Tessere il mondo, nuova mostra d'arte alla Ciemmeci di Empoli

Con il titolo Tessere il mondo. L'invenzione della realtà e la costruzione di sé, si apre il prossimo 20 dicembre una nuova mostra d'arte alla Ciemmeci di Empoli, quest'anno sono esposte opere di Sara Bolzani e Nicola Zamboni. La mostra verrà inaugurata giovedì 20, ore 18.30, in via Volontari della Libertà, 15 (Empoli-Terrafino) e potrà essere gratuitamente visitata fino alla fine di aprile. Orario 9- 12/14.30-17.30.

Ogni anno, nelle settimane che precedono l'inizio del periodo natalizio nella sede centrale del gruppo Ciemmeci viene allestita una mostra la cui inaugurazione è anche occasione per riunire tutti i suoi dipendenti, i collaboratori e il pubblico che ormai da diversi anni segue le iniziative della associazione Téchne. Téchne riunisce intellettuali di varia specializzazione, professionisti e imprenditori e si occupa della ideazione e organizzazione di eventi di carattere culturale all'interno della Ciemmeci, una azienda leader mondiale nel settore della lavorazione della pelle. Si tratta di una iniziativa quasi interamente finanziata da questa azienda, in attuazione di un progetto di ispirazione olivettiana. Cultura e lavoro, arte e industria, artigianato e innovazione tecnologica sono i termini che inquadrano l'azione di questi intellettuali e di questi industriali. Anche quest'anno la mostra è un evento che apre una lunga stagione di iniziative culturali di ampio respiro e alto profilo, gratuite, aperte al pubblico e dirette al mondo del lavoro e dell'imprenditoria. Da gennaio ad aprile, infatti, la fabbrica nelle ore serali, non appena termina il lavoro, fa da cornice ad una serie di lezioni, dibattiti, incontri, approfondimenti.

Quest'anno terranno lezioni Franco Cardini, Pietro Clemente, Paolo De Simonis e Roberto Mancini su Le forme del tempo: letture diverse per renderlo prossimo La mostra è una occasione straordinaria per ammirare le sculture di due artisti bolognesi di grande fascino. La lunga serie di opere (oltre cento tra sculture e bassorilievi, disegni e acqueforti) di Sara Bolzani e Nicola Zamboni compongono una serie di scene affatto spettacolari. Ci sono gioiose terracotte a soggetto erotico, grandi figure femminili in rame che alludono alla forza vitale e generativa. Ci sono poi creazioni fantastiche: donne che nuotano su ninfee verdeggianti, libri dai quali fuoriescono tutte le umane fantasie degli uomini. Piccole e grandi sculture si alternano come fossero rapidi componimenti ermetici, o invece canti complicati e sontuosi. La mostra si intitola Tessere il mondo, e infatti si apre con una bellissima donna seduta al suo telaio, immobile come una antica divinità, che va tessendo il destino degli uomini. Ecco infatti che agli innumerevoli fili del suo ordito sono attaccati dei naviganti, forse dei naufraghi, forse degli esploratori.

Ad essa seguono – tra piano terra e primo piano della grande esposizione - infinite scene di lotta, di amore e di morte. Alla Ciemmeci di Terrafino di Empoli sono giunti anche alcuni cavalli atterrati e impennati, e dei guerrieri che hanno abbandonato le armi per dedicarsi all’amore. E c'è un angelo che scrive la storia del cavaliere caduto in battaglia. Dichiaratamente estrapolata dalla celebre Melencolia di Albrecht Dürer, la splendida creatura alata evoca la sublime funzione della scrittura come strumenti per fissare per sempre le gesta eroiche e sacrificali dl guerriero caduto. L'angelo della memoria trasforma una scena cruenta in un frammento di pura poesia, che pure ci ricorda l’ Angelus Novus di Klee. Poi ci sono alcuni imponenti cavalli ispirati dalla grande poesia epica cavalleresca. Si tratta di sculture – viste le loro grandi dimensioni sono state poste all'esterno della fabbrica - che fanno parte di un'opera imponente intitolata Umanità , una composizione volutamente in progress. Ispirata alla Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, Umanità è una straordinaria allegoria della vita e dei tempi moderni.

Alle mitiche figure dei cavalieri che combattono in sella a possenti destrieri, nucleo fondante del gruppo, sono affiancati acclamati attori dei nostri giorni; figure che marciando in silenzio e incarnano gli orrori della guerra e la tragedia delle migrazioni. Perché Nicola Zamboni e Sara Bolzani sono 'scultori sociali', artisti che si lasciano attraversare dalle vicende del mondo, dalle quali non rifuggono: non sono contaminati dalle mode della sterile indecifrabilità di certa 'arte' contenmporanea . Entrambi, del resto, sono classicisti convinti e autentici. Le loro opere raccontano ostinatamente di uomini, di luoghi, di tradizioni e sono capaci di farci vedere in modo nuovo la realtà e di mutare tutto quanto in sottile poesia.

Gli artisti - Nicola Zamboni nasce a Bologna il 10 maggio 1943. Dopo gli studi superiori e un periodo passato sui banchi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, si trasferisce in Inghilterra (1968) dove conosce e frequenta Henry Moore. Nel 1975 torna a Bologna per insegnare in Accademia a Bologna come assistente dello scultore Quinto Ghermandi. Dal 1997 al 2004 tiene la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano dove incontra la scultrice Sara Bolzani, che diventerà sua moglie. Opere pubbliche di Nicola Zamboni - realizzate a partire dal 1970 - sono presenti in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Nel 2017, nella sua città, gli è stata dedicata una importante mostra monografica nella sede del Museo della Storia di Bologna in Palazzo Pepoli.
Sara Bolzani nasce a Monza il 9 ottobre 1976. Dopo aver conseguito la maturità artistica liceale, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si diploma nell’autunno del 2000. Da allora ha esposto i suoi lavori in mostre personali e collettive e ha realizzato numerose opere pubbliche, alcune delle quali in collaborazione con lo scultore Nicola Zamboni, suo maestro. Sculture dell’artista sono custodite in importanti collezioni private italiane, europee e americane.

Fonte: Ciemmeci - Ufficio stampa



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