Giovane detenuto africano si suicida nel carcere di Pisa

Come da precedente comunicato, nella serata di ieri 11 dicembre, un detenuto di origine senegalese, trentenne e con problemi psichiatrici, si è tolto la vita mediante impiccamento all’interno della propria camera detentiva presso la Casa Circondariale di Pisa. Durante un giro di controllo, il collega addetto alla sezione si accorgeva del detenuto, che era da poco tornato dall’infermeria, che aveva posto in essere l'insano ed improvviso gesto. Il detenuto è stato soccorso con prontezza, dal personale di custodia e dal personale sanitario. Il decesso è avvenuto successivamente alla scoperta, durante l’intervento dei sanitari. Allo stato attuale vi sono ancora indagini in corso pertanto ci riserviamo di fornire ulteriori notizie.

Nella mattinata odierna invece, durante la fruizione del cortile passeggi, alcuni detenuti di origine africana, in segno di protesta per quanto accaduto ieri, mettevano in atto un tentativo di sommossa, bruciando indumenti e lenzuola, danneggiando il cortile passeggi e le finestre lanciando contro le stesse quanto riuscivano a recuperare ed a divellere dal locale passeggi. Con l’intervento del Personale di Polizia Penitenziaria si è riuscito a far rientrare alcuni detenuti, tranne 3, probabilmente i fautori della protesta, i quali dopo una piccola mediazione con il Direttore, sono anch’essi rientrati nelle sezioni di appartenenza.

Fortunatamente si è evitato che la situazione degenerasse, visto quanto successo lo scorso anno, in occasione di un episodio analogo che mise a serio rischio la sicurezza del penitenziario. La carenza di personale di Polizia Penitenziaria presso la c.c. di Pisa è ormai un fatto tristemente noto; si fa fatica in una struttura tanto fatiscente a fare i controlli dovuti e ad adeguare la tecnologia. Sventiamo tantissimi episodi simili, salvando la vita di tanta gente disperata. Questo è uno di quei casi in cui non ci siamo riusciti, pure impegnando le risorse umane al massimo. Come sindacato da tempo interessiamo l'opinione pubblica e le autorità sui rischi congeniti di un carcere tanto vecchio, dove la pena assume un carattere estremamente afflittivo. Serve una struttura leggera, con ampi spazi dove poter organizzare delle attività per i detenuti. Serve una struttura che permetta al personale di Polizia Penitenziaria di svolgere i propri compiti con dignità. Altrimenti dovremo abituarci a vedere simili tristi notizie ed allora il fallimento sarà di tutti coloro che potevano intervenire, ma hanno preferito limitarsi a prendere atto di una situazione drammatica e fuori dalle prescrizioni dell'ordinamento penitenziario. Più personale e più risorse, più spazi e più attività per evitare altre tragedie.

Fonte: Osapp Toscana



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