Leonardo da Vinci, l'opera nascosta di e con Michele Santeramo

Al PARC ex Scuderie Cascine a Firenze, Michele Santeramo presenta Leonardo Da Vinci. L’opera nascosta.

Una storia inventata completamente perché come scrive Santeramo: “troppo spesso scambiamo le storie vere con quelle credibili”. Dopo La prossima stagione, Michele Santeramo riprende la collaborazione con Cristina Gardumi che cura le immagini del nuovo lavoro, con primi piani di una umanità che ha a che fare con Leonardo e la sua opera nascosta e dà vita a un mondo inventato, una distorsione della realtà, alla ricerca di un’altra verità possibile.

Come i sogni, che non esistono, ma che una volta sognati, eccoli lì palpitanti, a farci sudare e spaventare, ridere, emozionare. Seppure mai accaduti, eccoli attaccarsi al corpo come una qualunque cosa veramente successa.

Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.

Questa storia è tutta inventata.

Leonardo Da Vinci ne è il protagonista perché è uno dei pochi personaggi che, per tutta la sua sapienza e il suo ingegno e il suo genio, può risolvere, o almeno provarci, il più grande caso irrisolto che riguarda l’essere umano nella sua sfera artistica, scientifica, vitale: il passaggio tra la vita e la morte.

Già, proprio quello.

È l’unico al mondo a poterci riuscire.

Gli viene in mente di provarci in un pomeriggio di primavera, mentre guarda una battaglia nella quale un esercito usa le armi che lui ha inventato. Le sue opere diventano così un percorso di studio, il tempo nel quale vive diventa il contesto nel quale far attecchire la sua curiosità, per inventare un’altra realtà, che si specchi nell’arte e da quella prenda nuova coscienza.

Il racconto dialoga in scena con le immagini di Cristina Gardumi, primi piani di una umanità che ha a che fare con Leonardo e la sua opera nascosta.

Ovviamente, nessuno degli episodi che qui si raccontano sono accaduti veramente. Troppo spesso scambiamo le storie vere con quelle credibili; anzi, la credibilità delle storie è spesso legata al fatto che siano accadute veramente.

Ma se così fosse, se bastasse che un fatto sia accaduto per descrivere la realtà, allora la realtà sarebbe immutabile, non sarebbe mai messa in discussione, e le cose sarebbero

semplicemente quello che sono. Non ci sarebbe scoperta, né invenzione, né arte, se non si potesse tradire la realtà inventandone una plausibile.

Preferisco pensare che “le storie, raccontandole, da vere diventano inventate e da inventate, vere”.

Come i sogni, che non esistono nella realtà ma che una volta sognati, eccoli lì palpitanti, a farti sudare e spaventare e ridere.

Michele Santeramo è autore di testi teatrali.

Nel 2011 vince il Premio Riccione per il Teatro con il testo Il Guaritore.

Nel 2013 vince il Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT),

Pubblica nel 2014 il romanzo “La rivincita” edito da Baldini e Castoldi e in scena con la regia di Leo Muscato.

Vince nel 2014 il premio Hystrio alla drammaturgia. Scrive, nel 2014, Alla Luce, per la regia di Roberto Bacci e la produzione di “Fondazione Pontedera Teatro”. Il Guaritore è fra gli spettacoli finalisti del premio UBU 2014 come migliore novità italiana e ricerca drammaturgica. Nel 2015 il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale Pontedera della Fondazione Teatro della Toscana ha prodotto lo spettacolo ‘da leggere’ La prossima stagione di e con Michele Santeramo. Nel 2015 scrive per la produzione del teatro di Roma e la regia di Veronica Cruciani Preamleto. Nel 2017 scrive per la produzione del Piccolo Teatro di Milano “Uomini e no”, dal romanzo di Elio Vittorini. Scrive per il teatro Bellini di Napoli Tito. Nel 2017 il Teatro della Toscana produce Il Nullafacente, che lo vede in scena come protagonista, per la regia di Roberto Bacci e Leonardo Da Vinci: l’opera nascosta di cui cura anche regia e testo.

Nel 2017 collabora alla sceneggiatura de Il Giorno più bello, prodotto da RaiCinema e Altre Storie, per la regia di Vito Palmieri.

Nel 2018, in occasione della prima edizione del Festivaldera, scrive Storie dal Decamerone, in quattro capitoli: Un Amore, Una Guerra, Il Potere, Il caso e l’invenzione (una produzione Fondazione Teatro della Toscana, con l’interpretazione rispettivamente di Marco D’Amore, Anna Foglietta e Claudio Santamaria).

Nel 2018 scrive la sceneggiatura insieme a Vito Palmieri del cortometraggio Il mondiale in piazza, con la regia di Vito Palmieri che ottiene due premi alla 75^ mostra internazionale d’arte cinematografica in corso a Venezia. Il film è stato selezionato nella sezione “MigrArti” - La Cultura che unisce -, realizzata in collaborazione con il MIBACT, e ha vinto il Premio come “Miglior Film” in concorso e il Premio Patrimonio Culturale 2018, importante riconoscimento proprio nell’anno in cui l’Europa ne celebra il valore culturale e sociale imprescindibile.

Cristina Gardumi è nata nel 1978 a Gavardo (Brescia). È artista visiva e performer, diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di Verona (2002) e l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico a Roma (2007). Nata nel Bresciano vive e lavora tra Pisa, Roma e Napoli. La sua ricerca artistica spazia attraverso discipline diverse con lo scopo unico di trovare un linguaggio personale compiuto che le unisca traendo il necessario da ognuna. Il teatro e la performance nutrono la Pittura, che a sua volta gioca a ispirarsi all'immediatezza della fotografia, sempre alla ricerca di una mitologia intima e personale.

Cristina ha vinto il Premio Celeste Pittura 2011 e il Premio Arte Laguna Pittura 2012.

BIGLIETTI intero 12€ ridotto 10€ * studenti 8€ * tessere Unicoop Firenze, Arci, Feltrinelli Posti limitati. Si consiglia la prenotazione. Tel. 055 2638480. Lun - Ven h 10:30-17:30

Sabato 8 dicembre 2018 ore 21.00

Domenica 9 dicembre 2018 ore 19.00

PARC ex Scuderie Granducali

Piazzale delle Cascine 4/5/7, Firenze

Fondazione Fabbrica Europa

Fondazione Teatro della Toscana

Michele Santeramo

LEONARDO DA VINCI

L’opera nascosta

immagini Cristina Gardumi

luci Fabio Giommarelli

di e regia Michele Santeramo

Le storie, raccontandole, da vere diventano inventate e da inventate, vere.

Fonte: Fondazione Teatro della Toscana - Ufficio Stampa



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