Montenero presenta una serata dedicata alla storia dell’amicizia millenaria tra uomo e cavallo

Se amate i cavalli, o volete saperne di più su questo animale così presente nella vita dell’uomo dall’Antichità, giovedì 26 luglio (Sala grande del Ristorante Montallegro a Montenero, ore 18, ingresso libero fino ad esaurimento posti) potrete vedere in anteprima il filmato “A cavallo del tempo”, curato dal produttore e regista Gianmarco D’Agostino di Advaita Film, che, per l’omonima mostra allestita fino al 14 ottobre alla Limonaia del Giardino di Boboli delle Gallerie degli Uffizi, ha ideato e curato la multivisione che completa il percorso espositivo con proiezioni di circa 300 metri quadri.

A questo evento, organizzato dalla casa editrice Sillabe, saranno inoltre presenti ospiti d’eccezione che racconteranno, da vari punti di vista, l’antico rapporto tra uomo e cavallo, soffermandosi su una selezione di oggetti che sono in grado di narrare le mille sfaccettature di una relazione che da sempre coinvolge ogni aspetto della vita quotidiana.

Tra gli ospiti i due curatori della mostra e del catalogo “A cavallo del tempo", edito da Sillabe, Fabrizio Paolucci (Curatore dell’arte classica delle Gallerie degli Uffizi) e Lorenza Camin (Direttore del Museo Archeologico di Dicomano), Marco Masseti (Università di Firenze, Dip. di Biologia), Alessandro Muscillo (Università Cà Foscari di Venezia, Dip. Archeologia).

Vari e interessanti gli argomenti su cui si soffermeranno in breve i presenti, sia con le immagini che con le parole: il Cavallo di Troia; il famoso carro di Populonia ritrovato nella cosiddetta “Fossa della Biga”; i due crani equini rinvenuti durante gli scavi della necropoli occidentale di Himera; la “kylix” attica a figure rosse con Atena e il cavallo di Troia, oggi conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ecc.

Un rapporto quello tra uomo e cavallo che si esplicita in diversi mondi: nel lavoro quotidiano (esemplificato in mostra da un rarissimo giogo ligneo preveniente dai relitti delle navi di Pisa) come nel gioco, nella guerra come nelle celebrazioni religiose, i destrieri furono sempre una presenza costante al fianco dell’uomo. Ultimo fra gli animali addomesticati, il cavallo seppe strappare un ruolo di primo piano nell’arte, nella società e nella letteratura del mondo antico grazie alla sua innata bellezza e nobiltà che, inevitabilmente, finivano con l’irradiarsi anche al suo cavaliere. Cavallo e cavaliere diventano una cosa sola. Dal Paleolitico a tutto il Cinquecento, la rassegna di fatto indaga questo rapporto, di un’attualità spesso insospettata, e che attraversa tutta la nostra storia.

Fonte: Ufficio Stampa



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