Caso Sea Watch, la Cgil Livorno chiede l'apertura dei porti

Il porto di Livorno

La CGIL Livorno in continuità con le iniziative che in questi mesi si sono intraprese è nuovamente a porre l’attenzione sui temi umanitari e le nuove regole imposte dal decreto sicurezza, chiedendo l’apertura dei porti italiani e europei a difesa della vita umana.

La questione va affrontata alzando lo sguardo e ricercando soluzioni che rispettino la Costituzione e i diritti umanitari.

Almeno tre convenzioni internazionali ratificate in legge dall’Italia stabiliscono l’assoluta supremazia dell’interesse della vita umana su qualsiasi altro elemento, punti al centro della storia della nostra città da sempre accogliente, tollerante e inclusiva.

Qui non si tratta di chi ha ragione o torto o di accuse speculative da parte di chi chiude i porti e abbandona essere umani al suo destino, ma di atti umanitari che accendano i riflettori su situazioni internazionali che portano alla destabilizzazione di alcuni territori dai quali si fugge per non morire, e da un'assenza di solidarietà europea che impone muri anziché gestire in maniera coesa e solidale i flussi migratori .

Nell’epoca delle reti mondiali, dei confini ormai superati dall’informazione, comunicazione, finanza, merci che si muovono senza confini, solo le persone hanno ostacoli tendenziosi, non è il mondo che volgiamo quello nel quale un oggetto ha più valore della vita umana

Chiudersi nel sovranismo degli stati europei o internazionale non farà che parcellizzare il sistema rendendoci tutti più deboli con i forti e crudeli con i deboli, mentre il nostro obbiettivo è da sempre la pace i diritti le la dignità delle persone al di la di sesso religione e razza

Fonte: Cgil Livorno



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