e l'arte. Ha iniziato ad esporre le sue opere fin dalla fine del liceo e la sua prima mostra risale al 1985. Due 'mestieri' che diventano due vere e proprie maschere di un poliedrico artista che ha messo al centro della sua vita la riflessione sul rapporto dell'uomo con l'universo e con la sua stessa figura e con il suo 'volto' (per cui Ballantini prova un evidente fascino).

Da una parte il comico che veste i panni degli altri e ne mette in mostra i paradossi e le contraddizioni per strappare un sorriso umoristico. Dall'altro l'uomo in senso lato che attraverso una poetica intrisa di un certo espressionismo tipico del periodo tra le due guerre, ma per niente anacronistico, vuole riflettere sulla paura, sul rapporto dell'uomo con se stesso, sulla introspezione psicologica nel fondo di se stessi e sull'essere dell'uomo in senso molto ampio. Due maschere che sembrano tanto distanti, ma che sono l'una lo "sfogo", come lo stesso Ballantini ha spiegato, della condizione esistenziale che soggiace all'altra.

"È sempre difficile parlare di opere d'arte - ha spiegato Ballantini - perché se avessi potuto comunicare con le parole non avrei fatto un'opera d'arte. Dipingo da 35 anni improvvisando sulla tela, non ho progetti specifici. L'arte deve rimanere una cosa inspiegabile, non può essere calcolata, altrimenti diventa una cosa intenzionale, culturale, non è questo che mi interesa. Sono affascinato dall'essere umano, dal volto e non a caso nella mia altra attività vesto i panni degli altri. Proprio questo essere un altro porta questo sconvolgimento interno che ha bisogno di uno sfogo, dipingere è una necessità per me".

La mostra  sarà ospitata nei locali del Museo della Memoria di Cerreto Guidi fino al prossimo 9 settembre.

"Siamo contenti - ha detto il sindaco Rossetti - che chi verrà a visitare questa mostra conoscerà anche il Ballantini artista. Siamo altrettanto contenti che la mostra e il tuo spettacolo si inseriscano in un ampio cartellone di eventi ce vogliono promuovere cose nuove ma nel solco della tradizione e delle eccellenze del territorio".

Durante la presentazione è stata quindi annunciata una grande novità: Ballantini sarà anche il disegnatore del prossimo Cencio del Palio del Cerro (LEGGI QUI L'APPROFONDIMENTO) e sarà presente alla benedizione dle prossimo 30 agosto in cui verrà svelato il suo lavoro.

Stasera lo spettacolo 'Da Balla a Dalla'

Ma il contributo artistico di Ballantini all'estate cerretese non finisce qui: stasera si esibirà all'ombra della Villa Medicea alle ore 21 con il suo spettacolo 'Da Balla a Dalla. Storia di un'imitazione vissuta', un racconto che attraverso la propria vicenda personale, e il rapporto tra imitatore e soggetto imitato, vuole essere anche una celebrazione del grande Lucio Dalla.

Non mancheranno le risate e tanto divertimento, con l'imitazione del cantautore emiliano che farà da protagonista, ma accanto a tutto ciò emerge la celebrazione di un vero e proprio mito musicale che è patrimonio interiorizzato di Ballantini, ma anche di ognuno di noi.

 

Giovanni Mennillo



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