Palio di San Rocco, in scena i richiedenti asilo con 'Orestea Africana'

Lunedì 13 agosto Palio di San Rocco, sesto giorno del Festival del pensiero popolare, una giornata dedicata all'Africa, ma anche alle notti del teatro, di un teatro che fa incontrare mondi diversi, come l'Argentina e l'Italia, cioè il luogo di nascita di Sergio Aguirre, il regista che sarà premiato con il San Rocco 2018, per la diffusione della cultura e del teatro spagnolo in Italia.

Proprio ad Aguirre, insieme a Manola Nifosì, sarà dedicato appunto l'incontro di oggi, per parlare di trent'anni di notti teatrali, consumate da quando ha attraversato l'oceano, per stabilirsi in Italia.

“Era il 1989 – ricorda Aguirre -, dopo gli studi all'Accademia teatrale di Buenos Aires, diretta dal grande Raul Serrano, sono venuto in Europa, prima a Parigi e a Berlino, dove ho lavorato al Berliner Ensemble di Bertolt Brecht, per poi trasferirmi in Toscana e trovare il luogo dove avrei speso la mia esistenza”.

Da allora il lavoro di Aguirre è stato entusiasmante, pieno di incontri, favoriti anche da Intercity di Barbara Nativi, che cominciò la sua entusiasmante avventura a Sesto Fiorentino, in rapporto con i teatri di tutto il mondo, ma anche fondando il Centro di iniziative teatrali, insieme a Manola Nifosì e a Lugi Monticelli.

Sarà interessante discutere con questi rappresentanti del teatro toscano, in rapporto soprattutto con la loro iniziativa più felice e anche la più nota, cioè “Luglio Bambino”, che ha portato nella piana fiorentina tutti il miglior teatro internazionale, staccandosi spesso anche dal teatro ragazzi, per presentare i grandi gruppi di teatro di strada, come i catalani Els Comendiants.

Dopo la consueta cena sulla terrazza Del Campana Guazzesi, alle 22 in piazza XX settembre avrà luogo lo spettacolo “Orestea Africana. Deg Nga Wolof”, con i richiedenti asilo della casa della pace Shalom di Collegalli. Un lavoro importante, nato proprio al Palio di San Rocco esattamente un anno fa, quando ebbe luogo un'esibizione fuori programma da parte dello stesso gruppo, guidato da Andrea Mancini. Da allora è stata fatta tanta strada, spettacoli in tutta Italia e una naturale riduzione del gruppo teatrale, che negli ultime mesi ha reso necessaria una rimessa in scena, stavolta firmata dalla regista Paola Bolelli, reduce da esperienze internazionali e allieva del grande Nikolaj Karpov, un indimenticato docente della biomeccanica di Vsevolod Mejerchold, tante volte presente nella nostra città (nei laboratori di “Prima del Teatro”), dove nel 2007 la casa editrice Titivillus gli pubblicò il bellissimo “Lezioni di movimento scenico”.

Paola Bolelli si è a tal punto entusiasmata del progetto “Orestea”, tanto che si è quasi trasferita a Collegalli. “Sarà per me davvero emozionante – ci confessa Andrea Mancini – vedere come il mio lavoro si è venuto modificandosi, per me questo è il senso vero del fare teatrale: si realizza uno spettacolo, poi altri possono lavorarci ancora e mutarlo anche radicalmente. Se ci pensa anche quando un autore scrive un testo fa questo: immagina un lavoro, che poi saranno altri a mettere in scena e a cambiare come vogliono. Siamo davanti a un lavoro collettivo, dove sappiamo com'è la partenza, ma non conosciamo l'arrivo, il punto finale”. Tra l'altro il Palio di San Rocco ospita quest'anno anche la bellissima mostra fotografica di Aurelio Cupelli, dedicata proprio ad una “Orestea Africana” che non esiste più.

A fine serata, verso le 23,30, ancora una esibizione del Teatro della Conchiglia dedicata al Teatro Panico di Fernando Arrabal, dentro la chiesa di San Rocco, avremo performance e improvvisazioni guidate da Francesco Gigliotti, ormai appuntamento fisso del pubblico un po' più notturno del Festival del pensiero popolare.

Fonte: La conchiglia di Santiago - ufficio stampa



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