L'Otto iole 'Moby Dick' entra nel museo delle imbarcazioni

È stato usato dagli Scarronzoni livornesi all’inizio della loro carriera per gli allenamenti e le competizioni che avrebbero portato l’equipaggio alle Olimpiadi del 1936 e da oggi entra a far parte dell’Esposizione delle Imbarcazioni Storiche, dove rimarrà sicuramente sino al 15 settembre, per accordi intercorsi con l’Agenzia dello Sport di Rosignano, in particolare con Paolo Pescia, figlio e nipote di due storici vogatori. L’Otto iole Moby Dick, uno dei simboli della tradizione remiera, va ad arricchire il parco navi a disposizione del Museo e, assieme al Gozzo Teresa, al Navicello Pilade e al Rimorchiatore Marzocco, si candida a diventare una delle fonti di attrazione per i cittadini e turisti che durante Effetto Venezia 2018 affolleranno le strade di Livorno.

La barca a remi da competizione, realizzata negli anni trenta dai Cantieri Carlesi e restaurata due volte, nel 2011 e nel 2017, dai Cantieri Gavazzi, ha debuttato stamani come pezzo pregiato del magazzino delle imbarcazioni. Al “taglio del nastro” erano presenti l’Assessore comunale alla cultura, Francesco Belais; il Dirigente Promozione e Comunicazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Gabriele Gargiulo; il curatore per conto dell’AdSP dell’iniziativa, Enrico Campanella, e lo stesso Paolo Pescia, che ha ricordato vita, morte e miracoli della jole, imbarcazione acquistata dal circolo canottieri di Solvay e motivo di vanto per la realtà sportiva di Rosignano: «Mio padre Pescino e mio Zio Marino sono stati due vogatori del Moby Dick – ha detto –, entrambi lavoravano allo stabilimento Solvay e si allenavano a Livorno, che raggiungevano in treno, o in bicicletta quando uscivano tardi da lavoro». L’imbarcazione subì un naufragio nel 1940 quando si rovesciò su un fianco nei pressi delle secche di Vada; il timoniere e uno dei vogatori persero la vita in quella circostanza. Da quel momento l’imbarcazione sparì come nel nulla. Fu il maestro d’ascia Luciano Gavazzi, in visita alla Società Canottieri di Orbetello, a riconoscere il relitto abbandonato, a riportarlo a Rosignano e a dargli nuova vita restaurandolo.

Ora, eccolo qui, il Moby Dick, a fare bella mostra di sé nella città dei Quattro Mori. Non ha nascosto la propria soddisfazione Gabriele Gargiulo, che ha parlato del Magazzino delle Imbarcazioni e del Port Center come di un valore aggiunto per Livorno: «Da anni - ha dichiarato - l’Adsp sta portando avanti da anni un progetto di integrazione tra porto e citta. Non è la prima volta che sviluppiamo assieme al Comune un percorso di stretta sinergia per riassegnare al porto, ai suoi mestieri e agli sport remieri, lo spazio che meritano di avere nell’immaginario collettivo».

Gli ha fatto eco Belais: «La tradizione storica degli Scarronzoni .- ha detto - è presente alla grande in questa edizione. Ringrazio l’Adsp: il suo supporto è fondamentale».

Nel corso della conferenza sono state infine illustrate le le iniziative che la Port Authority svilupperà per la cinque giorni di Effetto Venezia. Il percorso espositivo del Livorno Port Center aprirà ogni sera, dal 1° al 5 agosto, dalle ore 20.00 alle ore 23.00. Inoltre, nel cortile antistante il Magazzino ex FS, riaprirà il progetto CONURGENZA, contenitore d’arte realizzato da Cesare Inzerillo e Scenica Frammenti in collaborazione con AdSP MTS nel 2018 e dedicato proprio agli Scarronzoni, vicecampioni olimpici a Berlino nel ’36. Le immagini contenute in Olimpya di Leni Rifenstahl e proiettate nel container con il titolo evocativo “Ali sull’acqua”, raccontano l’urgenza di riscatto di questi vogatori dalla crisi economica e sociale del ‘29. Una crisi, quest’ultima, che accomuna per tanti aspetti quell’epoca alla nostra, con tutto il portato di miseria e migrazioni che condividono e che rende per questo estremamente attuale l’urgenza degli Scarronzoni.

Fonte: Ufficio stampa



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