Morto l'artista Ennio Tamburi, donò due opere alla Fondazione Cr Volterra

Mercoledì 28 novembre, a Roma, si è spento il Maestro Ennio Tamburi. Il Presidente e tutti gli organi della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, colpiti dal grande vuoto lasciato dalla scomparsa dell’artista, si stringono intorno ai familiari in questi momenti di profondo dolore. La Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra lo ricorda con estrema gratitudine per la donazione che l’artista stesso ha effettuato nel 2018.

Il maestro Tamburi ha infatti donato due opere realizzate in occasione della sua partecipazione alla grande manifestazione “Volterra 73”, curata da Enrico Crispolti che investì la città con le idee, le provocazioni, la ricerca espressiva di giovani artisti che modificarono i parametri di relazione, in senso problematico e politico, tra spazio cittadino e intervento plastico.

I due lavori sono andati ad impreziosire le collezioni d’arte della Fondazione e recentemente sono state esposte nel nuovo centro espositivo e culturale Spazio Volterra. Attraverso la valorizzazione della donazione, la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra intende rendere omaggio alla creatività e sapienza artistica del Maestro Ennio Tamburi, legando le sue opere alla città di Volterra e dando visibilità al suo lavoro.

Nato a Jesi, in provincia di Ancona, nel 1936, Ennio Tamburi si avvicina alla pittura grazie allo zio Orfeo Tamburi, artista riconosciuto come uno dei maggiori maestri dello scenario artistico italiano del Novecento. Ennio Tamburi si avvicina alle correnti dell’astrattismo e del minimalismo, inizia a utilizzare metalli e neon per le sue sculture, si ispira alle poetiche di Robert Barry, Donald Judd, James Turrell ed Ellsworth Kelly. Negli anni Sessanta frequenta l’ambiente milanese, dove si confronta con Alighiero Boetti e Jannis Kounellis.

Ma la svolta arriva negli anni Settanta, quando Leo Castelli gli propone di presentare una personale alla sua galleria di New York: qui Tamburi incontra le opere di Barnett Newman e Agnes Martin, che lo influenzeranno moltissimo. Negli anni Novanta frequenta spesso la Svizzera – a Zurigo l’artista aveva uno studio, oltre a quello di Roma – dove quasi casualmente si approccia a un nuovo medium, quello della carta: inizia così a lavorare con gli acquerelli, sviluppando un codice fatto di puntinature, forme e colori.

Le opere su carta di Ennio Tamburi sono state protagoniste nel 2012 di una grande retrospettiva dedicata all’artista alla GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Fonte: Ufficio stampa



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