A Pistoia Coldiretti lancia gli alberi 'mangia-smog'

Occorre migliorare dal punto di vista qualitativo e quantitativo il patrimonio di alberi nei centri urbani italiani. “In queste giornate dove gli alberi si sradicano e, nonostante le piogge, i livelli di inquinamento sono già preoccupanti in tante città, appare urgente –sottolinea Coldiretti Pistoia- prevedere investimenti importanti nel verde urbano, con la realtà del vivaismo pistoiese che potrebbe recitare un ruolo di primo piano, per la sua capacità produttiva e il patrimonio di conoscenze agronomiche che portano Pistoia ed essere eccellenza assoluta a livello continentale”.

Il verde urbano pubblico in Italia è aumentato del 3,7% in un quinquennio ed ha raggiunto nei capoluoghi di provincia oltre 564 milioni di metri quadrati che corrispondono ad una disponibilità media di 31,1 metri quadri per abitante. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat in occasione della forte ondata di maltempo che ha provocato vittime anche a causa della caduta di rami e alberi killer favorita dalla ridotta e improvvisata manutenzione.

Di fronte all’evidente cambiamento del clima in atto – sostiene la Coldiretti – non si può continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato che concorre a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, oltre al naturale ricambio delle piante malate.

La Coldiretti ha stilato la prima top ten delle piante mangia smog. Ai primi posti per capacità di mitigazione degli effetti nocivi dell’inquinamento ci sono Acero riccio, Betulla verrucosa, Cerro e Ginkgo Biloba “alberi presenti nel ricchissimo catalogo del polo florovivaistico pistoiese, il più grande distretto italiano per produzione di piante –commenta Coldiretti Pistoia-. E visti gli effetti benefici su salute e ambiente urbano è auspicabile che i nostri imprenditori intensifichino la produzione di questi alberi”.

Alberi che anche nel proprio giardino sono capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10 che ogni anno in Italia causano circa 80.000 morti premature secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente.

“E’ importante pertanto –continua Coldiretti Pistoia- la riconferma del bonus verde anche per il prossimo anno nella legge di bilancio in discussione per favorire la diffusione di ‘polmoni verdi’ nelle città. Si tratta di un segnale importante per un settore da primato del Made in Italy come il florovivaismo che solo in Italia vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e conta 100mila addetti su 27mila aziende, diffuse su tutto il territorio nazionale”.

Al primo posto tra le piante mangia smog – spiega la Coldiretti - c’è l’Acero Riccio che raggiunge un'altezza di 20 metri, con un tronco slanciato e diritto e foglie di grandi dimensioni, fra i 10 e i 15 cm con al termine una punta spesso ricurva da cui deriva l’appellativo di “riccio”: ogni esemplare è in grado di assorbire fino a 3800 chili di CO2 in vent’anni e ha un’ottima capacità complessiva di mitigazione dell’inquinamento e di abbattimento delle isole di calore negli ambienti urbani. A pari merito, con 3100 chili di CO2 aspirate dall’aria, ci sono poi la Betulla verrucosa, in grado di crescere sui terreni più difficili e considerata albero sacro presso i Celti e le tribù germaniche, e il Cerro che può arrivare fino a 35 metri di altezza. Il Ginkgo Biloba che è un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa, oltre ad assorbire 2800 chili di CO2 vanta anche – sottolinea la Coldiretti - un’alta capacità di barriera contro gas, polveri e afa e ha una forte adattabilità a tutti i terreni compresi quelli urbani. Fra gli alberi anti smog troviamo il Tiglio, il Bagolaro che è fra i più longevi con radici profonde e salde come quelle dell’Olmo campestre. Il Frassino comune – spiega la Coldiretti - è un altro gigante verde che può arrivare a 40 metri mentre l’Ontano nero è il piccolino del gruppo con un’altezza media di 10 metri ma che nonostante le dimensioni ridotte riesce a bloccare fino a 2600 chili di CO2 e a garantire un forte assorbimento di inquinanti gassosi.

Fonte: Coldiretti - Ufficio stampa



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