Consiglio regionale, approvato Testo unico del Commercio e alert contro abbandono minori

Testo unico del Commercio, dibattito e dichiarazioni

La Toscana vara il nuovo Testo Unico del Commercio. La proposta di legge di riordino del sistema è stata approvata oggi, mercoledì 7 novembre, con i voti favorevoli di Pd e Art.1/Mdp. Astenute tutte le opposizioni.

Il Consiglio ha approvato anche l’ordine del giorno collegato, primo firmatario Simone Bezzini (Pd), per la concertazione locale e non solo. In particolare si impegna la Giunta a continuare nel sostegno ai centri commerciali naturali anche prevedendo una semplificazione delle procedure e degli adempimenti richiesti per l’ammissione al contributo; a favorire l’insediamento e il mantenimento degli empori polifunzionali; ad attuare misure di sostegno ai Comuni che decidono percorsi innovativi di tutela, valorizzazione, promozione e sostegno delle attività economiche in particolari aree del proprio territorio.

L’ordine del giorno affronta anche il nodo delle casistiche di esclusione dall’applicazione dell’imposta di pubblicità per la cartellonistica degli impianti di distribuzione carburante. In questo senso si chiede alla Giunta di attivarsi presso il Governo per fare chiarezza anche attraverso azioni di “carattere interpretativo”.

La concertazione regionale e in particolare quella locale in materia di commercio, verranno affrontate attraverso un intervento normativo specifico che sarà predisposto di concerto con la commissione Sviluppo economico.

Tra gli emendamenti approvati a maggioranza dal Consiglio, quello proposto dall’assessore Stefano Ciuoffo e riferito all’articolo 47 (Definizioni), è volto a “garantire una maggiore chiarezza nelle definizione di sagra”; quello con primo firmatario Gianni Anselmi (Pd) è relativo all’articolo 127 (Decadenza del titolo abilitativo per l'attività commerciale su aree pubbliche). La modifica approvata non è altro che una misura di raccordo con quanto previsto all’articolo 116 (Sanzioni per l'attività di commercio su aree pubbliche) ed elimina la sanzione di decadenza del titolo nel caso di violazioni di minore entità, per la quali “non si ravvisa il criterio di proporzionalità fra violazione e sanzione”.

Il nuovo Codice toscano è stato infine arricchito di un articolo (129 bis) proposto dal Movimento 5 stelle. L’emendamento votato si riferisce alla “clausola valutativa” e dispone che il Consiglio eserciti il controllo sull’attuazione della legge.

In sede di dichiarazione di voto il presidente della commissione Sviluppo economico Anselmi ha parlato di un testo “serio”. “La storia del commercio in Toscana è quella di una regione da sempre innovativa. Abbiamo lasciato una traccia e abbiamo impresso strumenti efficaci”. Anselmi ha anche ribadito la posizione del gruppo sulla questione edicole, sollevata dalla consigliera del Movimento 5 stelle Irene Galletti tramite un emendamento poi respinto dell’Aula. “Espungere una categoria dicendo che ci penserà poi il Governo non è praticabile. Non ci trascinerete in una competizione su chi è più appassionato alle edicole” ha detto Anselmi ricordando che il Movimento ha scelto di astenersi sulla mozione di sostegno alla rete di vendita. Dal canto suo la consigliera Galletti ha motivato l’emendamento parlando di “sostegno alla pluralità”. “Nei piccoli Comuni le edicole sono un presidio sociale e hanno una rilevanza particolare. Più dell’offerta dovremmo favorire la domanda” ha concluso.

Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) ha sottolineato che “è stato fatto un grande lavoro di armonizzazione e sono stati fatti passi avanti rispetto alla legislazione precedente, riconoscendo il ruolo dei centri commerciali naturali, strumenti per far rivivere quartieri abbandonati o degradati”. Questo “induce a una valutazione positiva” anche se restano alcuni aggiustamenti da fare, come “la maggiore tutela degli edicolanti”, togliendo la possibilità di vendere giornali ovunque.

Il nuovo testo unico del Commercio, secondo Irene Galletti (M5S), “rappresenta un tentativo di agire in un settore per quanto è possibile a livello regionale; anche se è necessario intervenire ad altri livelli in un’ottica di miglioramento generale, considerando quanto i commercianti, soprattutto i piccoli, siano stati messi in difficoltà da fenomeni come quello della globalizzazione e dall’e-commerce”. La legge, ha proseguito la consigliera, presenta lati positivi, come “aver cercato di dare spazio a nuove tipologie di commercio, per esempio i temporary shop, aver superato alcuni profili di illegittimità, aver tentato di alleggerire il peso delle pratiche burocratiche. Certo, molto dipenderà da come tutto questo si realizzerà concretamente con il regolamento attuativo”. Galletti, dopo aver annunciato la presentazione di emendamenti che introducono una clausola valutativa “per testare gli effetti della legge e consentire eventuali rimodulazioni” e per includere nella concertazione le associazioni rappresentative del territorio, ha chiesto lo stralcio della questione degli edicolanti: “argomento delicato, che il nuovo governo ha intenzione di affrontare non considerandoli più una mera categoria commerciale ma tutelandoli, come presidio per garantire la pluralità dell’informazione”.

Luciana Bartolini (Lega) ha commentato che “questa legge presenta più aspetti positivi che negativi”. Tra gli aspetti positivi ha elencato “gli incentivi allo sviluppo dei centri commerciali naturali, le esenzioni e la riduzione delle imposte ai commercianti in zone problematiche, perché la presenza di negozi costituisce elemento di sicurezza, la regolamentazione delle sagre”. Tra gli elementi negativi la consigliera ha, invece, citato “l’eccessivo spazio dato al commercio diffuso, perché ad esempio la vendita di giornali nei bar può mettere in difficoltà le edicole e la vendita ovunque di bevande e alimenti creare vere e proprie guerre”. Bartolini ha, poi, annunciato la presentazione di un emendamento per regolamentare i mercatini degli hobbisti.
“Una legge complessa, con elementi positivi e qualche problema, ma che si pone obiettivi in larga parte condivisibili”. Questo il commento di Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), che ha giudicato positivamente “il tentativo di porre argine alla grande distribuzione e alla liberalizzazione delle licenze”. Bene anche, ha proseguito, la semplificazione burocratica e il limite massimo alle dimensioni dei punti vendita, “il sostegno ai luoghi di fragilità commerciale o degradati, perché la sicurezza si fa molto di più con strumenti del genere che con altre iniziative” e “il fatto che sia stato finalmente recepito l’aumento dei punti di distribuzione di carburanti eco-compatibili, una nostra vecchia battaglia”. Perplessità, infine, sull’eccessiva liberalizzazione della vendita di periodici e quotidiani.
“E’ una legge che creerà estrema confusione, evasione fiscale, lavoro nero a causa di una concorrenza fuori controllo - ha sottolineato Roberto Salvini (Lega) nel suo intervento sul nuovo Codice del commercio -. L’esatto contrario di ciò di cui la Toscana ha bisogno in un momento di crisi industriale pesante, che si riflette anche nel commercio”. Per questo Salvini ha annunciato la presentazione di numerosi emendamenti per renderla “meno dura”.
Paolo Marcheschi (FdI) ha ricordato “che il mercato si muove molto più velocemente del legislatore, costretto a rincorrerlo”. Tutto questo all’interno di norme nazionali “molto datate”. A suo parere sarebbe stato necessario “maggiore coraggio” su alcune “zone grigie”, come appunto le sagre o le attività dell’associazionismo in genere. Non è stato, inoltre, raccolto “il grido dei sindaci sui minimarket”. Perplessità anche sull’esclusione dalla concertazione delle associazioni degli ambulanti. “La norma sui temporary store di Lucca serve solo a un Comune non dovrebbe entrare in una legge quadro regionale” ha dichiarato, infine, Marcheschi, annunciando un emendamento.

“Non mi sento di dare un giudizio negativo sul lavoro fatto. E’ stato un percorso lungo, che ha visto una concertazione importante, anche se non capillare – ha dichiarato Maurizio Marchetti (Forza Italia) –. Siamo intervenuti su una normativa esistente, introducendo elementi di liberalizzazione, che si trovano favorevoli. I centri commerciali naturali, i distributori di carburante. Non saremmo intervenuti sulla vendita dei giornali". Marchetti si è, infine, soffermato sugli aspetti legati ala burocrazia, che ha costi e tempi importanti". Dobbiamo lavorare per alleggerirla - ha concluso -. Su questo il Consiglio dovrebbe assumersi un impegno formale”.

Un richiamo alla “centralità dell’edicola” è stato fatto anche da Roberto Biasci (Forza Italia). L’assessore regionale al commercio Stefano Ciuoffo ha sottolineato l’importanza del Codice per la Toscana, “un elemento di governo vero, un tentativo di proporre una visione organica, che crei sostenibilità, complementarietà, e dia a tutti i territori della Toscana un’opportunità, tenendo conto della loro complessa specificità”. Ecco i punti principali su cui l’assessore ha fatto alcune puntualizzazioni. Sulla concertazione ha precisato che la scelta è stata per associazioni con rappresentatività ampia e generale. Sull’articolo 12 la formulazione della Commissione ha permesso di superare “le mie perplessità sui limiti dimensionali, in una legge che non ha la possibilità di valutare la sostenibilità dei territori”, rimandando al Pit. Sull’articolo 25 viene riconosciuto il ruolo specifico dell’attività, con la necessaria flessibilità.

Sull’articolo 35 ha precisato che, “in assenza di riferimenti nazionali, abbiamo introdotto alcune regole per le assegnazioni, con il riconoscimento per coloro che ci lavorano ed hanno lavorato in passato”. Sull’articolo 44, secondo comma, ha sottolineato che si assegni ai Comuni un ruolo certo nelle verifiche. Sull’articolo 50 “si dà la possibilità ai Comuni di prevedere un’autorizzazione per l’apertura di nuove attività o di limitarsi alla Scia”. Sull’articolo 52 si è intervenuti sulle sagre, che “talvolta mascherano vere e proprie attività commerciali, con una concorrenza sleale non più tollerabile”. Sull’articolo 53 c’è la valorizzazione degli alberghi che forniscono ai propri clienti un servizio aggiuntivo, colmando così la lacuna del Testo unico sul turismo. “I centri commerciali naturali sono un’esperienza positiva, che possono diventare qualcosa di più dell’esistente con il coinvolgimento delle associazioni di categoria – ha concluso Ciuoffo – mentre era necessario intervenire sulle aree di crisi, che hanno bisogno di una risposta specifica”.

“Si tratta di un provvedimento importante, frutto di un confronto molto approfondito – commenta Marco Niccolai –. Trovo che siano state ascoltate al meglio le esigenze del settore guardando al commercio non solo dal punto di vista dello sviluppo del settore ma anche nella sua accezione sociale, ovvero come possibile deterrente al degrado delle città e come servizio essenziale nei territori montani e periferici. Proprio a questi territori, infatti, si rivolge particolare attenzione con alcuni specifici articoli, il 25, il 49 e il 110: dando la possibilità ai Comuni di inserire limitazioni a tutela dei centri urbani, di fare progetti di valorizzazione prendendo ad esempio esperienze positive già intraprese in alcune città dalla Regione; inserendo la possibilità di sostegno degli empori multifunzionali e degli esercizi di vicinato nelle aree in cui rappresentano veri e propri presidi di natura pubblica”.

“Riconoscendo la rilevanza e la qualità del testo arrivato in aula dopo il lungo lavoro portato avanti da Giunta e commissione consiliare – spiega Francesco Gazzetti –, voglio sottolineare la rinnovata attenzione che si è posta al comparto delle edicole. Come gruppo del Partito Democratico ci siamo interessati del tema già alcuni mesi fa con una mozione di cui sono primo firmatario, purtroppo le criticità che vivono gli edicolanti non sono risolte, ma con questa legge diamo loro un ulteriore segnale di vicinanza e sostegno e continueremo a farlo con ogni strumento possibile. Siamo fermamente convinti che le edicole siano molto più che un semplice spazio di vendita di giornali e riviste, in molte zone, nelle periferie sia delle città che della regione, sono luoghi di socialità, custodi di quello spirito di comunità che sempre più stiamo perdendo, oltreché spazi di circolazione di idee e informazioni. Per questo andremo avanti sulla strada tracciata e non diremo mai, mai, di smettere di comprare giornali, la cultura è libertà e le edicole ne sono certamente una bella espressione”.

“Con questa norma si riconosce un nuovo valore al commercio: c’é un segno politico diverso rispetto alla tendenza alla deregolamentazione del settore dominante negli ultimi anni in Italia, si punta su regolazione e concertazione. E lo si fa senza dirigismo, anzi spingendo verso la semplificazione, ma sempre con la consapevolezza che il mercato e i cambiamenti richiedano moderne politiche pubbliche tese a mitigare le distorsioni e gli squilibri che spesso si producono – spiega Simone Bezzini, primo firmatario di un ordine del giorno collegato alla legge –. È fondamentale considerare la funzione sociale di qualificazione del tessuto urbano che il commercio svolge soprattutto in alcuni contesti. In relazione a questo abbiamo presentato un ordine del giorno che impegna la Giunta in tempi rapidi a predisporre misure per dare attuazione alle previsioni degli articoli 25, 110 e 111: mi riferisco al contrasto ai fenomeni di desertificazione del commercio al dettaglio in aree rurali e montane, allo sviluppo di ulteriori iniziative per supportare i Centri Commerciali Naturali e soprattutto alle azioni per sostenere i comuni che intenderanno usufruire delle possibilità che la legge prevede per tutelare le aree di particolare interesse per situazioni di pregio da salvaguardare, di criticità della rete commerciale da affrontare e di degrado da contrastare. Nessuno ha la bacchetta magica rispetto a fenomeni di trasformazione globale e non aspettatevi che la nuova norma abbia una funzione salvifica. La direzione presa però, nei limiti del possibile, é quella giusta”.

Solidarietà ai lavoratori e lavoratrici della Farmigea

Unanimità in Aula “per esprimere solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici interessati dalle procedure di licenziamento” e per impegnare la Giunta regionale “ad attivare immediatamente, qualora venga richiesto dai sindacati, un tavolo di crisi aziendale a livello regionale, con tutti i soggetti interessati a partire dall’azienda Farmigea Spa, per comprendere quali siano le reali intenzioni in merito all’annuncio di licenziare 61 dipendenti e mettere in atto ogni azione utile, per tutelare i livelli occupazionali coinvolti”.

Questa l’impegnativa della mozione - a firma dei consiglieri del Pd Alessandra Nardini, Andrea Pieroni, Gianni Anselmi, e di Serena Spinelli, Art. 1 – Mdp – che richiama l’attenzione sulla Farmigea, azienda farmaceutica italiana che si occupa di ricerca, produzione e distribuzione di prodotti per l’oftalmologia. Nata nel 1946 da un piccolo opificio di cosmetici, la Farmigea ha sede nella zona artigianale “Ospedaletto” di Pisa e, a oggi, “è presente in numerosi Paesi con prodotti per la cura degli occhi, di riconosciuta sicurezza e qualità”, si legge nell’atto.

L’annuncio dei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali e la conseguente apertura della procedura di licenziamento nei confronti di 61 dipendenti: 50 informatori scientifici e 11 interni nella sede di Pisa, secondo le rappresentanze dei lavoratori, “non risulterebbe frutto della crisi dell’azienda, ma risponderebbe alla decisione di esternalizzare il settore commerciale e, quindi, di operare risparmi sul fronte dei costi per il personale”; per le organizzazioni sindacali, “questa scelta potrebbe avere ricadute negative anche sugli altri 100 dipendenti dell’azienda, rischiando di diventare schiava del distributore”. Da qui la richiesta alla Regione di attivarsi e di scongiurare la crisi occupazionale.

Ente parco Alpi Apuane, sì ai bilanci

“Il bilancio economico di previsione 2018 dell’Ente Parco regionale delle Alpi Apuane, presenta un risultato di gestione in equilibrio”, così ha esordito Stefano Baccelli (Pd), presidente della commissione Territorio e Ambiente del Consiglio regionale, presentando in Aula l’atto per l’approvazione del bilancio preventivo economico 2018 e pluriennale 2018 – 2020. “In commissione abbiamo approvato la proposta di delibera a maggioranza - ha affermato Baccelli - ma resta ferma la nostra richiesta di un progetto di riforma dei Parchi regionali, per una gestione più coordinata e per maggiori risorse, da un lato a tutela del territorio, dall’altro a garanzia di aree di svago”.

Anche l’Aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza i bilanci preventivo economico e pluriennale 2018-2020 delle Alpi Apuane.

Il valore della produzione è previsto pari a 1milione 726mila 676,70 euro, in diminuzione di circa il 4,42 per cento rispetto al preventivo 2017 assestato. I costi della produzione risultano pari a 1milione 652mila 644,16 euro in diminuzione di circa 76mila (-4,39 per cento) sulla previsione 2017.
Per quanto attiene il Piano degli investimenti per il triennio 2018-2020, l’ammontare risulta pari a 362mila 861 euro suddiviso in 237mila 861 euro sul 2018 per: acquisto fabbricati e terreni in adiacenza al centro visite di Equi Terme (41mila 774 euro); realizzazione di un parco avventura da realizzare a Equi Terme (29mila 280); realizzazione di un nuovo fabbricato con fini didattico conservazionistici e agro silvo produttivi, nel Centro agricolo naturalistico di Bosa in Comune di Careggine (166mila 807 euro).

Per l’anno 2019 l’ammontare complessivo è pari a 105mila euro per: realizzazione impianti tecnologici del nuovo fabbricato di Bosa (35mila euro); realizzazione laboratori per la trasformazione dei prodotti agricoli nel nuovo fabbricato di Bosa (30mila euro); prosecuzione degli interventi di recupero e sistemazione agraria delle opere di terrazzamento nel Centro di Bosa (15mila euro).
Per il 2020 sono previsti 20mila euro per il completamento degli interventi di recupero e sistemazione agraria delle opere di terrazzamento nel Centro di Bosa.

In tema di dismissioni delle partecipazioni, come più volte evidenziato, il rappresentante dell’Ente Parco nell’assemblea dei soci della società Antro del Corchia Srl, insieme agli altri due soci pubblici (comuni di Stazzema e Forte dei Marmi) hanno autorizzato il presidente della società a conferire formale incarico per una stima valutativa del capitale economico, sia per affrontare la situazione debitoria che per procedere alla cessione delle quote. Il Parco è in attesa dei risultati della perizia.

L’ordine del giorno impegna a “un modello unico di software-hardware da fornire ai servizi per l’infanzia, valutando al possibilità che sia la Regione Toscana a dotarsene, per stabilire un efficiente standard unico e controllare l’effettivo utilizzo” da parte degli istituti per l’infanzia. Il Consiglio deve acquisire inoltre una periodica relazione da parte di Anci, da inviare alla competente commissione consiliare, per monitorare quali strutture si siano effettivamente dotate dei sistemi digitali e di quale tipologia essi siano, nonché di quali spese siano state effettivamente affrontate dalle scuole.

“Soddisfazione” per il provvedimento al voto anche da Marco Casucci (Lega), consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza, che ha sottolineato “lo stanziamento importante” predisposto e il giusto approccio a “migliorare ciò che è sempre migliorabile”, e che sta alla base dell’accoglimento dei vari contributi sul tema.
Da Serena Spinelli (Art.1 – Mdp) “approvazione e sostegno massimo alla legge regionale”, che poi va nella direzione di quella nazionale.

Emergenza abbandoni di minori, via libera alla legge per contributo a sistema di alert

Approvata all’unanimità, con 32 voti favorevoli, la legge per dotare i nidi comunali e convenzionati di un sistema di alert per la comunicazione automatica di assenze ingiustificate e approvato anche, sempre all’unanimità, l’ordine del giorno presentato da Sì - Toscana a Sinistra per studiare un modello unico di software-hardware da fornire agli istituti, valutando la possibilità che sia la stessa Regione a dotarsene.

A chiarire lo spirito dell’iniziativa il consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza, Antonio Mazzeo: “Se riusciremo a salvare anche solo un bambino - ha detto -, allora avremo dato un contributo importante”.

Mazzeo, illustrando l’atto all’aula, ha ricordato le iniziative che si sono susseguite sul tema drammatico degli abbandoni dei minori in auto e delle relative conseguenze, come la mozione di Irene Galletti (M5S) e l’iniziativa della Giunta regionale, che impone dal 1 gennaio 2019 l’obbligo di registrazione delle presenze e comunicazione delle assenze agli istituti scolastici. “Un provvedimento che riguarda oltre 900 istituti scolastici in Toscana”. Il consigliere ha illustrato la sostanza del provvedimento al voto: “Un contributo di 100mila euro risparmiati nel funzionamento del Consiglio regionale”, che sarà conferito ad Anci per l’acquisto dell’hardware; Anci gestirà poi il controllo con le amministrazioni comunali per il contributo da destinare alle scuole dell’infanzia che aderiscono al progetto di dotarsi del sistema digitalizzato di rilevazione delle presenze e assenze e di allarme alle famiglie in casi di assenze non giustificate. Mazzeo ha infatti richiamato anche il protocollo d’intesa siglato ieri, martedì 6 novembre, in Consiglio, con il presidente dell’Assemblea toscana Eugenio Giani, dall’assessore regionale a Istruzione, formazione e lavoro, Cristina Grieco – la Giunta regionale contribuisce con 50mila euro all’acquisto del software - e la rappresentante di Anci toscana Cristina Giachi.

Sì Toscana a Sinistra ha proposto e ottenuto che venga studiato e approntato “un modello unico software-hardware razionale in termini di efficacia e costi-benefici”, valutando che “sia la Regione a dotarsene, al fine di stabilire un efficiente standard unico e controllarne l’effettivo utilizzo da parte delle scuole dell'infanzia”. Oltre che l’invio alla commissione regionale competente di una relazione periodica sulle “scuole dell’infanzia che si siano effettivamente dotate dei sistemi digitali, e di quale tipo”, assieme ad una rendicontazione precisa delle spese.

“Tutto ciò che può salvare anche una sola vita umana deve essere accolto con favore, perciò il nostro sì alla legge è scontato. Tuttavia con la nostra proposta intendiamo porre rimedio ad un problema, dato che, forse per la fretta, è stato invertito l’ordine logico dei passaggi. Inversione che potrebbe condurre a uno spreco di denaro pubblico”, argomenta in aula Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra presentando l’atto poi approvato dall’aula. “Mi spiego: sarebbe stato logico progettare prima il sistema digitalizzato cui la legge fa riferimento e poi finanziarlo. Stiamo peraltro parlando di un software banale e di hardware altrettanto elementare. In particolare parrebbe logico avere software uguale per tutti, che sta su un server della regione e al quale si connettono gli asili nido. Le maestre compilano l'appello online e automaticamente i dati arrivano al server centrale della regione, che attiva il sistema di allarme”.

“Seguendo questa strada, i costi sarebbero assai contenuti e gli stanziamenti già previsti persino eccessivi. Il software centrale è semplice da elaborare e la ditta che lo fornisce dovrà fare anche assistenza, giacché il sistema deve funzionare a perfezione. Il software per le scuole può girare su qualsiasi dispositivo che sia connesso a internet, non richiede alcun hardware speciale, basta un semplice computer o persino un cellulare”. “Sarebbe viceversa complicato, costosissimo e persino pericoloso se ogni scuola dovesse dotarsi di un suo sistema”. “Salviamo vite e facciamolo in modo razionale, senza sprecare denaro pubblico”, ha concluso Fattori.

Rifiuti: gestione delle eccedenze, trovato punto di equilibrio

Rifiuti in Toscana: si chiude il cerchio su governo dei flussi e gestione delle eccedenze fuori dall’ambito ottimale di produzione. Il “punto di equilibrio” è stato trovato in commissione Ambiente, presieduta da Stefano Baccelli (Pd), con il via libera alla proposta di legge che modifica la normativa regionale in materia (25/1998).

Il testo, licenziato a maggioranza (hanno votato contro Lega e Fratelli d’Italia. Astenuti Movimento 5 stelle e il gruppo Sì -Toscana a Sinistra), vede i “territori protagonisti”, conferma il lavoro voluto dallo stesso presidente già all’indomani della prima stesura presentata dalla Giunta e appena dopo l’audizione con i tre Ato (Sud, centro e Costa) dello scorso luglio.  Il risultato è una normativa “proiettata nel futuro, in linea con le richieste avanzate dalle amministrazioni locali” e con un “ruolo pianificatorio forte affidato alla Regione”.

“Il tema era delicato e lo abbiamo affrontato con la massima condivisione possibile, attraverso un percorso di ascolto e confronto con tutti gli attori coinvolti, in linea con la necessità dei territori di sentirsi più forti e con l’obbligo di dare ai cittadini servizi sempre migliori” dichiara Baccelli che cita emendamenti al testo “proprio nel senso auspicato da chi aveva manifestato contrarietà alla prima versione” e criticato  un ruolo “troppo impositivo della Giunta nelle dinamiche degli accordi tra gli ambiti”.

Nel testo di legge, che passa ora all’esame dell’Aula, restano inalterate le convenzioni interambito per lo smaltimento dei rifiuti in un ambito diverso da quello di provenienza. La verifica e il monitoraggio di queste convenzioni, stipulate  dalle autorità per il servizio di gestione sulla base degli indirizzi formulati dal Consiglio regionale (in linea con le disposizioni già indicate nella legge 25/1998), è affidato al Comitato regionale di coordinamento. Un nuovo organismo, o “cabina di compensazione”,  composto dal direttore della direzione regionale competente in materia, dal dirigente dell’Agenzia regionale recupero risorse o suo delegato e dai direttori generali delle Ato interessate o loro delegati.

Il ruolo pianificatorio della Giunta ricordato da Baccelli risiede nella facoltà di approvare, con propria deliberazione, specifiche disposizioni operative sulla gestione dei flussi. La Regione potrà inoltre sostituirsi in caso di inerzia delle autorità e o se le disposizioni fossero disattese.

La proposta di legge in sintesi

Laddove, per carenza di capacità di smaltimento o per le varie tipologie di impianti, non sia interamente perseguibile l’obiettivo della completa autosufficienza nella gestione dei rifiuti, il Consiglio regionale, con

propria deliberazione, può formulare indirizzi per la sottoscrizione di convenzioni finalizzate allo smaltimento dei rifiuti in un Ato diverso da quello di provenienza. Le autorità interessate provvedono alla stipula che costituisce modifica dei rispettivi piani di ambito (sostituzione dellarticolo 25 della legge 25/1998).

In caso di eventi eccezionali e contingenti, le autorità interessate possono sottoscrivere convenzioni per lo smaltimento dei rifiuti in un Ato diverso da quello di provenienza, anche in assenza degli indirizzi del Consiglio regionale e previo parere della Giunta.

I flussi dei rifiuti destinati a trattamento fuori dall’ambito ottimale di produzione, gli impianti di destinazione e i prezzi di conferimento sono individuati dalla Giunta, sentite le autorità, con propria deliberazione che costituisce modifica dei piani di ambito. I dati di gestione e i prezzi di conferimento sono acquisiti sulla base delle informazioni che i gestori degli impianti comunicano ad Arrr.

Restano valide le convenzioni già sottoscritte dalle autorità, così come gli indirizzi approvati dal Consiglio regionale il 19 aprile 2016 (deliberazione n. 33 - Indirizzi per la sottoscrizione di nuove convenzioni interambito).

Maltempo: sì unanime del Consiglio a primo stanziamento di 5milioni per ripascimento arenili

Cinque milioni di euro per il superamento dell’emergenza causata degli eventi meteorologici tra il 28 e il 30 ottobre scorsi. Questo l’intervento finanziario straordinario previsto nella legge approvata questa mattina, 7 novembre, all’unanimità dal Consiglio regionale. Il testo, presentato a firma del presidente della Regione, Enrico Rossi, prevede interventi indifferibili e urgenti per fronteggiare le conseguenze di quegli eventi eccezionali, “principalmente sulla costa”, come spiega Rossi in Aula. Il maltempo ha colpito duramente, con “punte massime di 240 millimetri di pioggia nelle 24 ore, raffiche di vento fino a 155 chilometri orari alla Gorgona e a Follonica fino a 170 – prosegue il presidente –. Il 30 ottobre abbiamo dichiarato lo stato di emergenza regionale, il 5 novembre abbiamo inviato al dipartimento di protezione civile nazionale la richiesta di stato di emergenza nazionale sul nostro territorio”. La dimensione di quanto accaduto e dei danni riportati, “è paragonabile a quanto è successo in Emilia Romagna e Lombardia, non a quella drammatica del Veneto, dove abbiamo inviato una colonna di sessanta uomini ad aiutare i soccorsi in quella regione così pesantemente colpita”. I danni, tuttavia, sono rilevanti anche in Toscana, “quelli maggiori alle strutture turistiche e principalmente alla costa. La priorità riguarda prima di tutto gli arenili e i necessari interventi di ripascimento, almeno per garantire la stagione turistica alle stazioni balneari”.

“I 5milioni non basteranno – aggiunge Enrico Rossi –, valuteremo meglio in corso d’opera quello che serve e speriamo che arrivino anche risorse dal Governo. Intanto, però, questi soldi saranno spendibili a condizione che siano legati alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, che ci consente di adottare procedure più accelerate e procedere agli interventi entro fine primavera”, come ha spiegato anche nel sopralluogo a Grosseto, del quale il presidente fa cenno in Aula. “Altra questione”, precisa Rossi, “riguarda l’agricoltura e la richiesta di calamità che abbiamo aperto sul sito di Artea ed è legato all’accordo che esiste tra Regioni, Governo e Unione europea”.

Il consigliere Paolo Marcheschi (FdI) apre con piena disponibilità: “Ci facciamo parte in causa, condividiamo la richiesta dello stato di emergenza, siamo consapevoli che 5milioni non saranno sufficienti”, e non avanza obiezioni all’ipotesi “che il presidente della Regione sia nominato commissario”. Marcheschi chiede se la Giunta abbia preparato “un piano B, nel caso lo stato di emergenza nazionale non venisse concesso”. Il piano B “non c’è, non per cattiva volontà, ma perché sono necessarie procedure accelerate per poter spendere subito questi 5milioni”, risponde Rossi. “Sarebbe una grave ingiustizia se alla Toscana non fosse riconosciuto. Facciamoci sentire tutti”, dice il presidente. Poi comunica all’aula che “ci è arrivata ieri una lettera in risposta alle nostre richieste per l’incendio sui monti pisani: non sarà concesso lo stato di emergenza”.

Il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), osserva come “la dichiarazione dello stato di emergenza risponde a due obiettivi: destinazione di risorse nazionali e accelerazione delle procedure per utilizzare risorse regionali. Abbiamo visto direttamente venerdì che la Toscana ha bisogno di questo intervento, i danni subiti sulla costa e dalle strutture agricole lo richiedono”.

Piena disponibilità e voto favorevole al provvedimento arriva anche dal gruppo Lega, come spiega il portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti: “Su queste questioni non ci sono divergenze politiche, né polemiche. Siamo disponibili a lavorare tutti insieme per risolvere i problemi. Per parte nostra, ci muoveremo, solleciteremo il Governo nazionale per far sì che le richieste vengano tutte approvate”.

Il capogruppo Tommaso Fattori annuncia il voto favorevole di Sì-Toscana a sinistra e auspica che gli interventi di ripascimento “riguardino anche gli arenili ad accesso libero”. La finalità, spiega, “è la preservazione delle nostre coste, per le quali servirebbe una soluzione strutturale” e ricorda la mozione sulla banca delle sabbie, “che abbiamo presentato e ha trovato il sostegno della maggioranza”.

Rete stradale regionale,  via libera alla revisione

Il Consiglio approva a maggioranza la nuova legge sulle attività della Fondazione Sistema Toscana, illustrata da Giacomo Bugliani (Pd), presidente della prima commissione, che ha precisato che di fatto si “riallinea la rete stradale regionale e anche provinciale”.

Si tratta di un intervento squisitamente tecnico, conseguente alla revisione della rete stradale nazionale. Due le cose essenziali: il trasferimento alla Regione della Variante in località San Pierino, ex strada statale 436, e il trasferimento allo Stato, della strada regionale 71 (Umbro casentinese romagnola) per complessivi 90 chilometri, nel tratto confinante con l’Umbria.

Marco Casucci (Lega), ha parlato di “un adeguamento sostanzialmente tecnico”  e ha, quindi, espresso il voto di “astensione critica perché contrario all’ulteriore trasferimento di ulteriori competenze allo Stato”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana



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