Terremoto in Indonesia, una coppia dell'Empolese sui luoghi della tragedia

Il terremoto a Gili Meno (foto da facebook)

Notte da inferno per una coppia dell’Empolese. Irene Lari, 25 anni, di Montelupo Fiorentino ed il suo ragazzo, Elia Rinaldi, 30 anni di Empoli si trovavano nell’isola di Gili Meno, in Indonesia, la notte in cui la località turistica è stata colpita da un terremoto di magnitudo 7 lo scorso 5 agosto. La piccola Gili Meno si trova a circa 20 km di distanza dall’epicentro del sisma che ha sconvolto l’Indonesia e che ha provocato centinaia di morti. La coppia era partita lo scorso 29 luglio per festeggiare la Laurea di Irene.

Al momento della scossa la coppia era da poco arrivata sull'isola, come ci ha raccontato Irene, raggiunta telefonicamente questo pomeriggio: “Erano da poco passate le 20 e stavano riposando sul letto quando è arrivata la prima fortissima scossa, 30 secondi che sono sembrati infiniti. La porta era chiusa e quindi siamo usciti dal bungalow passando per una finestra. E’ iniziato un vero e proprio inferno, era buio e non sapevamo cosa fare. Il proprietario ci ha portato insieme ad una famiglia olandese al centro della piccola isola, in un campo aperto, dove siamo stati radunati insieme ad una ventina di turisti e una cinquantina di abitanti locali. Per fortuna siamo riusciti a comunicare con le nostre famiglie e tranquillizzarle sulla nostra situazione. Una notte con la paura che potesse arrivare uno tsunami, ogni rumore ci metteva l’angoscia. La mattina all’alba siamo tornati al bungalow dove con difficoltà abbiamo preso ciò che era possibile delle nostre cose e siamo andati al porto per poter lasciare l’isola. Qui dopo ore di attesa siamo saliti su un piccola imbarcazione per raggiungere il porto nord di Lombok”.

“Qui, dovevamo però percorrere l’intera isola - prosegue Elia - per raggiungere il porto principale a sud da dove avremo potuto imbarcarsi su un traghetto per Bali. Abbiamo attraversato l’isola e abbiano visto di tutto: villaggi completamente rasi al suolo, macerie ovunque, frane, una vera e propria devastazione. Alla fine con molta difficoltà siamo riusciti ad imbarcarsi e raggiungere Bali e poi Kuta dove ci troviamo.”

“Siamo stati fortunati, per fortuna non abbiano riportato ferite ma solo qualche graffio, se ci fossimo feriti sarebbe stato impossibile abbandonare l’isola. Le autorità locali non sono state di nessun aiuto, abbiamo dovuto pagare tutti gli spostamenti fatti, anche i contatti con le autorità italiane sul posto sono arrivati solo tardivamente quando, per fortuna, eravamo già diretti verso Bali. Ora siamo più tranquilli e cercheremo di rilassarci questi ultimi giorni prima del nostro rientro in Italia.”

 



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