Il 118 Pisa ha un'automedica, ma resta un solo medico per tutte le emergenze

Nasconde un vero e proprio paradosso la recente dotazione al 118 di Pisa di un'automedica per gestire le emergenze sul territorio: si aggiunge una 'risorsa materiale' di lavoro, eppure il servizio peggiora.

Ha infatti il sapore della beffa sapere che mentre si sta mettendo in garage il nuovo mezzo, si perde personale medico: recependo una direttiva regionale, la centrale unificata Pisa-Livorno attuerà infatti il taglio del 50% dei dottori del 118 di Pisa.

Insomma se il nuovo mezzo doveva rafforzare il servizio di emergenza, a quanto pare non sarà così: prima 2 medici (pochi) dovano prestare servizio ad bacino di utenza di 150mila abitanti con una media di 15-16 interventi classificati come codice 'giallo' o 'rosso' al giorno, adesso sull'intera area di competenza ce ne sarà uno solo. Un unico medico dovrà prestare soccorso a migliaia di persone che a quanto pare non possono permettersi il lusso di aver bisogno di aiuto nello stesso momento.

Se infatti ci saranno due interventi di soccorso in contemporanea (ed è plausibile che ve ne siano molti di più), il primo paziente riceverà l'assistenza di un dottore a bordo della nuova automedica appena uscita dal 'pacco' regalo di Asl e Regione, l'altro, meno fortunato, sarà assistito solo da un infermiere con evidenti problematicità di competenze e di ruolo: questo non potrà nemmeno somministrare i cosiddetti "farmaci di primo soccorso" senza il consenso telefonico del medico della centrale del 118, il quale dovrà fare una diagnosi 'a distanza', per di più in situazioni di emergenza dove un minuto in più o in meno può essere decisivo.

Così ritorniamo al punto iniziale, quello dei paradossi (della sanità pubblica): più che un rafforzamento, infatti, sembra che a calare sul 118 di Pisa sia la scure dei tagli. Una via tracciata a dire il vero già da tempo: attualmente la città ha 2 Punti di emergenza territoriali (con medico annesso), ma non molti anni fa ne aveva tre.

Lo stesso ridimensionamento del servizio vale anche per altre realtà (non solo regionali) e sarebbe miope non inserire questo processo in un contesto tutto italiano in cui le spese sanitarie sono effettivamente troppe, gli sprechi pure. Ma la politica sembra intoppare in un perenne 'corto circuito' linguistico quando rende sinonimi la parola 'spreco' e quella di 'servizio pubblico'.  E c'è da sperare si tratti solo di un errore 'morfologico' e non nasconda una precisa scelta di indirizzo.

Intanto i sindacati sono ai ferri corti e non sono esclusi prossime iniziative, così come è accaduto a Bologna dove lo Snami (sindacato nazionale medici italiani) ha presentato un esposto con l'Ordine dei medici.

Ma esiste anche un problema politico: per quanto si tratti di una direttiva dall'alto, è certamente una scarsa dimostrazione di forza politica per la nuova Giunta pisana incassare un colpo come questo, soprattutto dopo aver ampiamente celebrato come un successo proprio l'ottenimento del mezzo: vedremo se la politica locale avrà la forza di fare la voce grossa o si accontenterà di un'automedica.

 

 

 

 

 

 

Giovanni Mennillo



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