Consiglio regionale, si parla di ambiente e alloggi popolari

Dopo la riunione di ieri, oggi - mercoledì 5 dicembre - si è tenuta una nuova seduta del Consiglio regionale della Toscana. Di seguito i temi discussi.

Ambiente: mozione per la salvaguardia dei castagneti

Come combattere il cinipide “galligeno” (insetto originario della Cina detto appunto galligeno) che da una decina di anni aggredisce i castagneti toscani? Per rispondere a questa domanda, alcuni consiglieri – primo firmatario Marco Casucci (Lega) – hanno presentato una mozione, approvata dall’Aula di palazzo del Pegaso all’unanimità, per richiedere l’intervento della Giunta regionale.

In Toscana, nonostante sia stata attivata dal 2010 la lotta biologica al cinipide – attraverso massicci interventi di lanci dell’’insetto utile’, finanziati anche dal Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali – e si siano ottenuti anche buoni risultati, il fenomeno desta però sempre preoccupazioni in alcune zone del monte Amiata e in aree come Isola d’Elba, Lunigiana e Garfagnana, come denunciato da molti coltivatori e associazioni di categoria.

Da qui la mozione che impegna l’esecutivo a relazionare sull’attività svolta e sui risultati ottenuti dalle campagne di disinfestazione praticate finora; a proseguire nella lotta biologica al cinipide ponendo in essere tutte le iniziative necessarie e debellarlo definitivamente e a intraprendere azioni specifiche di sostegno ai produttori e di contrasto al problema delle muffe e del “post-cinipide”.

Ambiente, passa la mozione di Sì

Ricorso alla tecnologia degli ecodragaggi e creazione della ‘Banca delle Sabbie’. Il Consiglio regionale approva una mozione presentata daTommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) con l’obiettivo di “coniugare qualità ambientale, sviluppo costiero e sviluppo”. Il contrasto all’insabbiamento di porti, bacini e fiumi che si stanno colmando, può passare – si legge nel testo – dall’utilizzo degli ecodragaggi, un’innovazione tecnologica che consiste nell’estrazione ecologica, quindi senza inquinamento, dei sedimenti, rigenerandoli e ripulendoli, massimizzandone il riuso e senza più bisogno di dover ricorrere alle discariche. La ‘Banca delle Sabbie’ potrà consentire di “mettere in diretto e immediato contatto domanda e offerta, ossia le zone da ripascere, le aziende balneari e i Comuni che hanno bisogno di contrastare l’erosione del litorale con chi ha recuperato sabbie in maniera virtuosa e pulita”.

La mozione, approvata dopo che i presentatori hanno accolto tre emendamenti al testo proposti dal consigliere Francesco Gazzetti (Pd), impegna la Giunta regionale a “rivedere le linee guida per le modalità di rilascio delle autorizzazioni riguardo all’immersione di materiali e la movimentazione di sedimenti marini in mare e in zone a esso contigue, con un chiaro riferimento alla tecnologia degli ecodragaggi”; a “farsi capofila” del progetto ‘Banca delle Sabbie’, in grado di facilitare i ripascimenti delle nostre coste, pesantemente colpite dall’erosione; ad attivarsi con le Autorità portuali e le istituzioni competenti affinché negli interventi dei porti toscani “venga valutata l’applicazione della tecnicologia dell’ecodragaggio”; ad attivarsi, infine, “per una sperimentazione degli ecodragaggi per la ripulitura dei fanghi che occupano e inquinano i fondali di fiumi e bacini”.

Refezione scolastica e ospedaliera, approvata mozione PD

Prodotti da agricoltura biologica, prodotti tipici (certificati Dop) e prodotti tradizionali sono al centro della mozione presentata dal gruppo Pd, prima firmataria Fiammetta Capirossi, approvata dall’Assemblea regionale. La mozione considera che nell’ambito della ristorazione offerta dal servizio pubblico, con particolare riferimento a quella scolastica, “risulta di fondamentale importanza elevare il livello qualitativo dei pasti in ambito di sicurezza alimentare complessiva”.

In un’ottica di “investire in salute” la mozione impegna la Giunta a proseguire nel lavoro di promozione e sostegno nei confronti di “quei soggetti pubblici orientati a effettuare l’approvvigionamento” di mense scolastiche e ristorazione ospedaliera “rivolgendosi ai prodotti dell’agricoltura biologica, di quella integrata e tipici”.

L’esecutivo toscano è poi impegnato a considerare la revisione delle norme regolamentari che disciplinano la materia, nella prospettiva di dare maggior risalto, incentivandone l’utilizzo, alle produzioni tipiche locali e tradizionali, con particolare attenzione a quelle della ‘filiera corta’ e ai prodotti biologici cosiddetti a ‘km 0’ di provenienza regionale. Ciò visti i “positivi riscontri” in termini salutistici,  ambientali ed economici “ben comprovati dalla piramide alimentare”.

Il tema, precisa la mozione in narrativa, è da tempo oggetto di politiche europee ma è anche inserito nelle linee di azione che la Regione Toscana si è posta fin dal 2002, con la promozione del consumo di prodotti agroalimentari da agricoltura biologica, integrata, tipica e tradizionale - con particolare riguardo a quelli provenienti da aziende in possesso di certificazione etica -, nelle mense scolastiche e universitarie, nonché nelle refezioni ospedaliere per i degenti.

L’impegno nella direzione di “investire in salute”, considera ancora la mozione, è tra l’altro presente nelle Linee di indirizzo regionali per la ristorazione scolastica (aggiornate nel 2016), nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico (Conferenza Stato-Regioni, 2016), nel Programma per lo sviluppo rurale della Toscana (2014-2020), orientato a favorire la produzione biologica nelle aziende agricole e nel Programma regionale di sviluppo 2016-2020 (Sviluppo rurale e agricoltura di qualità).

Refezione scolastica e ospedaliera, la mozione PD

Proseguire, in un’ottica di “investire in salute”, nel lavoro di promozione e sostegno nei confronti di quei soggetti pubblici orientati ad effettuare l’approvvigionamento ai settori della ristorazione sia ospedaliera che delle mense scolastiche, rivolgendosi ai prodotti dell’agricoltura biologica, di quella integrata e tipici;  valutare la possibilità di rivedere le norme regolamentari che disciplinano la materia nella prospettiva di dare maggiore risalto, alle produzioni tipiche locali e tradizionali, con particolare riferimento e attenzione a quelle della nostra “filiera corta”  ed ai prodotti biologici cosiddetti a “km 0” di provenienza regionale, anche in virtù dei positivi riscontri in termini salutististici, ambientali ed economici derivanti da tale. Sono gli impegni che chiede alla Giunta regionale la mozione  “In merito all’impiego di prodotti agroalimentari da agricoltura biologica, da agricoltura integrata, tipici e tradizionali nell’ambito della refezione scolastica ed ospedaliera” promossa da Fiammetta Capirossi, consigliera regionale Pd mugellana.

“Come si evince dalle linee di indirizzo regionali nella ristorazione scolastica è di grande importanza elevare il livello qualitativo dei pasti, come qualità nutrizionale e sensoriale, mantenendo saldi i principi di sicurezza alimentare  – spiega Capirossi – un principio che troviamo richiamato anche a livello ministeriale e comunitario, uno dei piani d’azione dell’Unione europea prevede proprio di stimolare l’utilizzo dei prodotti biologici nella ristorazione ospedaliera e nelle mense scolastiche, oltre all’applicazione del metodo biologico anche nella gestione del verde nelle aree pubbliche. Inoltre sia nel Programma di sviluppo rurale che nel Programma regionale di sviluppo troviamo un forte orientamento a favorire la diffusione del metodo di produzione biologico nelle aziende agricole. Troviamo quindi che la naturale conseguenza sia incentivare l’uso di questi prodotti nelle mense scolastiche e ospedaliere creando un virtuoso ciclo della produzione”.

“Bisogna continuare e dare un nuovo impulso in questo settore – conclude Capirossi –per promuovere il biologico nelle scuole e portare sulle tavole delle mense scolastiche dei comuni toscani prodotti come frutta, verdura, latte, pesce, carne e formaggi certificati biologici. L’impiego di risorse finanziare della Regione è fondamentale per incentivare i Comuni a intraprendere questo tipo di politiche. Così daremo anche una spinta anche alle nostre produzioni locali biologiche di eccellenza e consentiremo alle famiglie di conoscere la qualità dei prodotti che arrivano sulla tavola delle nostre scuole e dei nostri ospedali”.

Alloggi popolari, FI: "Dalla parte dei toscani"

«Forza Italia sta dalla parte dei toscani, il Pd sceglie gli extracomunitari: questo è ciò che dimostra la loro legge sulle case popolari. Solo sbloccandone la vendita così da incamerare risorse con cui poi costruire nuove case si ridà aria a un sistema che non funziona e si risponde al bisogno abitativo che in Toscana ormai sfiora l’emergenza»: è questo il punto focale su cui Forza Italia in Consiglio regionale – il Capogruppo Maurizio Marchetti e il Vicepresidente dell’Assemblea toscana MarcoStella – incardina la propria contrarietà al Testo unico sull’edilizia popolare oggi al vaglio dell’aula.

Una stroncatura alla radice, quella che gli azzurri oppongono al provvedimento: «Qui siamo a cavillare su chi deve venire prima e chi dopo. Su questo non ci sono a nostro avviso mediazioni: prima i toscani. E non ci piace che il Pd scelga invece gli extracomunitari». Ciò premesso, allargando l’ottica del discorso: «Qui c’è da dare le case alle famiglie e questa legge non lo fa. La Regione negli anni passati ha colpevolmente bloccato, di fatto e con la contrarietà di Forza Italia, le alienazioni del patrimonio abitativo pubblico e non prevede, oggi, di costruire nuovi alloggi. Come si pensa di rispondere alla fame di tetti che oggi divora i nostri territori, i nostri concittadini più deboli e fragili, tante famiglie che hanno voglia di emanciparsi dalla situazione alloggiativa pubblica in affitto per diventare proprietari di case che abitano magari da una vita?»

Secondo Marchetti e Stella la risposta è che non ci si pensa proprio: «Con questa legge la sinistra mette una pietra, anziché un tetto, sopra ai tanti, troppi toscani in attesa di mura entro cui abitare. Non si aumenta l’offerta, anzi qui si vuol capitalizzare il bisogno in termini di controllo del consenso politico prevedendo il 40% di discrezionalità nell’attribuzione degli alloggi Erp, il che apre la via a una gestione clientelare del sistema casa. Noi tutto questo intendiamo non solo contrastarlo, ma scongiurarlo. Daremo battaglia con ogni mezzo e, siccome in aula i numeri in questo momento non ci sono amici, terremo aperti dieci, cento, mille occhi per controllare che le case vadano ai nostri concittadini toscani in maggior stato di bisogno».

Il tutto con lo sguardo al 2020: «Quando saremo noi al governo della Regione da subito intendiamo spalancare le finestre di questo sistema delle case popolari che non funziona e lascia padri di famiglia toscani a dormire nelle macchine e sotto i ponti. Riapriremo alle alienazioni, così da acquisire risorse con cui costruire nuove case e fare manutenzione su quelle esistenti così da valorizzarle. Solo così, producendo case e assegnandole prima ai toscani che ne lamentano il bisogno per poi semmai venderle a chi intende emanciparsi dal sostegno pubblico, si può riattivare in maniera virtuosa il circuito dell’edilizia popolare. Questa legge non lo fa, e noi siamo contrari».

Alloggi popolari, Alberti: “Legge pro immigrati”

Tra gli emendamenti presentati in consiglio regionale alla PdL 221 da parte della Lega, la reintroduzione del certificato di proprietà degli immobili all’estero, il controllo sul sovraffollamento delle abitazioni e il limite a 30 giorni di assenza. Inoltre, la non accessibilità alla graduatoria delle coppie dello stesso sesso

Presentati oggi in aula gli emendamenti del gruppo Lega alla legge 221, cioè la nuova legge regionale sulle case popolari. Ben 23 le modifiche da fare secondo gli esponenti leghisti, tra le quali alcune riguardanti i requisiti per l’accesso alle graduatorie: “Per la Lega ‘prima gli italiani’ non è solo uno slogan, noi vogliamo davvero che siano i primi ad accedere ai servizi. Per questo abbiamo chiesto che fosse reintrodotto il certificato sulle proprietà immobiliari all’estero, perché la maggioranza aveva introdotto la IVIE, cioè l’Imu per le seconde case all’estero, ma per i Paesi fuori dall’UE, questo paramento è sempre bassissimo. Viene infatti calcolato sul valore di mercato, sul costo di acquisto o di costruzione di una casa. Tutto questo è fatto per dispetto ai comuni già governati dalla Lega in Toscana, che avendo invece applicato la legge, hanno davvero ribaltato le graduatorie a favore dei toscani. Sono solo ripicche politiche che non guardano al bene della Regione”.

Un'altra modifica riguarda il controllo dei residenti reali delle abitazioni (art. 17). “Abbiamo l’obbligo di vigilare su chi va a vivere negli alloggi ERP – spiega Alberti – il nucleo familiare può aumentare solo con i nuovi nati, altrimenti tra ricongiungimenti familiari e ‘ospiti’ si va a legalizzare i furbetti della casa popolare. Infatti, secondo la legge che la maggioranza vorrebbe propinarci, se in un alloggio vengono trovate più persone rispetto a quelle dichiarate, si commina una multa. Secondo noi, invece, in questi casi decade il diritto alla casa popolare. Non si può fare i furbi alle spalle della Regione”.

Tra gli emendamenti, anche  la revisione dell’ISEE ogni 18 mesi o non appena disponibile la dichiarazione dei redditi; l’inserimento nelle commissioni territoriali di tre rappresentanti dei comuni; la percentuale di assegnazione di alloggi Erp in mano alle commissioni territoriali riportata al 25% (e non al 40%); il non conteggio del TFR dall’ISEE; 10 anni di residenza in Toscana; la decadenza dell’alloggio in caso di allontanamento per più di 30 giorni; l’eliminazione del mediatore culturale (a cui spetterebbe anche un alloggio); l’eliminazione dal testo della legge della dicitura “Coppie dello stesso sesso” e “i soggetti legati da vincoli affettivi ed i soggetti legati da finalità di reciproca assistenza morale e materiale” (art. 15 comma c ed e).

“Su quest’ultimo punto – conclude Alberti – sappiamo che si solleverà un polverone. Ma i nostri principi, quelli per cui oggi la Lega è primo partito in Italia, sono sempre gli stessi, e continueremo a difenderli: prima le famiglie italiane composte da padre madre e figli”.

Il portavoce dell’opposizione non ha dubbi sulla 221: “Il PD vuole mettere in difficoltà i Comuni a traino Lega, dove ha perso”

“Questa legge punta solo a minare le amministrazioni di centrodestra che oramai dilagano in Toscana – dice Jacopo Alberti, consigliere regionale – se il PD crede di recuperare consensi attaccandoci con questi strumenti, si sbaglia di grosso, anzi. Più cercano di metterci in difficoltà, più la gente si rende conto di chi sono quelli a cui sta veramente a cuore il futuro di questa Regione. Molte delle norme contenute nella legge 221 sono fatte apposta per contrastare ciò che di buono sta già avvenendo a Cascina e Arezzo: per la prima volta le amministrazioni hanno messo al primo posto gli italiani, le loro esigenze, come in questo caso, per l’emergenza abitativa. E per contrastarci l’unico modo è cercare di andare a mietere consensi tra gli stranieri, gli immigrati”.

“Infatti questa legge – prosegue Alberti – è fatta ad hoc per lasciare i toscani in fondo alle graduatorie. L’hanno scritta loro, se la sono emendata da soli, riscrivendola e stravolgendola alle prime critiche e accuse che fosse una legge ‘in salsa leghista’, e quando hanno capito che il consenso non lo avrebbero comunque recuperato dagli italiani, allora hanno puntato tutto sugli stranieri. Vedremo al prossimo consiglio regionale, quanto veramente sono interessati ai bisogni dei toscani, o se, accecati dalla ricerca di consensi tra gli immigrati, voteranno contro gli emendamenti della Lega, che invece cercano davvero di aiutare le famiglie, le giovani coppie, i pensionati, gli italiani che perdono il lavoro, a ritrovare una dignità abitativa”.

Alloggi popolari, la risposta di Scaramelli (PD)

“Il diritto a poter vivere in una casa popolare non è né di destra né di sinistra. Sbaglia chi strumentalizza politicamente chi più di altri ha bisogno”. Lo ha detto il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli a margine del dibattito sul testo unico Erp in discussione oggi in Consiglio. “ La questione- spiega Scaramelli-  è capire chi aiuta la nuova legge sull’Erp a cui abbiamo lavorato, passo dopo passo, con le associazioni degli inquilini, con le organizzazioni sindacali,  ascoltando e accogliendone le proposte. Aiuta chi lavora da anni nel nostro territorio, aiuta le giovani coppie, aiuta chi ha un reddito basso, aiuta i precari, aiuta chi non ce la fa a pagare affitti sempre crescenti nel mercato libero, aiuta chi non avendo figli, pur avendo altri requisiti, non ce l’avrebbe mai fatta a vedersi assegnare un alloggio. Aiuta chi ha disabilità fisiche e mentali, aiuta quanti dalla crisi sono stati impoveriti e faticano a trovare una casa. Tutela chi in questi anni ha già beneficiato di un diritto che consente la crescita sociale e l’emancipazione e al contempo offre nuove opportunità a chi da anni aspetta il coronamento di un sogno: quello di poter avere una casa in cui abitare. Nel dare una risposta abitativa ai più deboli- sottolinea ancora Scaramelli- , la nuova legge mette i doveri al fianco dei diritti, introduce controlli tassativi e l’educazione civica diffusa. Questa è una scelta politica, figlia della cultura riformista e progressista della Toscana capace di coniugare giustizia sociale, legalità e valori democratici”.

Alloggi popolari, il dibattito in Consiglio

“Con questa legge non esauriamo un diritto importantissimo, che è il diritto alla casa, attorno a cui bisogna costruire gli interventi. Purtroppo, la percentuale di coloro che ottengono un alloggio avendone fatto richiesta si aggira sul 4%”. Così Serena Spinelli (Art. 1-Mdp) ha aperto il suo intervento. “Dobbiamo ragionare in termini di bisogno, non in termini di provenienza - ha proseguito -. Non bisogna dimenticare che gli immigrati ospitati in case popolari non superano l’8% del totale. La sinistra deve avere il coraggio di accogliere i bisogni di tutti e di dire che il mondo è cambiato”. La consigliera si è inoltre detta d’accordo sul provvedimento nel suo complesso, ma non sulla modifica che stabilisce che non saranno ammesse persone ai bandi  con condanne penali passate in giudicato per delitti non colposi per i quali è prevista la pena detentiva non inferiore a cinque anni, ovvero avvenuta esecuzione della relativa pena. “Non spetta alla Regione aggiungere una pena” ha detto, annunciando dunque che non voterà l’articolo.

Marco Casucci (Lega) ha osservato che “nel tempo si sono evidenziate chiare inadempienze della Regione Toscana” ad affrontare il problema dell’edilizia pubblica. “Ribadiamo – ha aggiunto – che si deve pensare prima agli italiani, mentre la Regione Toscana pensa prima ai troppi stranieri che fanno concorrenza agli italiani nelle graduatorie pubbliche. Su questo sono d’accordo anche molti esponenti della sinistra, basti pensare a quanto dichiarato dal sindaco Dario Nardella. Noi, dove governiamo, abbiamo riconosciuto i diritti degli italiani  e gli elettori per questo ci hanno premiato. I toscani giudicheranno”.

Secondo Maurizio Marchetti (Fi) “esiste un problema gestionale di cui bisogna tenere conto. La gestione dell’edilizia popolare – ha detto – è pachidermica, e questi provvedimenti renderanno il quadro ancora più farraginoso e pesante”. “I costi di gestione e manutenzione delle case popolari sono altissimi, i tempi di realizzazione lunghissimi e ci sono Comuni che devono fare i conti con morosità che arrivano a volte a milioni di euro - ha spiegato ancora il consigliere -. In questo quadro la Regione Toscana ha fatto in modo di bloccare la vendita degli alloggi popolari a coloro che, potendo, sarebbero felicissimi di acquistarli. Così si avrebbero risorse per realizzare nuovi alloggi. Il nostro giudizio su questo provvedimento non può essere positivo”.

“Sicuramente questa legge presenta forti criticità e complessità che solo in parte vengono affrontate e in parte invece vengono rimandate, ma non per questo si può dare un giudizio negativo”. Lo ha detto Paolo Bambagioni (Pd), aggiungendo che “purtroppo il provvedimento è figlio di questi tempi, in cui il Paese è più povero e ingarbugliato, e dunque è più difficile dare risposte adeguate”. Secondo il consigliere “una regione da sola non può risolvere il problema se non viene data una risposta a livello nazionale”, anche perché “i sindaci non mettono più a disposizione terreni per costruire alloggi popolari perché hanno già troppi problemi a gestire quelli esistenti. Negli anni si è permesso che le case popolari diventassero aree di degrado e troppi cittadini aspettano invano una risposta, tra bandi che scadono e graduatorie che devono essere rifatte daccapo”.

Per Roberto Biasci (Lega) “la parola d’ordine è sburocratizzare. La casa primaria deve avere una corsia preferenziale, si deve riuscire a velocizzare le pratiche perché la casa è un bisogno fondamentale, nella casa sta il futuro delle famiglie”. Importante, secondo il consigliere, anche mettere in vendita gli alloggi per recuperare nuove risorse e creare così una rotazione virtuosa, e rivedere le norme che chiedono agli immigrati di certificare il possesso di immobili all’estero. “Accedere a questi dati spesso non è possibile - ha detto - e questo finisce per mettere in secondo piano gli italiani”.

Marco Stella (Fi) ha sottolineato che “dobbiamo rispondere a una domanda: può una famiglia a cui viene assegnata una casa popolare pensare di occupare quell’alloggio per tutta la vita, come fin qui si è teso a fare? Le condizioni si modificano nel tempo e anche i bisogni delle famiglie cambiano. La politica deve avere il coraggio di dare una risposta alla domanda”. Stella ha, inoltre commentato che “dopo tanti anni ci aspettavano una risposta un po’ più importante alla questione dell’edilizia residenziale popolare e una riforma più ampia. E’ evidente che se non si mettono risorse le leggi non funzionano”. “Un piano di edilizia popolare – ha aggiunto – non si fa senza i soldi del governo centrale. Il governo dovrebbe investire i 10 miliardi stanziati per il reddito di cittadinanza negli alloggi, invece di finanziare chi passa tutto il giorno davanti alla tv. Il reddito di cittadinanza è un errore e questo governo deve avere il coraggio di ammetterlo e di cambiare rotta”.

Elisa Montemagni (Lega) ha preannunciato che il suo gruppo “non ha al momento una posizione predefinita perché il provvedimento è sottoposto a una caterva di emendamenti che possono cambiare molto. Certo questa legge non può rispondere da sola ai bisogni dei cittadini in difficoltà, deve essere inserita in un contesto di interventi più ampio”. Importante, anche secondo la consigliera, che ci siano controlli da parte dei gestori e che “i cittadini che non sono più in stato di bisogno, e che magari continuano ad abitare nelle case popolari sfoggiando auto costose, siano sostituiti da chi ha veramente bisogno”. Montemagni ha, infine, sottolineato l’apertura del gruppo in fase di discussione di emendamenti “purché dall’altra parte non ci sia al contrario una preclusione al dialogo e le nostre proposte siano seriamente esaminate”.

Alloggi popolari, le parole di Ceccarelli (PD)

“Questa è una legge pensata per dare maggiore equità ed efficienza al sistema dell'edilizia residenziale pubblica, ma anche maggiore autonomia ai Comuni. Possiamo dire, con i fatti, che in Toscana la casa è un diritto. Uno strumento fondamentale per aiutare famiglie in difficoltà, persone che si trovano in condizioni di povertà o sono vicini a questa soglia”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli al termine del lungo dibattito sulla proposta di legge che detta nuove disposizioni in materia di alloggi popolari. Testo che il Consiglio regionale, riunito in seduta antimeridiana mercoledì 5 dicembre, non ha approvato e rimandato ad una successiva aula pur dopo aver discusso, e in certi casi anche approvato, ordini del giorno ed emendamenti a diversi articoli della proposta di legge.

Ceccarelli ha ricordato il percorso seguito, rilevando il primo obiettivo che si intendeva ottenere: semplificare e razionalizzare la gestione per generare risparmi e garantire più risorse a manutenzione e ristrutturazione. “Siamo partiti dall’analisi dell’attuale, utilizzando dati noti perché compongono il rapporto annuale sulla condizione abitativa in Toscana” ha detto Ceccarelli. “Abbiamo introdotto maggiore equità nel settore mettendo i singoli Comuni e i soggetti gestori nelle condizioni di poter ottenere il rispetto dei doveri di chi è assegnatario di alloggio e garantire al meglio il rispetto dei diritti di chi è iscritto nelle graduatorie e, quindi, in attesa di assegnazione”. “Il percorso – ha continuato – è stato lungo e sempre all’insegna di un costante confronto con tutti i soggetti coinvolti. Durante il percorso avevamo immaginato una semplificazione del sistema di gestione e una riorganizzazione che potesse liberare risorse” e in questo senso l’assessore ha ricordato che il testo varato dalla Giunta andava in una direzione poi mutata per “recepire le richieste avanzate dagli enti locali”, ossia dai proprietari del patrimonio immobiliare. “Abbiamo rinunciato alla prospettiva di riduzione dei soggetti gestori, ma non abbiamo rinunciato a perseguire obiettivi di efficienza del sistema anche attraverso una serie di misure alternative”. La legge non prevede alcun aumento strutturale dei canoni, ha voluto sottolineare Ceccarelli che ha invece parlato di un “aggiustamento nel senso dell’equità”. “Chi dà letture non autentiche della legge, sbaglia” ha osservato ancora l’assessore che ha parlato di “interventi ponderati, pensati in positivo senza distinzione di razze o provenienze, e con l’unico obiettivo di creare le premesse affinché siano i più deboli e i più bisognosi ad avere un alloggio popolare. La Toscana non deve inseguire nessuno perché già la legge 41 aveva fissato il requisito dei 5 anni di residenza ben prima di quanto fatto da altre regioni” ha chiarito.

E poi qualche dato: nei circa 50mila alloggi presenti in Toscana, circa il 10 per cento è occupato da famiglie straniere, ma per quanto riguarda le graduatorie rinnovate, nelle domande ammesse il 58 per cento sono italiani, nel posizionamento del primo 20 per cento raggiungono il 66 per cento e in corrispondenza del’assegnazione arrivano al 77. Parallelamente le richieste di famiglie straniere nel primo 20 per cento delle graduatorie sono pari al 33 per cento e raggiungono il 22 nel momento dell’assegnazione. “La legge non ha l’ambizione di risolvere il problema del disagio abitativo in Toscana” ha detto ancora Ceccarelli che haricordato anche le risorse: “Ci siamo impegnati per 100milioni in tre anni a partire dal 2017. Ad oggi ne abbiamo impegnati 46milioni e mezzo, entro la fine del 2018 assegneremo altri 15milioni; 27milioni in quattro anni sono stati assegnati grazie alle risorse messe a disposizione dal precedente Governo, 18milioni li avremo in attuazione di un decreto ministeriale che firmerà l’attuale ministro, ma che erano stati assegnati dal precedente. Siamo a 61milioni e mezzo dei 100 previsti, 27 milioni in tre anni per quanto riguarda le ristrutturazioni con la previsione di metterne altri 18” ha detto l’assessore che ha proseguito: “con il progetto GiovaniSì abbiamo messo quasi 50milioni dando la possibilità a circa 40mila giovani di trovare una autonomia abitativa; sui contributi affitto abbiamo messo anche quest’anno 5milioni di euro, solo parte regionale perché non abbiamo risorse provenienti dal ministero, e circa 2milioni per la morosità incolpevole”.

“Siamo ansiosi – ha stigmatizzato poi – di vedere cosa ci riserva questa legge di stabilità, non quella regionale, ma quella nazionale. Sono curioso di vedere quale sarà l’attenzione e la dotazione finanziaria che l’attuale Governo riserverà all’edilizia residenziale pubblica perché a parlare si fa alla svelta, ma agire è molto più complicato”. “Credo – ha concluso – che con questa proposta di legge e con gli impegni economici previsti, possiamo dire con i fatti che in Toscana la casa è una priorità, ben lungi dall’aver risolto i problemi, ma sicuramente c’è un impegno importante e pesante in una fase non semplice per quanto riguarda i bilanci. Se qualche emendamento la migliorerà ulteriormente sarò contento, ma credo sia già una buona legge e spero in una sua celere approvazione”.

Alloggi popolari, M5S : "Mancano case per l’edilizia popolare"

Battuta d’arresto nel percorso di approvazione della legge sull’Edilizia residenziale pubblica in Regione. Il percorso legislativo si è interrotto alla discussione dell’articolo 8 della pdl: nella conferenza dei capigruppo era stato deciso che la sessione del Consiglio avrebbe dovuto chiudere i lavori alle 13 di oggi. “Il Movimento 5 stelle – spiega il consigliere regionale Andrea Quartini – onora il mandato conferito dagli elettori. Anche in aula, seppur nel rispetto delle decisioni prese, abbiamo ribadito l’impegno a proseguire a oltranza il dialogo sulla proposta di legge. Ma tant’è. Il presidente del Consiglio Eugenio Giani _ insieme ad altre forze politiche _ ha tirato dritto: chiusura dei lavori alle 13”. Del resto, questa proposta legislativa nasceva male ed è comunque destinata a finire male. “Non viene per nulla affrontato – prosegue Quartini - il tema centrale: poter contare su risorse certe per soddisfare il bisogno abitativo di circa 25mila famiglie che ne avrebbero diritto e delle altre 50mila che le abitano, spesso in condizioni di fatiscenza, ma che per governo incerto o per mancanza di finanziamenti non ricevono le necessarie attenzioni”. Quello dedicato alle case popolari sarebbe dovuto essere un testo unico capace di: “mettere ordine su un tema sensibile e delicato come il contrasto al disagio abitativo affrontando i temi della organizzazione gestionale del patrimonio Erp (governance); dettare linee d’indirizzo e intervento sui piani per le nuove costruzioni e per il ripristino degli oltre 2mila alloggi sfitti; affrontare equamente il tema delle alienazioni, inserire percorsi per limitare le crescenti tensioni sociali legate alla guerra tra poveri che le scarse risorse investite generano”.
Ebbene niente di tutto questo è avvenuto, tranne – sottolinea Quartini – l’approvazione degli ordini del giorno che abbiamo presentato: cosa che apprezziamo, ma che non avendo potere di legge, riteniamo comunque insufficiente”.

Gran parte della Pdl deve essere ancora discussa. “E auspichiamo – evidenzia l’esponente penta stellato - si possa ancora migliorare. Ma l’opposizione ai nostri principali emendamenti sulla necessità dei bandi aperti, sul dare maggior valore ai territori, sullo stabilire in legge la necessità di risorse certe nei bilanci regionali destinati alle case popolari, non sta promettendo granché. Il rischio reale – conclude - è di aver perso una grande occasione di concertazione per riscrivere insieme a sindacati, inquilini, comuni, gestori e consiglio regionale una buona legge. Insomma, la solita operazione gattopardesca”.

Alloggi popolari: ok dellaula a 5 ordini del giorno

Il Consiglio regionale, prima di passare all’articolato delle disposizioni sull’edilizia residenziale pubblica, ha approvato cinque ordini del giorno del gruppo M5S, recependo alcuni emendamenti del Partito democratico. La conclusione della votazione sul testo di legge nella prossima seduta

 Il Consiglio regionale chiude i lavori alle ore 13 in punto, arrivando ad approvare i primi 7 articoli della proposta di legge sulle disposizioni in materia di Edilizia residenziale pubblica (Erp), dopo aver dato il via libera a 5 ordini del giorno presentati dal M5S ed emendati dal Pd.

A presentare in aula gli ordini del giorno il consigliere Andrea Quartini (M5S) che, in vista della tutela del patrimonio pubblico, che non può essere svenduto, ha dato il la alle illustrazioni, parlando di necessità di armonizzare la normativa regionale e quella nazionale, cui ha risposto il consigliere Enrico Sostegni (Pd), presentando un emendamento che va a modificare limpegnativa. Da qui la richiesta alla Giunta di attivarsi in tutti i tavoli istituzionali competenti per arrivare a una modifica della normativa nazionale che porti a un allineamento della stessa a quella regionale, finalizzata a garantire: il principio di tutela del patrimonio pubblico; la necessità di un rinnovo del patrimonio Erp; il legittimo riscatto socio economico che potrebbe riguardare alcuni inquilini; il superamento dei problemi caratterizzanti gli alloggi nei condomini misti; il superamento dei contenziosi annosi tra inquilini e Comuni in merito allacquisto dellalloggio.

E passando al secondo ordine del giorno, la lente è andata sul problema vero, quello della carenza di alloggi, come sottolineato da Quartini, impegnando lesecutivo “a prevedere nel prossimo bilancio pluriennale regionale di continuare con gli investimenti con almeno 15milioni per la costruzione di nuovi alloggi da destinare all’edilizia residenziale pubblica”, come riformulato con l’emendamento illustrato da Sostegni, insieme alla presa d’atto che “gli stanziamenti nel 2018 sono arrivati a 61 milioni di euro”. Nell’impegnativa, inoltre, si chiede a Presidente e Giunta di attivarsi “al fine di istituire a livello nazionale uno specifico fondo per il finanziamento della costruzione o acquisto di nuovi alloggi da destinare all’edilizia residenziale pubblica”; a rendere pubblico nel prossimo rapporto ‘Abitare in Toscana’ il “totale delle risorse destinate al settore Erp distinguendo tra le risorse regionali non spese negli anni precedenti rispetto ai nuovi stanziamenti” e “le risorse di natura europea o nazionale rispetto a quello di competenza strettamente regionale”.

In continuità con il precedente, ha fatto seguito lordine del giorno sulla richiesta di specifiche risorse per la riqualificazione degli alloggi sfitti impegnando la Giunta “a prevedere nel prossimo bilancio specifiche risorse aggiuntive rispetto a quelle previste per la realizzazione di nuovi alloggi, pari ad almeno 10milioni di euro l’anno per interventi e lavori di manutenzione degli alloggi sfitti”.

Altro tema caldo, come sottolineato da Quartini, le forti tensioni sociali ora per la convivenza tra culture diverse ora per le domande di assegnazione tra cittadini stranieri e non. Da qui latto che impegna l’esecutivo a promuovere e diffondere con il coinvolgimento dei Comuni, dei gestori e delle associazioni di rappresentanza degli inquilini, specifici corsi di formazione propedeutici all’assegnazione dell’alloggio, “finalizzati a trasmettere ai nuovi inquilini la conoscenza dei principi costituzionali e delle norme del codice civile che regolano la vita condominiale”.

Ma per intervenire al meglio, occorre aver ben chiaro il quadro della situazione. In tal senso, con l’ultimo ordine del giorno approvato dopo che è stato accolto un emendamento del Partito democratico, si impegna la Regione a “chiedere ai soggetti gestori uno specifico studio, con il coinvolgimento della Regione, dell’Anci, di Cispel, delle associazioni inquilini e dell’Università toscane, finalizzato a costruire un nuovo modello di governance che tenga conto – indicativamente – di numero di alloggi; del numero di richieste di alloggi per singoli territori; del numero di alloggi necessari per soddisfare la domanda; del numero dei dipendenti attualmente occupati all’interno delle società di gestione; della situazione economica delle società di gestione; delle caratteristiche socio economiche dei vari territori”.

Approvati i cinque ordini del giorno, l’Aula di palazzo del Pegaso ha continuato i lavori, concentrandosi sull’articolato della proposta di legge, arrivando a licenziare i primi 7 articoli.

Cave, FI: "Problema creato dalla Regione"

"Non corrisponde a verità che l'articolo 58 bis costituisca la risposta alle aziende che rischiavano di chiudere in conseguenza di comportamenti non conformi alle regole, come dichiara Ceccarelli. La Regione ha creato il problema e lo ha risolto introducendo una nuova norma, l'art. 58 bis, che, contrabbandata per una sanatoria compassionevole, introduce in realtà una nuova fattispecie di illecito amministrativo, ovvero l'escavazione al di fuori del 'perimetro autorizzato', nozione che non esiste nella legge cave, né a livello regionale né nazionale, ma che nasce da un parere del dirigente regionale Beccattini trasmesso a tutti i comuni dalla Regione il 21 maggio 2018". Lo affermano il senatore Massimo Mallegni (Forza Italia), il capogruppo di FI al Consiglio regionale della Toscana, Maurizio Marchetti e il vicepresidente dell'assemblea toscana, Marco Stella.

"Non sono stati quindi i voti espressi in Consiglio Regionale da Forza Italia, ma un banale parere di un Dirigente, forse richiesto ad arte dalla Giunta - proseguono -. Con questo parere infatti è stato definito il perimetro autorizzato come il progetto autorizzato, affermando che uno scostamento dal progetto anche se dentro il cantiere autorizzato, come identificato nell’allegato planimetrico all’autorizzazione e dentro la concessione, equivale ad assenza di autorizzazione. Prima del parere del Beccattini (divenuto determinante per l’applicazione dell’art. 58 bis),  era vigente il parere del dirigente regionale Ianniello che identificava il “perimetro autorizzato” con il “sito estrattivo autorizzato” secondo la definizione legislativa dell’articolo 2 comma 1 lettera g) l.r. 35/2018".

"Coloro che, pertanto - sottolineano Mallegni, Marchetti e Stella - effettuavano scostamenti dal progetto ma restando entro i limiti del cantiere, come delineato nelle piante allegate all’autorizzazione, realizzavano parziali difformità dall’autorizzazione sanzionabili solo con sanzione amministrativa pecuniaria e non certo con la sospensione dell’attività estrattiva a meno che non comportassero varianti sostanziali (ampliamento delle volumetrie di scavo eccedenti il limite massimo di 1.000 metri cubi; modifiche riguardanti l'assetto definitivo del sito; introduzione di tecniche di scavo che prevedono l'uso di esplosivo; modifiche al progetto di coltivazione che comportano un incremento delle garanzie fideiussorie). In parole semplici, se nel complesso la volumetria autorizzata era la stessa, le stesse erano le tecniche di scavo e le garanzie fideiussorie, nonché il progetto di ripristino finale, l'unico rischio dell’impresa e dei lavoratori era il pagamento di sanzione pecuniaria".

"L’assurdità dell’art. 58 bis - dichiarano i tre esponenti forzisti - è che introduce questo nuovo illecito amministrativo a posteriori, cioè quando le pretese irregolarità si sono già compiute, fidando nella precedente interpretazione di perimetro autorizzato, che non solo la Regione, con il parere Ianniello del 2017 ma il Comune di Carrara per prassi pluriennale, hanno sempre avallato. Prova ne è che ci sono imprese sanzionate nel 2016 per difformità parziali, che hanno pagato la sanzione e che oggi vengono sanzionate di nuovo con l’art. 58 bis per le stesse difformità. Io credo che non si possa trattare come malfattori le imprese che, regolarmente autorizzate, nel corso dei lavori effettuano varianti senza realizzare alcun aumento volumetrico rispetto all'autorizzato, e all'interno del proprio cantiere, in condizioni di sicurezza e di tutela dell'ambiente in quanto il cantiere autorizzato è stato sottoposto a previa valutazione di impatto ambientale ed è soggetto a tutti i controlli di ASL, ARPAT e di tutti gli enti competenti. Diversamente occorre agire verso le imprese che scavano di più di quello che è autorizzato oppure in zone fuori dal cantiere. Ma i casi di cave chiuse dal Comune di Carrara su ordine della Regione (tale è l’imposizione del parere Beccattini) sono del primo tipo, cioè dentro al cantiere autorizzato, nei limiti della volumetria autorizzata, dentro la concessione e in area estrattiva", concludono.

 

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa



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