Accoglienza o rimpatrio? Udu Firenze ospita l'autore di 'Riace' Antonio Rinaldis

A Riace, villaggio della costa ionica calabrese, gli dei sono arrivati due volte, la prima in forma di grandi statue di bronzo riemerse dal mare dopo secoli e la seconda nell’estate di qualche anno fa, in una carretta del mare naufragata sulla spiaggia del paese. Divinità impaurite e fragili, che hanno trovato accoglienza e ospitalità. A quello sbarco ne sono seguiti molti altri. Piano piano i migranti hanno cominciato ad abitare le case abbandonate del centro storico, hanno imparato gli antichi mestieri e si sono integrati nel tessuto sociale. E questo grazie alla visione del sindaco, Domenico Lucano, che la rivista americana «Fortune» ha nominato quarantesimo uomo più influente al mondo.

La storia di Riace è il racconto di un’esperienza che può diventare esempio vincente, perché gli sbarchi non sono un’emergenza ma una costante, e serve proporre modelli sostenibili.

Antonio Rinaldis è insegnante di Filosofia in un liceo in provincia di Torino e docente a contratto all’Università di Milano. Ha pubblicato diversi saggi e romanzi, tra cui: Sacro e Selvaggio in Albert Camus, La bellezza e il male (2008); L’empietà come degenerazione nichilistica del prometeismo (2010); La Parte Nascosta (2013); La Cage Invisible dans l’oeuvre de G. Brulotte (2013);La desesperance comme chiffre de la stance dans le théâtre de Visniec, Dialogue Francophones (2013);Paesaggi del sacro in Albert Camus (2013); con Imprimatur ha pubblicato Esodati (2014) e Il treno della memoria (2015).

RIACE

IL PAESE DELL’ACCOGLIENZA

Un modello alternativo di integrazione

Antonio Rinaldis | pp. 168 |formato 14×21 brossura con bandelle

Fonte: Ufficio Stampa



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