Consiglio Regionale, la seduta si apre con la variazione di bilancio 2018-20

Si è aperta con la discussione della sesta variazione del Bilancio di previsione finanziario del Consiglio regionale per il triennio 2018-20 la seduta di oggi dell'Assemblea toscana. All'ordine del giorno del Consiglio, che si riunirà anche domattina per l'ultima seduta prima della pausa estiva, ci sono le norme in materia di economia circolare, la proposta di legge statutaria sulla valorizzazione dei beni comuni e le modifiche alla legge sui contratti pubblici. Tra le proposte di legge anche il rendiconto generale per l'anno finanziario 2017 e il bilancio di esercizio 2017 dell'Azienda per il diritto allo studio universitario e l'approvazione del bilancio di esercizio 2017 dell'Agenzia regionale di sanità. Al voto anche la proposta di legge popolare per l'istituzione del Comune delle Crete Senesi.

Regione, Rendiconto 2017, Pieroni (Pd): “Cittadini toscani meno indebitati d’Italia. Bilancio corretto e sostenibile”

“I cittadini toscani sono i meno indebitati tra le Regioni italiane a Statuto ordinario, il primo dato significativo da evidenziare nel rendiconto 2017 credo sia questo – spiega Andrea Pieroni, consigliere regionale Pd e vicepresidente della Commissione Controllo, illustrando in aula il rendiconto generale 2017 della Regione Toscana –. La certificazione di parificazione della Corte dei Conti non è un atto formale né meramente ricognitivo ma, al contrario, ha valore sostanziale perché certifica un bilancio in ordine e sostenibile, un momento importante di confronto anche per mettere in evidenza eventuali criticità che potranno poi rientrate nell’esercizio successivo. Il rendiconto 2017 fa riferimento ad una difficile annualità e ad un  quadro generale reso critico dalla pesante diminuzione di trasferimenti statali – 1 miliardo in meno dal 2010 ad oggi –, nonostante questo si può affermare che va avanti l’azione di riduzione delle spese e del contenimento dell’indebitamento. Come la stessa Corte mette in evidenza, ad esempio, la spesa per il personale continua a diminuire: del 16,4% (da 2.889 posizioni nel 2013 a 1.058 nel 2017), con un importante calo (48%) delle posizioni dirigenziali e questo è un dato significativo se consideriamo che la Regione ha assorbito circa mille e cento persone dalle Province. Come pure gli incarichi e le consulenze esterne sono state ridotte al minimo. Certo, permangono problemi rispetto ad alcune voci del bilancio, legate a situazioni che vengono da lontano o fanno capo a congiunture economiche, come nel caso delle società partecipate. Ma, in generale, si può affermare che siamo di fronte a un miglioramento degli indicatori finanziari, elementi che ci fanno dire con sufficiente tranquillità che il consuntivo 2017 segnala una gestione economica oculata”.

Rendiconto 2017: il dibattito in aula

Lillustrazione dellatto da parte del consigliere Andrea Pieroni (Pd). Gli interventi dei consiglieri Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Jacopo Alberti (Lega), Monica Pecori (gruppo misto Tpt), Gabriele Bianchi (M5S) e la replica dellassessore al Bilancio Vittorio Bugli

  Con numeri alla mano e partendo dal giudizio di parifica della Corte dei Conti del 26 luglio scorso, Andrea Pieroni (Pd), presentando il “Rendiconto generale per l’anno finanziario 2017”, ha parlato di un “bilancio sostanzialmente in ordine e di una gestione oculata”. Sul fronte dell’indebitamento, il consigliere ha ricordato che i cittadini toscani sono indebitati per 512 euro procapite in confronto a una media nazionale di circa 1000 euro procapite. “In un quadro segnato da difficoltà di contesto c’è lo sforzo di contenere e di razionalizzare la spesa”, ha affermato Pieroni, parlando anche della spesa del personale “sotto controllo”, nonostante le Regioni abbiano assorbito personale dalle Province. “Questo rendiconto, fermo restando gli elementi di criticità, come le società partecipate – ha concluso il consigliere – merita il voto positivo del Consiglio regionale”.

“Il 26 luglio c’ero anch’io e mi sembrava che il giudizio della Corte dei Conti fosse diverso”, ha esordito Paolo Sarti (Sì -Toscana a sinistra) ricordando le parole pronunciate nel corso della requisitoria dal Procuratore regionale: “risultato del rendiconto 2017 in negativo e in peggioramento rispetto al 2016”. Il consigliere ha, quindi, ripercorso le varie criticità: dalla stipula dei contratti derivati alle società partecipate alle politiche sanitarie definite “in crisi”, alla “scelta insensata” del project financing.

“C’ero anch’io il 26 luglio e possiamo parlare di un bilancio con tantissime ombre e poche luci”. Così il consigliere Jacopo Alberti (Lega), che tra le ombre ha parlato di grave deficit di gestione, indebitamento, project financing, derivati finanziari, debiti in sanità, società partecipate “con iniezione di soldi pubblici pari a 110 milioni di euro anche nel 2017”. “Siamo preoccupati per il debito pubblico, che nel 2020 potrebbe portare la Regione al dissesto”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la consigliera Monica Pecori (Gruppo misto Toscana per tutti), che avendo partecipato all’udienza ha “notato qualcosa che non va”. A partire dai 680 milioni di saldo negativo, in aumento rispetto all’anno precedente: “si tratta di soldi che arrivano dai contribuenti”, ha affermato. Ed anche la consigliera ha puntato il dito sul problema dei derivati, sulle società partecipate, sul project financing che già lo scorso anno aveva visto la Corte bacchettare la Regione per i nuovi quattro ospedali”, sui debiti in sanità.

“Il nostro sarà un voto nettamente insufficiente”, ha esordito Gabriele Bianchi (M5S), parlando di “mala gestione di risorse”. Anche Bianchi si è soffermato in particolare sui capitoli delle società partecipate e del mancato controllo sulle stesse, da parte della Regione, e sul mondo della sanità, dove “il servizio non è certamente migliorato, come dimostrano le lamentele dei cittadini toscani”. “Parere negativo sul rendiconto” e richiesta di direttive che portino l’ente a migliorare la razionalizzazione delle risorse pubbliche e il controllo”.

“Capisco la polemica politica, ma il bilancio è una cosa seria e non si può esagerare, invito a moderare i toni”. Questo l’incipit della replica dell’assessore al Bilancio Vittorio Bugli, che ha sottolineato: “la gestione corretta è dimostrata da una parifica della Corte dei Conti; di mala gestione e di scorretto non ha fatto nulla nessuno”. “Il nostro è sempre stato un bilancio trasparente, naturalmente nella complessità di un bilancio regionale – ha affermato – se voi siete tanto bravi fate in modo che lo Stato si adegui a fare il pareggio di bilancio”. E se “sulle società partecipate non si può dire che siamo stati fermi, anche se c’è bisogno di una revisione”, sull’indebitamento Bugli ha invitato a vedere le cose come stanno: “aumenta perché, se dobbiamo fare investimenti, dobbiamo prendere un mutuo”.

Rendiconto 2017: il sì dellaula

Il Consiglio regionale ha approvato la legge registrando, su 37 votanti, 24 voti a favore (la maggioranza) e 13 contrari

 l Consiglio regionale della Toscana, dopo ampio dibattito, ha votato il rendiconto generale per l’anno finanziario 2017. Su 37 votanti, 24 si sono dichiarati a favore (la maggioranza) e 13 contrari.

L’esercizio finanziario 2017 si chiude con un saldo negativo di 679,979 milioni, in aumento rispetto all’anno precedente, che ammontava a 167,08 milioni. Su questo saldo negativo pesano 709 milioni di euro iscritti in bilancio tra le partite di giro come residui perenti. Il disavanzo sostanziale, che tiene conto delle somme vincolate e accantonate per far fronte a crediti di dubbia esigibilità e a rischi potenziali si attesta su 2.273,26 milioni. E’ dovuto ad esercizi trascorsi per impegni assunti soprattutto per investimenti sanitari ed è comunque in miglioramento di circa 261 milioni rispetto all’anno precedente.
E’ quanto risulta dalla proposta di legge n. 279, “Rendiconto generale per lanno finanziario 2017”, all’esame del Consiglio regionale. L’indebitamento è pari a 1.948,22 milioni, in leggera crescita rispetto all’anno precedente (1.942,43 milioni), che ha determinato un costo a carico del bilancio regionale di oltre 169 milioni.
Per completare il quadro, il residuo di cassa presso l’istituto tesoriere della Regione ammonta a 274,82 milioni, mentre il conto economico presenta un saldo positivo di 267,75 milioni. Al termine dell’esercizio 2017 le previsioni definitive in entrata ed in uscita risultano di 19.999,12 milioni,  gli accertamenti di  11.455,94 milioni e gli impegni di 12.255,47 milioni, che determinano una differenza negativa nella gestione di competenza pari a 799,52 milioni.

Più in dettaglio, sul lato delle entrate, i maggiori accertamenti di 17.35 milioni derivano da entrate extratributarie, mentre i minori accertamenti di 8.543,18 milioni nascono da: entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (543,24); da trasferimenti correnti (194,39); da entrate in conto capitale (171,31); da entrate da riduzione di attività finanziaria (0,51); da accensione prestiti (2.381,13); da anticipazioni istituto cassiere/tesoriere (500); da entrate per conto terzi e partite di giro (1.659, 50); da avanzo di amministrazione (3.110,43).
Sul lato delle uscite si sono verificati minori impegni per 7.743,65 milioni, relativi a: spese correnti (1.607, 31); spese in conto capitale (938,69); spese incremento attività finanziarie (3,35); spese rimborso prestiti (634,29); spese chiusura anticipazioni ricevute dallistituto tesoriere (0,50); spese di uscita per conto terzi e partite di giro (1.659,82); componente passiva avanzo di amministrazione precedente (82.400,17).
Sempre nella gestione di competenza, risultano accertati in meno 8.543,18 milioni, mentre risultano impegnati in meno 7.743,65 milioni, con una differenza negativa nella gestione di competenza di 799,52 milioni. Le riscossioni definitive sono pari a 12.147, 61milioni, mentre i pagamenti definitivi sono pari a 11.872,78 milioni, con un avanzo di cassa di euro 274,82 milioni. Il complesso dei residui attivi è pari a 5.620,04 milioni, con un decremento del 10,46 per cento, pari ad euro 656,36 milioni rispetto all’anno precedente. I residui passivi sono di 6.319,27 milioni, a fronte di 6.403,26 dell’esercizio 2016. Nel corso dell’esercizio finanziario 2017 c’è stata una eliminazione parziale dei residui passivi per un totale di euro 211,09 milioni per insussistenza o prescrizione.

Assestamento Bilancio

La legge di assestamento del bilancio di previsione finanziario 2018 ha lo scopo di rendere definitivi i dati inseriti in via presuntiva nel bilancio dell’esercizio in corso, in relazione alle risultanze del rendiconto generale dell’esercizio precedente. Su questa base si determinano di nuovo i valori della giacenza di cassa, del risultato di amministrazione e dei residui attivi e passivi. Il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd) ha illustrato la proposta di legge votata a maggioranza con il no dei gruppi di minoranza.
“L’esercizio 2017 - ha detto Bugliani - si è chiuso con un saldo finanziario negativo di -679,97 milioni, come risulta dalla gestione in conto residui (+33,87 milioni), e dalla gestione in conto competenza (-543,95 milioni)”.  A questi valori vanno  aggiunte le due componenti del Fondo pluriennale vincolato: -255,57 milioni, che incide negativamente perché si riferisce a impegni la cui esigibilità è riferita ad esercizi successivi; +252,75 relativa ad accertamenti assunti in anni precedenti, a copertura di impegni con esigibilità 2017 o successivi.
Nel bilancio 2018 devono quindi essere iscritte di nuovo, per obblighi di legge, le somme non impegnate o economizzate, pari a 1.714,17 milioni (avanzo accantonato o economizzato), oltre a 341,81 milioni che rappresentano la copertura dei residui perenti, e maggiori entrate a destinazione vincolata, acquisite al termine dell’esercizio e non riassegnate nella spesa per 27,29 milioni.
Il totale delle somme vincolate è di 2.083,28 milioni, con un saldo finanziario di -679,97 milioni, con un disavanzo complessivo di 2.763,26 milioni.

Ad esprimere il voto contrario del gruppo Lega nord, il consigliere regionale Roberto Salvini: “Ci stiamo incamminando verso un periodo di minori risorse finanziarie - ha detto Salvini - nel prossimo futuro saremo costretti a tagliare servizi. In Toscana mancano investimenti produttivi che creano l’aumento del pil e risorse per rilanciare l’economia regionale”. “Abbiamo - ha concluso - un bilancio troppo piccolo con spese troppo grandi”.

Anniversario 4 novembre: valorizzare lapidi e cippi

Il Consiglio regionale ha approvato la deliberazione che prevede un avviso pubblico per la concessione di contributi per interventi di valorizzazione di monumenti situati nei Comuni toscani e dedicati alla prima guerra mondiale

Grande consenso in aula per la deliberazione della Consulta per la denominazione dei beni regionali, che prevede un avviso pubblico per la concessione di contributi per interventi di valorizzazione di lapidi, monumenti e cippi situati nei Comuni della Toscana e dedicati alla prima guerra mondiale. Su proposta del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani (Pd), del portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti (Lega), del presidente della prima commissione Giacomo Bugliani (Pd) e della consigliera Valentina Vadi (Pd), tutti facenti parte della Consulta, si prevede di contribuire alla “valorizzazione di lapidi, monumenti e cippi ubicati o da collocare nei Comuni della Toscana”, in memoria dei caduti della Grande Guerra, “tramite promozione e contribuzione a specifici interventi da effettuarsi da parte dei Comuni”.

Il Consiglio stanzia 150mila euro, a ciascun Comune potrà essere destinato un massimo di 4mila euro per una quota non superiore all’80 per cento del costo complessivo dell’intervento. La Consulta avrà la possibilità di destinare contributi aggiuntivi per una somma non superiore ai 7mila euro ciascuno a un massimo di tre Comuni, le cui domande siano risultate di particolare rilevanza. L’erogazione dei contributi sarà subordinata alla definizione di un elenco dei Comuni ammessi.

Il Consiglio regionale “nel suo ruolo di organo di rappresentanza della comunità toscana”, in occasione della ricorrenza dei cento anni dalla conclusione del primo conflitto mondiale, “intende destinare un contributo una tantum per la valorizzazione, anche tramite restauro o manutenzione straordinaria, di lapidi, monumenti e cippi celebrativi presenti o da collocare sul territorio”.

“Con questo atto intendiamo dare un aiuto a quei Comuni toscani che vogliano ricordare l’anniversario della grande guerra, intervenendo su lapidi e cippi, che nella nostra regione raccontano la storia, facendo memoria del passato”. Così il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, cui ha fatto eco il consigliere Jacopo Alberti (Lega): “apprezziamo l’iniziativa, penso non ci sia Comune che non abbia avuto caduti, ricordare anche attraverso la manutenzione delle lapidi è importante”.

Di “passo avanti” ha parlato Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra) che ha però auspicato un maggior collegamento con la Giunta regionale, per poter contare su una struttura adeguata. “Pur non condividendo la cornice – ha concluso il consigliere – il nostro non sarà un voto contrario, ma un’astensione”.

Consiglio: documento di economia e finanza, sì ad integrazione aggiornamento

La proposta di delibera passa a maggioranza con il voto contrario delle opposizioni. Gli interventi di Paolo Marcheschi (FdI), Tommaso fattori (Sì-Toscana a sinistra), Gabriele Bianchi (M5s), Elisa Montemagni (Lega), lassessore al bilancio Vittorio Bugli

 Approvata a maggioranza con il voto contrario delle opposizioni la delibera che costituisce il terzo intervento sul Documento di economia e finanza 2018 e che allinea le risorse e la programmazione regionale alla luce delle ultime variazioni di bilancio. Voto favorevole a quattro ordini del giorno a firma di Paolo Marcheschi (FdI), Elisa Montemagni (Lega) e Maurizio Marchetti (Forza Italia) su miglioramento dell’accessibilità ai disabili nelle stazioni e sui treni, videosorveglianza urbana, sicurezza nei presidi ospedalieri e spreco alimentare.

Come ha spiegato in Aula il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), illustrando l’atto, “sul piano finanziario si tratta di risorse aggiuntive per il complesso dei ventiquattro progetti regionali pari a 105 milioni nel 2018, 82 milioni nel 2019 e  42 milioni nel 2020”. Si tratta di interventi limitati, non strategici, senza cambiamenti su undici linee programmatiche, alcuni dei quali erano stati oggetto specifico dell’ultima variazione di bilancio.

Segnaliamo, per le politiche del mare, il ripristino delle condizioni di sicurezza nello specchio d’acqua di Talamone.

Nell’ambito del progetto di cooperazione Italia Francia in campo marittimo, sono finanziati  interventi per la competitività delle imprese in campo agricolo e per i servizi innovativi al turismo.

In ambito culturale sono previsti contributi ai comuni di Poggibonsi, Radicofani, Vinci, Sansepolcro, Sesto fiorentino per investimenti sui beni culturali (edifici) e una serie di iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale, in collaborazione con il ministero.

Per l’agenda digitale viene aggiunta l’integrazione della funzionalità relativa ai procedimenti di  edilizia nella piattaforma della rete dello Sportello unico per le attività produttive (Suap).

In campo agricolo sono previsti indennizzi per le fitopatie. Sulla rigenerazione urbana è introdotto l’inserimento dei comuni di Montale e Montemurlo per l’aggiornamento dei Piani. Sulla gestione del territorio  si aggiunge la fattibilità dei progetti di paesaggio per Pratomagno, Mugello e Capraia isola. Per la competitività delle imprese sono introdotti interventi per il potenziamento del comprensorio sciistico Amiata, attività di ricerca per le aree periferiche e le integrazioni sull’accordo di programma per la riqualificazione dell’area ex Eaton.

In ambito scolastico si prevedono interventi per l’edilizia e il finanziamento dei centri provinciali di istruzione per gli adulti.  Sulla ricerca sono finanziati sette progetti transazionali nell’ambito di Orizon 2020. Sul trasporto pubblico, invece, interventi per migliorare le condizioni di sicurezza sulla linea Sinalunga-Arezzo-Stia.

“Noto una grande continuità con il passato e con i Defr precedenti – ha detto Marcheschi, motivando il voto contrario – non c’è stata una presa d’atto del cambiamento della Toscana. Nonostante la società cerchi dei punti di riferimento nuovi, questo atto politico dà un senso di chiusura, non rispecchia la realtà”. Il consigliere regionale ha parlato di una “Toscana a sviluppo zero dove non si vede la fine della crisi” e di una “Toscana chiusa in se stessa”. “Lo stallo politico nella maggioranza – ha concluso Marcheschi – porta la regione a una situazione di marginalità, non si pensa ai problemi toscani”.

No anche da Sì-Toscana a sinistra. “Pur condividendo molti dei progetti sui quali sono state messe risorse – ha detto Tommaso Fattori (Sì) – noi avremmo dato un’impostazione diversa. Avremmo voluto interventi più mirati sull’emergenza lavoro, sulla messa in sicurezza del territorio, il servizio di trasporto a vantaggio dei pendolari”. “Condivisibile la messa in sicurezza del porto di Talamone – ha concluso Fattori – ma  poiché si utilizzano fondi pubblici, queste migliorie devono andare a vantaggio della collettività, scongiurando l’ipotesi di privatizzazione della gestione”.

Anche Gabriele Bianchi (M5s) ha espresso voto contrario. “Non si va a modificare molto nel panorama regionale - ha detto il consigliere regionale -. Ci sono ancora troppe opere in stallo, la pianificazione è assente, si spostano risorse da una parte all’altra”.

Elisa Montemagni ha espresso il voto contrario di Lega nord. “Molte voci stanno peggiorando – ha detto la consigliera –. Abbiamo dato i voti, tra i meno rientrano l’università e la tutela dei diritti civili e sociali e come uguale c’è invece, turismo e commercio”. “Poche risorse - ha concluso - sono investite anche per la sicurezza”.

L’assessore regionale al Bilancio, Vittorio Bugli, ha concluso il dibattito parlando delle “Terme di Montecatini nelle cui casse sono entrate risorse straordinarie che derivano dalla soluzione di un vecchio contenzioso e dalla vendita di un immobile”. “Dopo anni, per le Terme parrebbe che l’interesse fosse maturato - ha detto l’assessore - per l’acquisto degli immobili oppure per la richiesta di concessione o utilizzo di uno di questi immobili”.



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